Il numero crescente di mail e di
commenti che mi arrivano mi porta a fare per la prima volta un
bilancio pubblico ed alcune considerazioni.
Try To Fight! Sito nato giocosamente
per postare idee e le ordinarie prove di combattimento di amici è
cresciuto esponenzialmente arrivando addirittura nei giorni
immediatamente successivi al Lutador De Elite a registrare 1700
visite in un giorno.
Le visite sono in costante aumento e
devo dire, non senza un velo di imbarazzo, anche l'apprezzamento dei
lettori che sono spesso giunti al punto di chiedermi lezioni o
consulenze sulla propria situazione marziale. Qui fermiamoci un
attimo: mi spiace ma non insegno nulla, né ho in mente di farlo
senza aver dimostrato qualcosa o quantomeno oggi come oggi non ho le
capacità che a mio avviso sono necessarie per farlo e per non essere
il solito venditore di cultura orientale o altro... tutta roba che
non ha a che fare col provare a combattere. Vi ringrazio comunque
della fiducia, sebbene mal riposta.
Dai dati a mia disposizione esce fuori
un profilo molto gradevole del visitatore medio di TTF. E' una
persona che cerca informazioni su persone o su alcuni aspetti del
combattimento. Di tutti gli intervistati c'è un numero, a mio
giudizio incredibile, di visite che mi arrivano su ricerca dei loro
nomi correlati ad altri criteri: “ lezioni private Tizio”, “dove
insegna Caio”, “Sempronio allenamento palestra” e così via.
Anche se ho notato che non a tutti piace ammetterlo, come se potessi
chiedergli una percentuale sul lavoro, molte interviste o articoli
dedicati sono stati il modo con cui molti internauti qui capitati
hanno conosciuto i loro maestri e le rispettive palestre.
Dalla citazione spesso molto
lusinghiera su diversi forum, fino alla creazione di veri e propri
tormentoni come il video su Hitler e il Jiu Jitsu o “il Circolo dei
cazzari”, fino all'apparizione su riviste specializzate come Budo
International (in qualità di organizzatore) o il Web Magazine MMA
MAG, interviste su MMA Café.
Da fine 2010 sono state totalizzate più
di 100'000 visite. Un progetto partito nel 2008 fatto di una miriade
di amici comuni che si sono prestati alle più disparate prove di
combattimento fino all'amicizia con persone che reputo grandi
campioni.
Un modo per conoscere persone leader del mondo
delle arti del combattere e anche persone comuni.
Le lusinghe sono arrivate ad un punto
tale che ormai TTF può vantare uno zoccolo duro di lettori, che
sempre più spesso mi contattano direttamente e che spesso ho anche
incontrato, che amano la filosofia implicita nel titolo di questo
blog: provare a combattere. Provare a interrompere quella dicotomia,
quell'insopportabile bipolarismo fatto di marzialisti tutti
chiacchiere e distintivo da un lato e persone troppo, troppo non
comuni per essere assurti a modello. Da una parte quelli delle
forme/drill e basta, dall'altra quelli che non riesci non solo ad
imitarne le gesta di combattimento ma nemmeno a stare lontanamente
appresso ai loro ritmi di allenamento. In questo molti si sono
riconosciuti, nel cocciuto praticante, conscio di non essere un
campione e di non avere quelle qualità che fanno il “natural born
killer”, ma di voler comunque provare a combattere veramente. Se
non puoi essere Kasparov nulla ti vieta di giocare a scacchi. Così
se un gruppo di sparring di agonisti di pugilato potrebbe essere
eccessivo puoi comunque chiamare il tuo amico e menarti con le dovute
precauzioni, magari lasciarlo anche stupito perché ti riteneva un
esperto di arti marziali e invece ti ha rifilato un cazzottone sul
naso. Così si impara tutti e si impara quello che a molti non basta
una vita per imparare: non esiste modo per essere invulnerabile,
intoccabile, imbattibile. Altra cosa gradita è stata l'idea di non
sentirsi vittima di un regolamento. Persone che hanno giocato con me
mi dicevano “io ho fatto altro, non so lottare come facciamo?”...
scusate la volgarità ma veramente rispondevo così “ma sticazzi
fai quello che ti viene in mente male che va ti fermi!”.
In qualche modo vorrei ritornare a
filmare gli sparring ma devo scegliere una forma meno improvvisata e
domestica di come avevo iniziato. Ma questo è un altro discorso.
Quello che conta è che
dall'organizzazione di eventi pionieristici, alla diffusione di
critica, anche aspra, alla nostra stessa passione, fino alle
interviste sembra che si sia fatto un buon lavoro, apprezzato, amato,
criticato anche, ma credo mai e poi mai si potrà dire disonesto sia
in senso materiale che intellettuale.
Questo è il mio personale modo, per
ringraziare tutti coloro che mi hanno scritto nel corso di questi
anni, tutti coloro che hanno lasciato commenti entusiastici e tutti
coloro in maniera più o meno diretta hanno dato man forte a questo
sito.
Nicola Mercuri