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lunedì 11 febbraio 2013

Il numero crescente di mail e di commenti che mi arrivano mi porta a fare per la prima volta un bilancio pubblico ed alcune considerazioni.
Try To Fight! Sito nato giocosamente per postare idee e le ordinarie prove di combattimento di amici è cresciuto esponenzialmente arrivando addirittura nei giorni immediatamente successivi al Lutador De Elite a registrare 1700 visite in un giorno.
Le visite sono in costante aumento e devo dire, non senza un velo di imbarazzo, anche l'apprezzamento dei lettori che sono spesso giunti al punto di chiedermi lezioni o consulenze sulla propria situazione marziale. Qui fermiamoci un attimo: mi spiace ma non insegno nulla, né ho in mente di farlo senza aver dimostrato qualcosa o quantomeno oggi come oggi non ho le capacità che a mio avviso sono necessarie per farlo e per non essere il solito venditore di cultura orientale o altro... tutta roba che non ha a che fare col provare a combattere. Vi ringrazio comunque della fiducia, sebbene mal riposta.
Dai dati a mia disposizione esce fuori un profilo molto gradevole del visitatore medio di TTF. E' una persona che cerca informazioni su persone o su alcuni aspetti del combattimento. Di tutti gli intervistati c'è un numero, a mio giudizio incredibile, di visite che mi arrivano su ricerca dei loro nomi correlati ad altri criteri: “ lezioni private Tizio”, “dove insegna Caio”, “Sempronio allenamento palestra” e così via. Anche se ho notato che non a tutti piace ammetterlo, come se potessi chiedergli una percentuale sul lavoro, molte interviste o articoli dedicati sono stati il modo con cui molti internauti qui capitati hanno conosciuto i loro maestri e le rispettive palestre.
Dalla citazione spesso molto lusinghiera su diversi forum, fino alla creazione di veri e propri tormentoni come il video su Hitler e il Jiu Jitsu o “il Circolo dei cazzari”, fino all'apparizione su riviste specializzate come Budo International (in qualità di organizzatore) o il Web Magazine MMA MAG, interviste su MMA Café.
Da fine 2010 sono state totalizzate più di 100'000 visite. Un progetto partito nel 2008 fatto di una miriade di amici comuni che si sono prestati alle più disparate prove di combattimento fino all'amicizia con persone che reputo grandi campioni.
Un modo per conoscere persone leader del mondo delle arti del combattere e anche persone comuni.




Le lusinghe sono arrivate ad un punto tale che ormai TTF può vantare uno zoccolo duro di lettori, che sempre più spesso mi contattano direttamente e che spesso ho anche incontrato, che amano la filosofia implicita nel titolo di questo blog: provare a combattere. Provare a interrompere quella dicotomia, quell'insopportabile bipolarismo fatto di marzialisti tutti chiacchiere e distintivo da un lato e persone troppo, troppo non comuni per essere assurti a modello. Da una parte quelli delle forme/drill e basta, dall'altra quelli che non riesci non solo ad imitarne le gesta di combattimento ma nemmeno a stare lontanamente appresso ai loro ritmi di allenamento. In questo molti si sono riconosciuti, nel cocciuto praticante, conscio di non essere un campione e di non avere quelle qualità che fanno il “natural born killer”, ma di voler comunque provare a combattere veramente. Se non puoi essere Kasparov nulla ti vieta di giocare a scacchi. Così se un gruppo di sparring di agonisti di pugilato potrebbe essere eccessivo puoi comunque chiamare il tuo amico e menarti con le dovute precauzioni, magari lasciarlo anche stupito perché ti riteneva un esperto di arti marziali e invece ti ha rifilato un cazzottone sul naso. Così si impara tutti e si impara quello che a molti non basta una vita per imparare: non esiste modo per essere invulnerabile, intoccabile, imbattibile. Altra cosa gradita è stata l'idea di non sentirsi vittima di un regolamento. Persone che hanno giocato con me mi dicevano “io ho fatto altro, non so lottare come facciamo?”... scusate la volgarità ma veramente rispondevo così “ma sticazzi fai quello che ti viene in mente male che va ti fermi!”.
In qualche modo vorrei ritornare a filmare gli sparring ma devo scegliere una forma meno improvvisata e domestica di come avevo iniziato. Ma questo è un altro discorso.
Quello che conta è che dall'organizzazione di eventi pionieristici, alla diffusione di critica, anche aspra, alla nostra stessa passione, fino alle interviste sembra che si sia fatto un buon lavoro, apprezzato, amato, criticato anche, ma credo mai e poi mai si potrà dire disonesto sia in senso materiale che intellettuale.
Questo è il mio personale modo, per ringraziare tutti coloro che mi hanno scritto nel corso di questi anni, tutti coloro che hanno lasciato commenti entusiastici e tutti coloro in maniera più o meno diretta hanno dato man forte a questo sito.

Nicola Mercuri