Le arti marziali filippine sono tanto nominalmente note quanto mal conosciute. Non è raro imbattersi in persone che praticano Escrima ma non conoscono i termini arnis de mano, Kali, panantukan. Questo è accaduto probabilmente perché del Kali filippino è stato preso in considerazione solamente il suo punto evidentemente peculiare: l'uso massivo, scientifico, di facile apprendimento ed efficace del combattimento a mano armata. Spesso dunque il Kali è materia di integrazione per altre discipline marziali carenti sul combattimento armato. Uno degli esperti dell'arcipelago delle Filipino Martial Arts è Vito Lettieri, Maestro richiesto per questa sua conoscenza d'insieme in tutta la Penisola, continuamente in viaggio per stage e corsi.
Qui il suo pensiero e la sua conoscenza: buona lettura!
Maestro Lettieri, si presenti agli amici di Try To Fight! Che non dovessero conoscerla? Qual è il suo iter marziale?
R. Sono nato a Ginevra nel 1964, il mio percorso marziale è iniziato
nel 1976, avvicinandomi, anche se in modo discontinuo al Karate, ma è
nel 1978 che la mia pratica diventa costante iniziando a praticare il
Kung Fu sotto la guida di un Maestro della ex repubblica Jugoslava,
amico di famiglia.
Nel gennaio 1981 mi arruolai nella marina
militare, iniziai la pratica del Judo e del Ju Jitsu, come parte della
formazione militare, nel frattempo quando la vita militare me lo
permetteva, praticavo un particolare stile di Kung Fu chiamato Chat Long
(sette draghi).
Congedatomi dalla marina, nel 1987 inizia la
pratica del Ninjiutsu presso l’associazione Bunjinan e successivamente
un sistema di Ninjiutsu chiamato Fuma Ryu.
La mia passione per le
arti marziali, mi spinse nel 1990 a recarmi a Shangai per studiare Sanda
( kick boxing cinese) e Shuai Juao (lotta cinese) nello stesso anno
inizia la pratica del Tai Chi stile Wu.
Mentre ero a Shangai sentivo
spesso parlare dei famosi monaci guerrieri, e così l’anno successivo
decisi di recarsi di nuovo in Cina, ma questa volta direttamente al
monastero di Shaolin nella provincia dell’Henan.
Nel 1992 mi
avvicinai per la prima volta alle arti marziali del sud est asiatico,
sotto la guida di un maestro filippino iniziai la pratica del Kuntaw e
dell’Arnis, dopo un paio di anni il maestro decise di trasferirsi in
America, continuai per un certo periodo a praticare con una ristretta
cerchia di amici, poi decisi di ritornare a studiare stili cinesi, in
quel periodo, uno stile più degli altri si era fatto conoscere in
Italia, il Wing Tsun, dove oltre a studiare in maniera assidua questo
sistema, continuai lo studio delle armi, con il sistema chiamato Escrima
Latosa, inoltre mi avvicinai agli stili interni cinesi, come l’ Yi Quan
e lo Xing Yi, ma è proprio il fascino per lo studio delle armi, che
mi spinse a praticare le arti marziali del sud est asiatico, proseguii
la mia preparazione per molto tempo, sotto la guida di diversi maestri
filippini, praticando differenti stili, ma la maggior parte di questi
sistemi si specializzava in un particolare settore, tralasciando molti
aspetti, altrettanto importanti, e a questo punto che decisi di creare
un programma di studio, dove i vari aspetti si potessero fondere
insieme, in modo da focalizzare l’attenzione sui principi e non sulla
tecnica, e nel 2001 fondai il sistema chiamato Kali Kalasag.
Attualmente il mio lavoro consiste nella divulgazione e l’insegnamento di questo stile.
Che cos'è il Kali Filippino? L'Escrima, Eskrima e l'Arnis de mano sono la stessa cosa?
R. il Kali è un arte marziale dove l’utilizzo delle armi, viene spesso
affiancato al combattimento a mani nude, la parte armata comprende armi
contundenti, con bastoni di diversa grandezza, dal più piccolo di cm.15
al più grande di cm. 180, ci sono armi da taglio molto piccole come il
karambit o il balisong, passando per vari tipi di coltelli e daghe, fino
ad arrivare a vere e proprie spade di diversa forma e grandezza, la
parte a mani nude comprende, le tecniche di braccia, un tipo di boxe
dove vengono utilizzati anche i gomiti, le tecniche di gamba, con calci,
ginocchiate e controlli con le gambe, inoltre ci sono tecniche di leve
articolari, con controlli al suolo dove diventa una vera e propria
lotta, un'altra caratteristica tipica del Kali, sono gli esercizi
ciclici che permettono di sviluppare una certa sensibilità nelle
tecniche sia con armi che a mani nude.
il Kali, l’Escrima e
l’Arnis, sono tre nomi per indicare la stessa arte marziale, le
filippine sono un arcipelago formato da migliaia di isole, con abitanti
di etnie e culture molto diverse fra loro, questo crea spesso confusione
sui nomi, ma la sostanza più o meno rimane la stessa, il nome più
diffuso nelle filippine è l’Arnis, il termine Escrima viene usato in
alcune isole del centro, mentre la parola Kali è usata nel sud, ma
soprattutto è il termine più comune in occidente, le differenze si
possono trovare non solo fra Kali, Escrima e Arnis, ma anche all’interno
del Kali stesso, comunque, a grandi linee, nella maggior parte dei
sistemi di Arnis, si dà molta importanza all’utilizzo del bastone,
nell’Escrima, spesso l’utilizzo del bastone viene affiancato al
coltello, e a volte, si possono trovare tecniche a mani nude, mentre nei
vari sistemi di Kali, di solito c’è una visione più globale, dove si
può passare da uno scontro armato a quello a mani nude utilizzando le
stesse tecniche, diciamo che, più che il termine che viene usato, è il
singolo stile a fare la differenza.
Panantukan, Dumog, Sikaran, Pananjakman cosa sono e qual è il legame tra questi e la pratica con le armi?
R. Panantukan o Suntukan indicano le tecniche di boxe con l’utilizzo
anche dei gomiti e della testa, Dumog o Buno, indicano un tipo di lotta
dove si utilizzano anche colpi e pressioni, Sikaran o Pananjakan,
indicano le tecniche di gamba, oltre i calci che spesso sono medio
bassi, ci sono anche dei controlli o bloccaggi, inoltre ci sono le
Trankade che sono le leve articolari, tutti questi aspetti, specialmente
nei sistemi di Kali vengono insegnati contemporaneamente all’uso delle
armi, questo perché la maggior parte dei movimenti con gli arti
superiori imitano le tecniche con le lame, questo ci permette durante un
combattimento sia armato che a mani nude, di non cambiare i nostri
principi o le nostre tecniche, ma è fondamentale ricordarsi che l’unica
arma che abbiamo è la nostra mente, il corpo è uno strumento e le armi
sono solo un rafforzativo.
Il Kali è un'arte marziale difficile da imparare, necessità di lunghi tempi di apprendimento?
R. Se vengono insegnate bene le basi è un sistema di facile
apprendimento, e spesso dopo qualche mese di pratica, si può
essere già soddisfatti dei risultati ottenuti.
Esistono gradi nella sua scuola? Come gestisce l'avanzamento di grado?
R. Ci sono dei gradi base, medi e avanzati, i gradi ci permettono di
valutare le conoscenze acquisite del singolo allievo rispetto al
programma, in questo modo si può lavorare in modo specifico dove ce ne
fosse bisogno, l’avanzamento viene deciso dopo un esame che l’allievo
dovrà sostenere in rapporto al suo livello.
Il Kali ha anche diversi format di competizione. Cosa ne pensa, quale le piace di più?
R. ogni scuola o associazione ha il suo regolamento, per lo più si
utilizza solo il bastone, nella nostra scuola si preferisce combattere
sfruttando al massimo le caratteristiche che lo stile ci offre, quindi
oltre il bastone si può colpire con tecniche di braccia e di gamba, e in
alcuni casi il combattimento si continua anche al suolo. Ci sono
inoltre anche combattimenti senza il bastone, dove si può sfruttare al
meglio la Panantukan, il Sikaran o il Dumog, personalmente preferisco il
nostro format, soprattutto perché rispecchia le nostre idee di
combattimento, ma trovo interessanti anche quelli delle altre scuole e i
loro punti di vista.
Quali sono le principali differenze e similitudini tra la Boxe e la Panantukan?
R. rispetto alla boxe la panantukan non ha una guardia fissa, ma spesso
cambia lato quando una specifica tecnica lo richiede, inoltre ci sono
colpi portati con la parte laterale del pugno, oppure di palmo, ma la
differenza principale e che spesso vengono usati i gomiti nella distanza
ravvicinata, ma chiaramente la boxe è uno sport dove deve seguire delle
regole, e avere delle protezioni alle mani per l’incolumità degli
atleti, ma entrambi sono efficaci nello loro specifico ruolo.
Elementi di Kali vengono inseriti spesso in corsi di Jeet Kune Do Concepts e di Wing Chun. Secondo lei perché questo capita?
R. nel caso del Jeet Kune Do Concepts è dovuto dal fatto che Dan
Inosanto, uno dei più famosi insegnanti di questo sistema, è anche uno
dei maggiori esperti di Kali, e spesso integra i due sistemi, mentre nel
caso del Wing Chun, è dovuto dal fatto che alcuni anni fa, la scuola di
Leung Ting iniziò una collaborazione con Rene Latosa, maestro di
Escrima, e da allora, spesso, alle varie scuole di Wing Chun viene
affiancato anche l’Escrima.
Esistono diversi stili di Kali, in cosa si differenziano e quali sono le peculiarità del suo?
R. come ho già detto prima ci sono così tanti stili, e spesso con tante
influenze da parte di altre arti marziali che sarebbe difficile
conoscerle tutte per dare un giudizio obbiettivo, mentre per quanto
riguarda il mio sistema le due cose che sicuramente ha di rilevante sono
un programma con un percorso ben delineato, dove a qualunque livello
l’allievo è consapevole di ciò che ha imparato, ed eventualmente,
migliorare dove ci fossero delle lacune e la seconda cosa è l’importanza
di capire prima i principi e poi le tecniche, conoscere molte tecniche
senza capire i principi è come avere una bella macchina, ma senza
motore.
In che modo con il Kali filippino si può provare a confrontarsi liberamente, come gestite lo sparring con e senza armi?
R. Il confronto in palestra avviene inizialmente facendo combattere due
atleti, dividendogli i compiti, dove uno deve solo attaccare e l’altro
solo difendersi, in questo modo, entrambi devono concentrarsi solamente
sul proprio ruolo e poi si cambia, questo molto lentamente per
correggere i movimenti, gli attacchi e le difese, poi gradualmente si
aumenta la velocità ed infine, entrambi attaccano e si difendono, questo
nella fase più lenta avviene senza protezioni, questo per ottenere più
attenzione da parte degli atleti.
La ringrazio per la disponibilità Maestro, quali sono i suoi recapiti per chi volesse contattarla?
R. per avere altre info, potete visitare i siti: kalikalasag.com o
kalikalasag.tv mentre per contattarmi lettieri@kalikalasag.com
Intervista a Vito Lettieri
Info Post