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venerdì 3 febbraio 2012

In un week-end in cui la stampa nostrana espiava penosamente i suoi miserabili peccati commessi a favore del calcio, decantando la bellezza degli sport minori perché avevano vinto le nostre azzurrine nella palla a nuoto e la Kostner (tipico cognome italico) nel pattinaggio, c'era un italiano, un romano, un giovane ragazzo della nostra penisola che saliva anch'egli sul gradino più alto d'Europa nel suo sport.
Milano Challange 2010, Foto di Daniele Pieroni
Figlio di uno sport minore, Luca ha vinto nella ovvia e totale indifferenza dei mezzi di comunicazione ortodossi e forse senza nemmeno la dovuta celebrazione del web Jujitero.
Questo ventiduenne che ha dominato in lungo e largo la Penisola, che ha conquistato podi mondiali di ogni sorta, si è imposto nell'evento che forse aveva più a cuore, perché mancava alla sua collezione di strabilianti vittorie: l'Europeo di Jiu Jitsu.
Chi conosce Luca, conosce anche le rinunce che ha fatto per conquistare le splendide vittorie che lo stanno onorando e ripagando, sa che Luca ha scommesso tutto se stesso sul Jiu Jitsu. Con questa vittoria ha firmato un contratto a tempo indeterminato nel mondo del Jiu Jitsu, confermandosi, qualora ce ne fosse bisogno, un numero uno.
Sempre pronti ad esaltare brasiliani e americani del Jiu Jitsu, dobbiamo rendere il giusto merito a questo campione italiano, che ha saputo vincere seguendo nel contempo i suoi allievi, che ha saputo prepararsi per la competizione senza distrarsi dalla didattica delle sue classi.
Tempo fa scrissi "Luca Anacoreta, campione del presente e del futuro", sapevo che il futuro sarebbe stato suo ed oggi sono felice di aver vinto due scommesse. La prima è stata quella implicita nelle parole suddette, la seconda è quella di aver personalmente scommesso e investito, come allievo privato, su Luca quando era un ragazzo che dominava le competizioni nostrane ma che qualche maligno voleva come semplice profeta in patria, affermando che la musica sarebbe cambiata all'estero. No, all'estero si sono dovuti inchinare di fronte a Luca che ha vinto, finalizzando a raffica i suoi avversari, portando la competizione a punti del Jiu Jitsu su un altro piano, quello del combattimento senza discussione, senza punti, dove vinci e basta e l'avversario deve battere resa.
Luca Anacoreta è l'orgoglio del nostro Jiu Jitsu perché vince e convince, unisce spettacolo e efficacia, vince in una categoria agguerritissima (forse la più agguerrita), perché malgrado la sua giovanissima età è uno stimato didatta.
AD MAIORA, LUCA!