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venerdì 27 gennaio 2012

Il 1° settembre 1939, con l'invasione della Polonia, Hitler inizia una guerra che porterà prima l'Europa e poi il Mondo alla catastrofe. La Seconda Guerra Mondiale lasciò sul campo cinquanta milioni di morti e lacerazioni che spaccarono la coscienza degli europei fino alla caduta del muro di Berlino avvenuta ben quarantacinque anni dopo la sua fine. Il 27 gennaio del 1945 gli Alleati aprirono i cancelli di Auschwitz scoprendo l'atrocità del campo di concentramento e del genocidio.
Il XX secolo fu il secolo dei totalitarismi di ogni credo, fu il secolo della scoperta delle armi atomiche e della conseguente possibilità che l'uomo potrebbe distruggere l'uomo. Lasciando così il pianeta terra privo di occhi umani per guardarlo.
L'insegnamento del Jiu Jitsu, delle MMA e di tutte le arti marziali è quello dell'universalità e del rispetto per l'essere umano di ogni provenienza. Dall'Asia abbiamo preso innumerevoli discipline marziali, che dall'oriente sono state esperite dagli europei, dai Nord-Americani, dai neri africani importati come schiavi nelle Americhe, dai nativi del Nuovo Continente. Non esiste etnia che non abbia incontrato arti marziali create altrove, spesso lontanissimo.
Con il Jiu Jitsu ho imparato che i ragazzi di colore non puzzano, come vorrebbe qualche idiota. Ho imparato che rumeni, neri, orientali, sudano come me, hanno lo stesso odore, quello della fatica, e sono la stessa anima in un contenitore di colore o fattezze differenti. Con le MMA ho imparato ad esaltarmi per atleti provenienti da tutto il mondo e di ogni colore e di ogni credo. Il Jiu Jitsu mi ha insegnato come la livella del Principe De Curtis che quando siamo sul tatami siamo tutti uguali. Ancora, il Jiu Jitsu mi ha insegnato, che la dittatura è sempre un'ingiustizia, perchè mi è bastato non riuscire a chiamare Mestre (maestro) qualcuno e sentire il mio orgoglio offeso qualora lo facessi, per capire che in un contesto più ampio nessuno può importi il rispetto.
Le arti marziali nel complesso, mi hanno fatto scoprire che i filippini non fanno solo i servetti dei Parioli, della Milano bene e via dicendo, ma sono anche temibili combattenti al punto che lottarono con gli eserciti occidentali che volevano invaderli, scacciandoli e terrorizzandoli. Ho scoperto che molti balcanici, che spesso generalizziamo in "sono tutti zingari", sono persone di cuore e che sono capaci di imprese atletiche e sportive uniche.
Quel Royce Gracie che mi fece scoprire le MMA e il Jiu Jitsu aveva nel corpo nettamente la genitura degli indigeni del Sud-America. Bruce Lee, che da bambino mi esaltò e caricò, era figlio dell'amore tra occidente e oriente.
Oggi ha più senso che altri giorni fare questo post, perché oggi è lo stesso giorno in cui l'Armata Rossa si trovò di fronte poggi di corpi ossuti.
Oggi ho davvero voglia di dire che chi entra in una gabbia e ha voglia di mostrare il suo essere nazifascista non è un praticante di nessuna disciplina da combattimento né tantomeno arte marziale. Chi usa il tatami o altro come teatro per il suo credo politico non è un lottatore ma un politicante. Mi piacerebbe dire che la politica deve stare fuori dalle nostre discipline, ma questa non è nemmeno politica, ogni razzista e ogni totalitarista di ogni colore (politco) è un beato idiota e non fa politica ma è uso alla pratica dell'odio, dell'oppressione, della prepotenza e della tirannia.
Le arti marziali, come dicevai O'Sensei Ueshiba, non saranno e non possono essere il mezzo per tiranneggiare qualcun altro. E non saranno il mezzo per diffondere ideologie assassine.