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sabato 11 febbraio 2012

Foto di Daniele Verdemare
Andrea "Mezzo Kilo" Verdemare volto e nome noto del Jiu Jitsu italiano. Messo sotto torchio dalla mia intervista ha risposto con una invidiabile onestà intellettuale a tutte le domande, anche a quelle più ispide. La stessa onestà che ha colpito, pochi giorni fa, il mondo del Jiu Jitsu con il suo "j'accuse" nei confronti dell'organizzazione del Campionato Europeo IBJJF. Non conoscendo Andrea di persona, posso solo raccontare il mio piacere nel trovarmi di fronte a risposte senza i peccati che comunemente hanno gli intervistati, peccati che sono solitamente due: dicono quello che la comunità di appartenenza vuole sentirsi dire, innescando così un pericoloso processo comunicativo autoreferenziale, e quando sono di fronte a domande difficili se ne escono con la formula del policamente corretto, una botta di qua una di là. Andrea invece regala ai suoi lettori una voce fuori dal coro, che dice contestualmente quello che gli piace e quello che non.
Reclama la sua libertà intellettuale rispondendo con arguzia senza omettere critiche a chicchessìa.
Sarò lieto di andarlo a trovare e bermi con lui un caffè, perché mi è parso davvero una persona interessante, con belle vedute sul Jiu Jitsu.

Ho letto con grande amarezza il tuo resoconto dell'incidente che hai avuto all'europeo. Leggendo quanto scrivi mi sono fatto l'idea che la scomposizione della frattura sia stata causata dalle varie tribolazioni che hai dovuto subire prima di essere adeguatamente soccorso. Che ne pensi può essere vero? In tutto questo non hai scritto nulla sull'avversario che ti ha infortunato, pensi non abbia avuto nessuna responsabilità?
credo che la mia frattura si sia scomposta nell'esatto momento in cui è nata a causa della la torsione, la cosa anomala è che la mia spalla abbia retto lo stress senza subire danni quando in realtà doveva essere lei stessa ad essere la prima interessata. Tuttavia io non sono un medico, perciò non saprei dire con certezza, probabilmente un margine di possibilità c'è che l'inadeguatezza dei soccorsi abbia peggiorato la storia. Quello che ho trovato assurdo è stato il fatto che non fossero pronti a sostenere un emergenza tale e sopratutto il negarci su nostra richiesta il numero dell'ambulanza quando a causa del dolore e dello shock sarei potuto svenire e cadere, peggiorando così le cose, nel mentre su loro consiglio mi accingevo a prendere il taxi.
Il ragazzo con cui ho lottato è stato corretto dentro e fuori dal tatami preoccupandosi dai primi secondi e successivamente nei giorni avvenire del mio stato di salute. E' uno sport di lotta il nostro e fatto a livello professionistico può accadere l'infortunio, ciò che non è ammessa è l'omissione o l'inadeguatezza del soccorso.

Da ciò che i miei potenti mezzi possono carpire sono sei anni che partecipi al campionato europeo. Possibile che tu e anche altri non vi siate mai resi conto dell'inefficienza dei soccorsi di questa manifestazione? Non avete mai avuto dubbi sulla bontà globale dell'organizzazione?
Purtroppo e per fortuna non è mai successo nulla di così grave, ma più vado avanti negli anni e più ogni anno gli infortuni aumentano e diventano peggiori.

Al mondiale il discorso soccorsi è uguale all'europeo o differente?
Nel mondiale del 2008 in semifinale mi ruppi un polso, vinsi la lotta e disputai la finale con il polso rotto… dopo la lotta mi feci visitare e mi diedero del ghiaccio.
Anche in quella situazione non ci furono grossi interventi…anche lì però l'infortunio non fu così grave da suscitare in me lo spirito critico che mi ha animato in queste ore.


La tua attività nel Jiu Jitsu cambierà in qualche modo dopo questo infortunio?
Per diverso tempo dovrò dedicarmi alla riabilitazione e all'insegnamento, questo non esclude il ritorno alla competizione a lungo termine, non si può chiedere ad un nuotatore di continuare a nuotare senza buttarsi in acqua, è assurdo…amo troppo questo sport e credo di dover fare ancora molte cose prima di sedermi a guardare. Tornerò a lottare, non so quando, ma già sto analizzando gli errori commessi…tornerò e prometto che sarò più competitivo che mai.


Come si organizza la vita dell'agonsita del Jiu Jitsu? Settimanalmente quali e quanti impegni si dovrebbero avere per essere competitivi?
Il jiu jitsu è uno sport che ha vari livelli di impegno data la longevità di un lottatore (si può competere oltre i 50 anni), c'è da dire pero che già nelle cinture marroni e definitivamente nelle cinture nere "adulti" però si deve essere dei professionisti.
La mia preparazione giornaliera consiste in due allenamenti di jiu jitsu e una sessione di preparazione fisica, questa viene ripetuta dal lunedì al venerdì mentre il sabato solo sparring per poi riposare fino a lunedì
La vita di un agonista deve essere rigorosa oltre che piena di rinunce.

Una persona piccola e leggera quali ostacoli incontra nel Jiu Jitsu? Nello sparring, c'è una differenza di peso oltre la quale si rischia seriamente procurarsi infortuni?
Il jiu jitsu è nato per persone piccole, la chiamiamo arte soave…la realtà però è che non è più così soave!
Una volta chi come me cominciava a praticare era condannato a soffrire per anni: il jiu jitsu era in una fase embrionale e non c'erano strumenti tecnici sufficienti per poter compensare le disparità fisiche (e all'epoca ce n'erano molte).
Oggi come oggi una persona piccola ha molti meno rischi che in passato, è chiaro però che chi non può contare sulle doti fisiche dovrà sviluppare uno spirito analitico molto fine in modo da crescere tecnicamente più rapidamente degli altri. Nello sparring solitamente l'infortunio non è dettato dalla differenza di peso, le causa maggiore di infortunio è la troppa ed irresponsabile foga agonistica non controllata.


Tu sei una stimata cintura nera agonista, può un non agonista, secondo la tua visione, raggiungere la cintura nera? Se sì, quale è il modo alternativo alle gare per dimostrare il proprio livello?
Le cinture non sono da intendersi come riconoscimenti agonistici, è pieno di cinture nere molto forti che non sono agonisti.
Ogni lezione si fa sparring in palestra, e un insegnante attento sa apprezzare e valutare i progressi dei propri ragazzi. Ogni persona, per quanto mi riguarda, va valutata secondo canoni differenti basati sugli obbiettivi della persona stessa.
Tuttavia la competizione è un momento bellissimo che secondo me è un peccato precludersi, al di là di tutto è poi uno strumento di verifica e apprendimento tra i più efficaci (dopo aver commesso un errore in gara si tende a non dimenticarsene). La differenza fondamentale è che un competitore ha l'esigenza di mantenersi al passo con l'evoluzione del jiu jitsu e con le nuove strategie che si applicano in gara, se guardiamo un campionato del passato e uno odierno è facile notare come il modo di fare jiu jitsu è profondamente cambiato. Chi non compete non ha necessità di studiare movimenti prettamente competitivi (ad esempio guardia 50/50, berimbolo,…).


Brazilian Jiu Jitsu, Jiu Jitsu brasiliano. Ma che c'è di tanto brasiliano in questo Jiu Jitsu? A me sembra solamente una versione del vecchio Ju Jitsu strategicamente basata sulla lotta al suolo e conseguentemente specializzata ed evoluta in questo senso... Niente altro che Ne Waza (tecniche al suolo). Americana, Armlock, Triangolo, Omoplata, ma anche gogoplata e tante altre, la nettissima maggior parte delle tecniche, già esistevano...Dunque, che c'è di brasiliano? Insomma dopo Einstein continuiamo a studiare Fisica e non Fisica Tedesca...
Per prima cosa ti faccio un appunto: il jiu jitsu non è solo ne waza. Molti lottatori prediligono proiettare, altri portano in guardia per poi salire su takedown come il single leg…anzi se posso dirti nel jiu jitsu sono valide molte più proiezioni che nel judo ad esempio, la differenza è solo che per imparare a proiettare ci vuole molto tempo e molti professori prediligono spiegare i movimenti al suolo che per come è fatto il nostro regolamento fruttano molti più punti.
Al di là di questo ti faccio notare che il io lo chiamo jiu jitsu, non uso l'aggettivo "brasiliano", se si volesse accostare una parola identificativa bisognerebbe usare Gracie e quindi parlare di Gracie jiu jitsu al massimo, ma se guardiamo la storia non vi furono solo i Gracie tra gli allievi di Maeda in Brasile. Trovo tutta via le questioni etimologiche poco fruttuose, la mia ragazza era cintura nera di ju jitsu tradizionale (il giapponese per capirci) e ho avuto modo di vedere che non c'entra nulla con il nostro stile che poi lei ha preferito abbandonando il metodo tradizionale.
Dal mio punto di vista i brasiliani trasmettono a questa arte il loro estro e la loro fantasia e dinamicità (se ci si pensa nel judo o ju jitsu tradizionale si premia l'immobilizzazione nel nostro metodo è esattamente l'opposto) creando movimenti sempre nuovi il chè rende il jiu jitsu un arte marziale unica.


Le MMA sono indubbiamente una piccola grande moda. Possono in qualche modo danneggiare il Jiu Jitsu?
Non credo, le MMA e il jiu jitsu seguono strade diverse e affascinano persone quasi sempre diverse.


Per ciò che hai visto, pensi che un Jiu Jitsu basico sia sufficiente per quanto richiesto nelle MMA?
Le MMA sono un discorso particolare del quale mi interesso da poco perciò non posso parlare da esperto.
Tornando alla domanda direi sì, per le MMA è più indicato uno stile di jiu jitsu essenziale, questo però non vuol dire averne una conoscenza superficiale.
Trovo che nelle MMA il jiu jitsu si debba approfondire su molti aspetti che nella competizione di jiu jitsu pura hanno una rilevanza minore.
Tuttavia il modo di fare jiu jitsu nelle MMA dipende anche molto dal background del combattente certo è che Demian Maia alleni il suo jiu jitsu in maniera differente da come lo alle Anderson Silva. In definitiva a mio avviso serve una profonda conoscenza del jiu jitsu orientata al proprio modo di lottare.


Ho visto molti atleti di varie discipline mostrare fieramente la loro appartenenza a determinati schieramenti politici. Credo che la politica abbia poco a che fare con le arti marziali. Sbaglio?
Concordo, esistono luoghi e momenti appropriati secondo me per discutere di politica, l'allenamento e la gara sono momenti in cui non deve esserci spazio per altro se non per lo sport in se stesso e i valori che lo accompagnano.
Non credo fosse questo che Carlos e Helio Gracie volessero trasmettere con il jiu jitsu, oltre questo reputo che in un ambiente come l'accademia o le competizioni è fondamentale saper stare in mezzo alla gente e spesso fare vanto o peggio ancora fanatismo del proprio credo politico può offendere o infastidire magari qualcuno.
Lo sport serve anche a far star bene una persona, a fargli anche scordare gli stress e le arrabbiature della giornata, se si deve venire in palestra e storcere il naso a qualche affermazione politica (per quanto lecita) o sentirsi a disagio perché non si è della stessa fede di un determinato gruppo di compagni di allenamento, certo non aiuta il praticante ad uscire soddisfatto e con il sorriso dall'accademia. Questo non vuol dire che non si possa avere una ferma fede politica, ma semplicemente che quando si indossa un kimono è il momento di accantonare per un pò la proprio faziosità.


Se non avessi praticato Jiu Jitsu quali arti marziali ti avrebbero affascinato?
Con certezza il judo che ho praticato per qualche anno. E' una splendida disciplina con la quale condividiamo le nostre radici!
Ci sono altre 2 arti che mi affascinano molto, la muay thai e la Nobile Arte (il pugilato).


Torniamo alla didattica. Come organizzi le lezioni per i tuoi allievi?
Nella nostra accademia seguiamo un programma didattico annuale basato su un filo logico che aiuti l'assimilazione delle tecniche. Le nostre lezioni si suddividono in 3 momenti fondamentali: 30 minuti di preparazione fisica, 30 minuti di tecnica ed in fine lo sparring, al termine del quale mi trattengo per dare consigli mirati o rispondere a dubbi.


Andrea, ti ho fatto un'intervista difficile, con domande che meritano riposte che reputo impegnative e per questo non posso che ringraziarti pubblicamente per la disponibilità. Quali sono i tuoi contatti per chi ti vuole contattare?
Grazie mille a te per l'interesse e l'opportunità, colgo l'occasione per ringraziare la mia famiglia e la mia ragazza che anche sotto la neve non hanno mancato un giorno di ospedale, i miei allievi (e amici) che mi sono stati vicini in ogni istante di questa mia brutta avventura oltre che l'infinità di persone che mi hanno scritto e chiamato per darmi forza e ci tengo a sottolineare che ogni parola che avete speso per me è stata profondamente apprezzata, infine i miei sponsor Scramble (www.scramblestuff.com), Manto (www.mantoshop.eu) e CombaTraingShirt (www.combatrainingshirt.com).
Chi volesse contattarmi lo può fare via mail a mezzokg@hotmail.it o tramite facebook http://www.facebook.com/mezzokilobjj o visitando il sito dell' accademia: www.cyclonebjj.it

www.scramblestuff.com

Grazie a te Andrea. Ci risentiremo per un caffè :) Un abbraccio e buona guarigione.