Breaking News
Loading...
mercoledì 5 gennaio 2011

Nomen Omen. Il destino è nel nome, il nome racconta e informa. Un qualche antenato di Luca deve aver avuto la sua stessa dedizione, la stessa che mette in ogni allenamento, in ogni lezione, quasi da anacoreta. Un anacoreta del Jiu Jitsu, un ragazzo che si dedica al Jiu Jitsu monasticamente.
Al contrario di altre persone dell'ambiente marziale Luca non mi è capitato per caso lo ho scelto con un ragionamento semplice: è il più forte agonista in circolazione del Jiu Jitsu, considerando età, titoli, spettacolarità delle vittorie e la tremenda costanza. Con queste premesse mi sono detto che dovevo prendere lezioni da lui. Così ho fatto e così sto facendo.

La prima volta che lo vidi, alla palestra di portuense, rimasi impressionato per la foga degli allenamenti del gruppo in generale e non mi piacque. Pensavo fosse uno dei tanti ragazzi tutto fiato, tutto atletismo. Poi a furia di vedere e rivedere i suoi video ebbi la folgorazione. Pensai che non poteva essere un caso che quel ragazzo vincesse sempre e soprattutto vincesse facendo addirittura dello spettacolo. Di lì ad allenarmi con lui il passo è stato breve.
Ho scoperto così un ragazzo di rara sensibilità che sembra aver compiuto un salto generazionale. Se parli con Luca non ti sembra di parlare con un poco più che ventenne. Sembra ed è un uomo. Luca è un uomo dentro e fuori dal tatami è una persona che ha scelto il Jiu Jitsu, anche se amo pensare che il Jiu Jitsu abbia scelto lui, perché davvero sembra un predestinato, uno di quelli per cui è tutto facile.
Immagino e parzialmente so che Luca non viene da una zona facile. I coatti romani imperversano dove è nato, almeno così so e credo. Proprio per questa mia convinzione non posso non vedere in lui una persona che è uscito dalla monta più difficile da subire, quella del condizionamento sociale, quella del degrado giovanile, oggi onnipresente. Ho avuto qualche amico che viene dalle sue parti e sono convinto del mio pensiero, anche se non so di fatto sulla sua storia. Luca ha svettato rispetto all'ambiente circostante ed è diventato il giovane maestro che è. Senza aver conosciuto gli oss, i seiza, i rei, gli inchini, le flessioni per punizione e i saltelli sempre come pena, ha di suo una marzialità profonda, piena di rispetto, di umiltà e di tradizione. Una tradizione che non gli è stata insegnata, come dicevamo, ma che ha percepito per satori direi, per illuminazione, ne ha respirato l'essenza e la applica. Per lui il Jiu Jitsu è elevazione spirituale, la sopraffazione non è un suo pensiero, il suo pensiero è l'arte.
Enciclopedico nel suo sapere, infallibile nell'applicarlo.
Quando mi ci alleno gli dico sempre che percepisco la sua immensa intelligenza motoria, lo riempio di domande e di chiacchiere. Proprio qui scopro il suo lato più delizioso. D'un tratto m'accorgo, prolisso come sono, che sto parlando da un po' troppo tempo, vedo la sua timidezza muoversi sotto la pelle e allora gli dico "ah scusa, continuiamo". Mi rendo conto che magari lo ho annoiato. Eppure lui non fa un fiato e se non fosse per questa mia empatia sarebbe inintellegibile il suo telepatico dirmi "sì ok Nicola, ora continuiamo però!". E' rispettoso del suo interlocutore, come è raro, raro soprattutto tra gli insegnanti in genere, che come diceva Nanni Moretti a proposito dei medici, sanno parlare ma non sanno ascoltare. Per questo passa in automatico da insegnante a Maestro. Nessun titolo, carta, diploma vale. Se un tuo alunno ti sente Maestro, lo sei. Non si può certificare eppure è il titolo più importante.

Luca è sempre disponibile per lezioni private nelle quali insegna con passione e impegno. Consiglio a tutti di provare per capire la sua bravura come insegnante oltre che come agonista. Contattalo a lucanacoreta@hotmail.it