Nel Jiu Jitsu brasiliano, il sistema delle cinture è sensibilmente differente rispetto a quello euro-giapponese. La nera non è vista come l'inizio di un cammino (do) o dell'arte (jitsu) vero e proprio come per gli orientali ma l'inizio della maestria, la fine di un importante parte del cammino e il possedimento dell'arte. Questo punto di vista storico ovviamente prescinde dai significati personali attribuiti al proprio iter o a quello altrui.
Per questo solitamente nel Jiu Jitsu brasiliano si vedono cinture blu , viola o marroni che sono possenti lottatori, abili tecnici, raffinati cultori dell'arte, grandi studiosi o grandi applicatori. In un'arte marziale orientale sarebbero probabilmente già nera ma, come abbiamo detto, il significato è diverso. Ulteriore confusione nel jiu jitsu brasiliano la dà la non chiara partizione dei praticanti. I praticanti di sport Jiu Jitsu arrivano solitamente alla nera con molto anticipo mentre i praticanti con un approccio più tradizionale, non agonista e più “intimista” vengono penalizzati molto in termini di tempo, anche in mancanza di una chiara didattica per costoro, i quali, spesso, appresi i rudimenti non dovranno fare altro che attendere tempo pazientemente per raggiungere i loro colleghi del Point-Jiu Jitsu. Purtroppo questo è un punto cruciale della nostrana situazione del Jiu Jitsu brasiliano. Chi porterà il praticante alla maestria che un giorno verrà testimoniata dalla nera? Con quale programma? Con quante tecniche non sportive? Con quante tecniche in piedi di cui quante proiezioni e quante leve? Quante volte la futura nera avrà iniziato il randori in piedi? Quante volte si sarà allenato contro chi colpisce anche, quindi con lo spirito autentico del Jiu Jitsu?
Le domande stando agli approcci didattici più diffusi, ovviamente di responsabilità di chi la maestria già la possiede, hanno quasi sempre risposte imbarazzanti. Ma la colpa ovviamente non è imputabile ai praticanti quanto ai loro superiori cromatici.
I praticanti del Jiu Jitsu sportivo oltre che un vantaggio temporale, hanno anche il vantaggio di aver degli obiettivi chiari per l'avanzare di grado nell'arte gentile mentre gli altri, come le domande sviscerano, no. Nella arti marziali orientali, specialmente nipponiche, questa situazione è stata da tempo regolamentata e codificata in diversi modi, che variano da disciplina a disciplina. L'agonista normalmente è visto come una persona che ha l'acceleratore un po' più schiacciato degli altri (è normale, si allena di più generalmente) ma la differenza con il praticante che non sceglie le competizioni è meno marcata, sia come orizzonte di tempo sia come competenze pratiche.
Nata con la cintura nera |
Di questa situazione altre e più amare domande ci accompagneranno mentre annoderemo la cintura. Chi è realmente in grado di formare una nera? Perché ci sembra a volte che lo siano persone che la nera non ce l'hanno? Cosa deve realmente sapere una nera? Si può essere nera e un pessimo didatta? Si può essere nera ma incapace di formare altre nere? Cosa dobbiamo pretendere dal nostro traghettatore? Saprà darci etica (marziale!), tradizione, tecniche variegate? Saprà istruirci per la parte in piedi? Chi ci porta alla nera viene dal Jiu Jitsu sportivo? Se sì cosa ci dobbiamo aspettare (in più e in meno)? Chi ci porta alla nera ci fa avanzare tecnicamente? Nera significa saper insegnare? Insegnare significa essere nera?... queste altre domande obnubilano parzialmente il sole della diffusione del Jiu Jitsu brasiliano.
PS
non vi preoccupate... sono preoccupato anche io.