"Lo scienziato del combattimento".
Così presentato, si era schermito, umile come suo solito, leggermete infastidito dalle luci e dai fasti.
Lo scienziato del combattimento maneggia nei suoi laboratori preziose sostanze che solo lui sa come mischiare: lotta, pugni, calci, ghisa, sudore, soffocamento...
Tanto altro. Nel suo laboratorio prepara i suoi esperimenti e foggia i suoi discenti.
Lo scienziato del combattimento è Paolo Strazzullo, la migliore espressione della versatilità che possiamo aspettarci: Studi universitari che spaziano dalla scultura alla formazione dell'adenosina trifosfato, studi marziali che spaziano dal nipponico Yoseikan Budo al Jiu Jitsu del brasile.
Paolo è uno dei più noti e attivi atleti dei circuiti di grappling e Jiu Jitsu ma limitare le sue esperienze marziali a queste due discipline sarebbe ingiusto.
Nella profonda intervista che ci regala, possiamo leggere la varietà e lo spessore delle diverse esperienze.
Possiamo soprattutto leggere l'opinione di uno dei grandi interpreti dello sport e della marzialità.
Paolo è un esempio per molti. Con un fisico ordinario, un talento ordinario, una forza ordinaria ha saputo mescolare gli elementi mettendoci volontà, strategia, dedizione e spiritualità. Dai legami e dalle relazioni di questi elementi, miscelati sapientemente, nasce l'eclettico e lo straordinario Paolo Strazzullo.
Lo scienziato del combattimento.
-Ciao Paolo, presentati agli amici di TTF che non dovessero conoscerti. Esordi, esperienze, gavetta...
Così presentato, si era schermito, umile come suo solito, leggermete infastidito dalle luci e dai fasti.
Lo scienziato del combattimento maneggia nei suoi laboratori preziose sostanze che solo lui sa come mischiare: lotta, pugni, calci, ghisa, sudore, soffocamento...
Tanto altro. Nel suo laboratorio prepara i suoi esperimenti e foggia i suoi discenti.
Lo scienziato del combattimento è Paolo Strazzullo, la migliore espressione della versatilità che possiamo aspettarci: Studi universitari che spaziano dalla scultura alla formazione dell'adenosina trifosfato, studi marziali che spaziano dal nipponico Yoseikan Budo al Jiu Jitsu del brasile.
Paolo è uno dei più noti e attivi atleti dei circuiti di grappling e Jiu Jitsu ma limitare le sue esperienze marziali a queste due discipline sarebbe ingiusto.
Nella profonda intervista che ci regala, possiamo leggere la varietà e lo spessore delle diverse esperienze.
Possiamo soprattutto leggere l'opinione di uno dei grandi interpreti dello sport e della marzialità.
Paolo è un esempio per molti. Con un fisico ordinario, un talento ordinario, una forza ordinaria ha saputo mescolare gli elementi mettendoci volontà, strategia, dedizione e spiritualità. Dai legami e dalle relazioni di questi elementi, miscelati sapientemente, nasce l'eclettico e lo straordinario Paolo Strazzullo.
Lo scienziato del combattimento.
-Ciao Paolo, presentati agli amici di TTF che non dovessero conoscerti. Esordi, esperienze, gavetta...
Ciao Nicola, saluto te e tutti i
lettori di TTF. Ho iniziato a praticare arti marziali all'età di 13
anni con lo Yoseikan Budo, alla quale poi con il tempo ho affiancato
un'impostazione utile alla Kickboxing ed al Sanda, sotto la guida del
M° Ettore Palazzi, a cui devo moltissimo sia in termini di
educazione marziale che tecnici e che pur non essendo più da molto
tempo il mio maestro ricordo sempre con immenso affetto come la
persona che più mi ha influenzato nello sviluppare un'approccio
critico alla mia evoluzione personale in ambito sportivo e marziale.
In seguito mi sono innamorato della Lotta Olimpica (sotto la guida
dei M° Finizio e Papacci del G.S. Fiamme Oro) e del Jiu Jitsu (che
pratico ormai da circa 11 anni, e nel quale ho conseguito nel 2012 la
cintura nera con il M° Gianfranco Delli Paoli.) e del Grappling,
discipline che amo, pratico intensamente ed insegno.
Essendo una persona decisamente
eclettica e versatile nel mio passato ho studiato e/o collaborato con
molti maestri ed istruttori del panorama lottatorio italiano, i più
importanti dei quali sono stati senza dubbio Michele Verginelli,
Federico Tisi, Roberto Meneguetti Almeida, Rogerio Olegario e Saverio
Longo.
-Hai vinto il trofeo Warrior di
MMA-Fila, parlaci di quell'esperienza, di come ti sei preparato,
della tua strategia.
Si, in quel periodo ero deciso a
provare l'esperienza delle MMA, ma ero intenzionato ad un approccio
graduale e per questo mi sono diretto verso le MMA amatoriali, che
consentono di sperimentare un certo grado di realismo e contatto
senza dimenticarsi di preservare l'integrità e l'incolumità
dell'atleta. Per prepararmi all'epoca mi sono affidato ai consigli ed
all'esperienza del Maestro Alessio Smeriglio, allenandomi per la Muay
Thai nella sua prestigiosa scuola (la Profighting Roma), ma una
menzione speciale va al mio amico di lunga data Michele Verginelli,
con il quale ho avuto modo di affrontare una preparazione tecnica
specifica soprattutto per quanto concerne le transizioni ed il
ground'n'pound e che mi ha aiutato ad organizzare sedute di sparring
di una certa qualità. Il resto è venuto da sé insieme al tanto
allenamento...la strategia? Portare a terra e cercare lo stop
arbitrale per TKO. Nel complesso un'esperienza divertente, che non ho
potuto ripetere in seguito ad un piccolo ma fastidioso problema di
salute che attualmente mi impedisce di rinnovare l'idoneità per il
contatto pieno.
-Pratichi lotta libera, grappling e Jiu Jitsu. Quali sono le differenze tra i rispettivi ambienti... esiste poi una differenza tra l'ambiente grappling e Jiu Jitsu?
-Pratichi lotta libera, grappling e Jiu Jitsu. Quali sono le differenze tra i rispettivi ambienti... esiste poi una differenza tra l'ambiente grappling e Jiu Jitsu?
Si, indubbiamente parliamo di pianeti
differenti. L'ambiente della Lotta, benchè sport olimpico, è un
luogo impregnato di sano, puro e umile sentimento sportivo direi
quasi del tutto incontaminato dalla logica di mercimonio che
imperversa ormai negli altri ambienti. Un ambiente ancora spartano
dove campioni e non sudano spalla a spalla senza quei ridicoli ed
isterici atteggiamenti da primadonna che molti campioncini del Jiu
Jitsu esprimono. Per quanto riguarda l'ambiente del Grappling e del
Jiu Jitsu, per molti versi è sovrapponibile essendo popolato più o
meno dagli stessi personaggi, anche se il NOGI è abbastanza debitore
nel numero di praticanti anche ai team di M.M.A.
Diciamo che l'ambiente del Jiu Jitsu
risente di un campanilismo esacerbato spesso più per tornaconti
personali che per reali divergenze tra team e/o federazioni.
-Quanto conta rispettivamente nella
libera, grappling, Jiu Jitsu la preparazione atletica. E' vero il
comune sentire che nel Jiu Jitsu si faccia meno sentire?
Dipende di cosa parliamo. Sport Jiu
Jitsu? Jiu Jitsu per stare in forma? Per le MMA? Per passare una
serata diversa in compagnia? Come Arte Marziale?
Gli aspetti del Jiu Jitsu sono
molteplici, credo sia difficile trovare un'Arte egualmente versatile
nelle finalità e nelle possibilità di approccio.
Detto questo, se parliamo di Sport Jiu
Jitsu (che è poi l'approccio almeno del 90% dei Team) parliamo ormai
di agonismo ormai a livello spesso professionistico o comunque
super-amatoriale. Chi afferma che nel Jiu Jitsu la preparazione
atletica possa essere trascurata mente sapendo di mentire, e lo fa o
per incompetenza o in perfetta malafede. Basta osservare i campioni e
campioncini del nostro sport per capire che si allenano quanto e più
di ogni altro atleta pro o semi-pro. Più si alza il livello della
competizione più si cerca di ottimizzare la carburazione del
“motore”, e qualcuno spesso e volentieri arriva anche a
truccarlo...ma quello è un altro discorso, che preferisco non
affrontare per non urtare i sentimenti di qualcuno troppo permaloso.
Se parliamo invece del praticante medio
che viene in palestra due/tre volte a settimana, parlare di
preparazione atletica sarebbe superfluo perché sicuramente ci
troviamo di fronte un individuo con un livello di fitness cosi' basso
che semplicemente l'aumento dell'allenamento del Jiu Jitsu da solo
può' dargli già dei discreti benefici.
-Caso Kornelius – Myao, entrambe
squalificati per passività... che idea ti sei fatto dell'accaduto.
Sono di parte. Un giorno un amico
lottatore mi disse una frase che io da sempre ripeto ai miei allievi:
“Paolo, la Lotta è uno sport d'attacco. Non esiste la difesa, non
esiste indietreggiare, non esiste fare un passo indietro, neanche per
respirare”. Certi tatticismi mi intristiscono.
Per me quindi, dal punto di vista etico
ed estetico e per quanto concerne la mia personale concezione della
Lotta, della sua essenza e del suo significato una finale come quella
a cui ti riferisci rappresenta la morte della disciplina che amo.
Ho iniziato a fare un Jiu Jitsu dove
gli Eroi si chiamavano Rickson Gracie, Fabio Gurgel, Amaury Bitetti o
Wallid Ismael. Gente con il collo grosso e le orecchie rotte che ti
sbatteva a terra e ti finalizzava solo dopo averti dato una bella
strizzata ed esserti passato sopra con la macchina.
Ma tutto cambia e sicuramente non sarò
io a poterlo o doverlo impedire, se questo è quello che vuole la
comunità del Jiu Jitsu significa che questo sarà quello che il Jiu
Jitsu diventerà.
-Il Jiu Jitsu è sicuramente un'arte
marziale efficace. Secondo una statistica il 90% delle finalizzazioni
in incontri di MMA sono costituite da Mata leao, ghigliottina,
triangolo, arm triangle choke e armlock... Tutte tecniche da cintura
bianca, credo.
Guardia 50/50, berimbolo, loop choke, inverted guard e via dicendo lo stando rendendo lontano dal combattimento reale per il quale la famiglia Gracie lo aveva sviluppato? E' ormai completamente autoreferenziale?
Guardia 50/50, berimbolo, loop choke, inverted guard e via dicendo lo stando rendendo lontano dal combattimento reale per il quale la famiglia Gracie lo aveva sviluppato? E' ormai completamente autoreferenziale?
E' il problema degli Sport. Fatta la
regola (o il regolamento), trovato l'inganno.
Gli atleti puntano a vincere ad ogni
costo, sfruttando tutte le armi a loro disposizione, e spesso in
questo i regolamenti sono più utili di una buona presa al bavero.
Sicuramente riferito ad un concetto di
confronto reale molto del bagaglio tecnico di alto livello dello
sport jiu jitsu attuale è assolutamente autoreferenziale, ma il Jiu
Jitsu, come ho già detto prima, è una realtà molto più ampia e
complessa di quella che vediamo ad una finale dei pesi piuma del
Mundial.
Ci sono moltissimi Team dove 50/50 o
Lasso hook non sono la cosa più importante, e ci si concentra su
molti altri aspetti e con un approccio ed obiettivi differenti.
Il Jiu Jitsu, con il suo immenso
bagaglio, continuerà comunque ad affinarsi ed ad evolversi in
un'ottica di confronto reale, ed in questo credo che il NOGI e le MMA
diano un contributo notevole nel preservare ed evolvere un bagaglio
di tecniche meno “sportive”.
In ogni caso se si vuole gareggiare e
vincere nel BJJ odierno, certe tecniche vanno studiate e non
sottovalutate. E' un dato di fatto, ed una questione di
obiettivi.
-Lotta fuori dalle olimpiadi (così pare se verrà confermata la scelta del CIO). In qualche anno che giro per palestre non ho mai incontrato un corso di lotta olimpica. Sarò stato sfortunato, pensavo. Poi cercando un po' mi sono accorto che sono ben concentrati in gruppi sportivi militari e corpi vari. Che non si sia profuso il giusto sforzo per diffonderla e renderla appetibile ai più?
-Lotta fuori dalle olimpiadi (così pare se verrà confermata la scelta del CIO). In qualche anno che giro per palestre non ho mai incontrato un corso di lotta olimpica. Sarò stato sfortunato, pensavo. Poi cercando un po' mi sono accorto che sono ben concentrati in gruppi sportivi militari e corpi vari. Che non si sia profuso il giusto sforzo per diffonderla e renderla appetibile ai più?
La Lotta paga la sua mancanza di appeal
economico, non certo la mancanza di praticanti, anche se in Italia la
questione è ben diversa con un settore decisamente in crisi.
Gli sport olimpici (e non) in Italia
in genere pagano il prezzo di una gestione fallimentare, a mio avviso
imputabile al CONI stesso, oltre che all'abolizione del Ministero
dello Sport avvenuta nel Dopoguerra. Quindi sicuramente cattiva
gestione e disorganizzazione.
Il binomio tra sport ed educazione è
un concetto ormai dimenticato nella società moderna, e ne stiamo
pagando le conseguenze allevando generazioni di veri e propri
disabili motori.
In questo la Lotta è tra le prime a
pagare essendo uno sport che chiede immensi sacrifici e passione, a
fronte di un ritorno praticamente nullo in termini di riconoscimento
economico e sociale.
-Paolo quali sono i sentimenti che
ispirano la tua pratica? Cosa cerchi dalla tua pratica e cosa tenti
di evitare?
La ricerca della qualità. Qualità
come sinonimo di efficienza ed efficacia: sono sempre alla ricerca di
una revisione critica e scientifica del mio metodo di allenamento ed
insegnamento e pretendo per me e per i miei studenti standard tecnici
più alti possibile.
Inoltre tento di associare alla mia
pratica un'etica di marzialità e di socialità più sane possibile,
dove l'aspetto mercificatorio che spesso funesta il nostro ambiente
venga messo in secondo piano in favore di altri valori ben più alti.
Utopia forse, ma il futuro ci darà una risposta.
-In che modo le arti marziali o sdc
possono migliorare il praticante?
Lottare con una persona ti insegna a
conoscerla profondamente.
Una conoscenza istintiva che valica i
confini del pregiudizio e dell'ipocrisia, abbatte e squarcia i veli
sociali.
I benefici fisici sono solo lo specchio
esteriore della “palestra interiore” a cui veniamo sottoposti
ogni giorno durante gli allenamenti, in palestra o durante le gare.
Nella gioia, nel dolore, nella
vittoria, nella sconfitta, un lottatore impara attraverso i sacrifici
della Lotta ad essere Uomo con la U maiuscola.
-Hai recentemente partecipato alla
seconda edizione del Lutador de Elite, raccontaci la tua esperienza
Mi sento un privilegiato per aver avuto
l'onore di poter partecipare a ben due edizioni del Lutador de Elite.
Questa edizione bolzanina è senza
dubbio quella che ha inciso nel mio cuore un ricordo e delle emozioni
indelebili.
E' difficile spiegare a parole quanta
dignità abbia restituito ad un lottatore come me la cura e la
passione che tu, Nicola, ed Alessandro Federico avete riversato
nell'organizzazione permettendo che si concretizzasse un evento come
questo.
Indipendentemente dal risultato
negativo, sempre e comunque prezioso momento di verifica personale,
rimane il ricordo di un paese (San Genesio) dalla bellezza
mozzafiato, di un'accoglienza e di un rispetto senza pari nei nostri
confronti.
Per usare una metafora, mi sono sentito
come un piccolo lottatore di Sumo in un ancor più piccolo e
splendido Giappone. Poteva un lottatore chiedere di più?
Di questo devo ringraziare te e
Alessandro, tutti gli altri lottatori e sopratutto il mio avversario,
senza il quale non avrei dato vita ad una delle lotte più combattute
della mia carriera agonistica, che purtroppo ho perso anche a causa
di una preparazione atletica forse troppo approssimativa nei
confronti di un avversario tecnico, determinato e soprattutto molto
allenato.
L'incontro che più mi ha emozionato
(dire che mi sono commosso non è un'esagerazione) è stato poi
quello tra Alessandro Federico e Simone Franceschini, forse perché
indipendentemente dall'alta caratura tecnica di entrambi ho avvertito
un qualcosa di epico nello scontro tra quello che considero in
assoluto il lottatore italiano più talentuoso (Simone) ed
Alessandro, un lottatore indomito dal cuore di leone, veramente un
mostro sacro del nostro ambiente ed una delle figure che più sono
per me di ispirazione per l'onestà, la dignità, la devozione e la
passione che riversa in quello che fa.
Personalmente per fortuna mi sono
consolato dalla sconfitta la settimana dopo vincendo l'Europeo di Jiu
Jitsu NOGI nella cinture nere Master, proprio nella mia città...Roma!
-Paolo ti ringrazio per l'intervista,
come possono contattare i lettori di TTF quali sono i tuoi recapiti?
Ringrazio te Nicola, che ti prodighi
per aiutarci a diffondere le nostre discipline.
Chi volesse contattarmi può farlo
tramite mail: coregrapplinglab@email.it
o cell: 3395253541
Oppure aggiungendomi su Facebook o
seguendo il mio Blog dove pubblico notizie e articoli inerenti il mio
gruppo, la preparazione atletica e non solo:
http://coregrapplinglab.blogspot.com
In ogni caso chi fosse interessato può
venire a trovarmi in palestra:
Core Grappling Lab c/o Garage Gym W
Eur, viale Egeo 98, Roma.
LUN MER VEN dalle 20e30 alle 22e30
Grappling
MAR GIO dalle 18:00 alle
20:00 Jiu Jitsu
SAB dalle 15:00
alle 17:00 Jiu Jitsu
Un abbraccio e grazie!!!