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mercoledì 3 luglio 2013

"Lo scienziato del combattimento".
Così presentato, si era schermito, umile come suo solito, leggermete infastidito dalle luci e dai fasti.
Lo scienziato del combattimento maneggia nei suoi laboratori preziose sostanze che solo lui sa come mischiare: lotta, pugni, calci, ghisa, sudore, soffocamento...
Tanto altro. Nel suo laboratorio prepara i suoi esperimenti e foggia i suoi discenti.

Lo scienziato del combattimento è Paolo Strazzullo, la migliore espressione della versatilità che possiamo aspettarci: Studi universitari che spaziano dalla scultura alla formazione dell'adenosina trifosfato, studi marziali che spaziano dal nipponico Yoseikan Budo al Jiu Jitsu del brasile.
Paolo è uno dei più noti e attivi atleti dei circuiti di grappling e Jiu Jitsu ma limitare le sue esperienze marziali a queste due discipline sarebbe ingiusto.
Nella profonda intervista che ci regala, possiamo leggere la varietà e lo spessore delle diverse esperienze.
Possiamo soprattutto leggere l'opinione di uno dei grandi interpreti dello sport e della marzialità.
Paolo è un esempio per molti. Con un fisico ordinario, un talento ordinario, una forza ordinaria ha saputo mescolare gli elementi mettendoci volontà, strategia, dedizione e spiritualità. Dai legami e dalle relazioni di questi elementi, miscelati sapientemente, nasce l'eclettico e lo straordinario Paolo Strazzullo.
Lo scienziato del combattimento.




-Ciao Paolo, presentati agli amici di TTF che non dovessero conoscerti. Esordi, esperienze, gavetta...

Ciao Nicola, saluto te e tutti i lettori di TTF. Ho iniziato a praticare arti marziali all'età di 13 anni con lo Yoseikan Budo, alla quale poi con il tempo ho affiancato un'impostazione utile alla Kickboxing ed al Sanda, sotto la guida del M° Ettore Palazzi, a cui devo moltissimo sia in termini di educazione marziale che tecnici e che pur non essendo più da molto tempo il mio maestro ricordo sempre con immenso affetto come la persona che più mi ha influenzato nello sviluppare un'approccio critico alla mia evoluzione personale in ambito sportivo e marziale. In seguito mi sono innamorato della Lotta Olimpica (sotto la guida dei M° Finizio e Papacci del G.S. Fiamme Oro) e del Jiu Jitsu (che pratico ormai da circa 11 anni, e nel quale ho conseguito nel 2012 la cintura nera con il M° Gianfranco Delli Paoli.) e del Grappling, discipline che amo, pratico intensamente ed insegno.
Essendo una persona decisamente eclettica e versatile nel mio passato ho studiato e/o collaborato con molti maestri ed istruttori del panorama lottatorio italiano, i più importanti dei quali sono stati senza dubbio Michele Verginelli, Federico Tisi, Roberto Meneguetti Almeida, Rogerio Olegario e Saverio Longo.


-Hai vinto il trofeo Warrior di MMA-Fila, parlaci di quell'esperienza, di come ti sei preparato, della tua strategia.

Si, in quel periodo ero deciso a provare l'esperienza delle MMA, ma ero intenzionato ad un approccio graduale e per questo mi sono diretto verso le MMA amatoriali, che consentono di sperimentare un certo grado di realismo e contatto senza dimenticarsi di preservare l'integrità e l'incolumità dell'atleta. Per prepararmi all'epoca mi sono affidato ai consigli ed all'esperienza del Maestro Alessio Smeriglio, allenandomi per la Muay Thai nella sua prestigiosa scuola (la Profighting Roma), ma una menzione speciale va al mio amico di lunga data Michele Verginelli, con il quale ho avuto modo di affrontare una preparazione tecnica specifica soprattutto per quanto concerne le transizioni ed il ground'n'pound e che mi ha aiutato ad organizzare sedute di sparring di una certa qualità. Il resto è venuto da sé insieme al tanto allenamento...la strategia? Portare a terra e cercare lo stop arbitrale per TKO. Nel complesso un'esperienza divertente, che non ho potuto ripetere in seguito ad un piccolo ma fastidioso problema di salute che attualmente mi impedisce di rinnovare l'idoneità per il contatto pieno.

-Pratichi lotta libera, grappling e Jiu Jitsu. Quali sono le differenze tra i rispettivi ambienti... esiste poi una differenza tra l'ambiente grappling e Jiu Jitsu?

Si, indubbiamente parliamo di pianeti differenti. L'ambiente della Lotta, benchè sport olimpico, è un luogo impregnato di sano, puro e umile sentimento sportivo direi quasi del tutto incontaminato dalla logica di mercimonio che imperversa ormai negli altri ambienti. Un ambiente ancora spartano dove campioni e non sudano spalla a spalla senza quei ridicoli ed isterici atteggiamenti da primadonna che molti campioncini del Jiu Jitsu esprimono. Per quanto riguarda l'ambiente del Grappling e del Jiu Jitsu, per molti versi è sovrapponibile essendo popolato più o meno dagli stessi personaggi, anche se il NOGI è abbastanza debitore nel numero di praticanti anche ai team di M.M.A.
Diciamo che l'ambiente del Jiu Jitsu risente di un campanilismo esacerbato spesso più per tornaconti personali che per reali divergenze tra team e/o federazioni.

-Quanto conta rispettivamente nella libera, grappling, Jiu Jitsu la preparazione atletica. E' vero il comune sentire che nel Jiu Jitsu si faccia meno sentire?

Dipende di cosa parliamo. Sport Jiu Jitsu? Jiu Jitsu per stare in forma? Per le MMA? Per passare una serata diversa in compagnia? Come Arte Marziale?
Gli aspetti del Jiu Jitsu sono molteplici, credo sia difficile trovare un'Arte egualmente versatile nelle finalità e nelle possibilità di approccio.
Detto questo, se parliamo di Sport Jiu Jitsu (che è poi l'approccio almeno del 90% dei Team) parliamo ormai di agonismo ormai a livello spesso professionistico o comunque super-amatoriale. Chi afferma che nel Jiu Jitsu la preparazione atletica possa essere trascurata mente sapendo di mentire, e lo fa o per incompetenza o in perfetta malafede. Basta osservare i campioni e campioncini del nostro sport per capire che si allenano quanto e più di ogni altro atleta pro o semi-pro. Più si alza il livello della competizione più si cerca di ottimizzare la carburazione del “motore”, e qualcuno spesso e volentieri arriva anche a truccarlo...ma quello è un altro discorso, che preferisco non affrontare per non urtare i sentimenti di qualcuno troppo permaloso.
Se parliamo invece del praticante medio che viene in palestra due/tre volte a settimana, parlare di preparazione atletica sarebbe superfluo perché sicuramente ci troviamo di fronte un individuo con un livello di fitness cosi' basso che semplicemente l'aumento dell'allenamento del Jiu Jitsu da solo può' dargli già dei discreti benefici.





-Caso Kornelius – Myao, entrambe squalificati per passività... che idea ti sei fatto dell'accaduto.

Sono di parte. Un giorno un amico lottatore mi disse una frase che io da sempre ripeto ai miei allievi: “Paolo, la Lotta è uno sport d'attacco. Non esiste la difesa, non esiste indietreggiare, non esiste fare un passo indietro, neanche per respirare”. Certi tatticismi mi intristiscono.
Per me quindi, dal punto di vista etico ed estetico e per quanto concerne la mia personale concezione della Lotta, della sua essenza e del suo significato una finale come quella a cui ti riferisci rappresenta la morte della disciplina che amo.
Ho iniziato a fare un Jiu Jitsu dove gli Eroi si chiamavano Rickson Gracie, Fabio Gurgel, Amaury Bitetti o Wallid Ismael. Gente con il collo grosso e le orecchie rotte che ti sbatteva a terra e ti finalizzava solo dopo averti dato una bella strizzata ed esserti passato sopra con la macchina.
Ma tutto cambia e sicuramente non sarò io a poterlo o doverlo impedire, se questo è quello che vuole la comunità del Jiu Jitsu significa che questo sarà quello che il Jiu Jitsu diventerà.

-Il Jiu Jitsu è sicuramente un'arte marziale efficace. Secondo una statistica il 90% delle finalizzazioni in incontri di MMA sono costituite da Mata leao, ghigliottina, triangolo, arm triangle choke e armlock... Tutte tecniche da cintura bianca, credo.
Guardia 50/50, berimbolo, loop choke, inverted guard e via dicendo lo stando rendendo lontano dal combattimento reale per il quale la famiglia Gracie lo aveva sviluppato? E' ormai completamente autoreferenziale?

E' il problema degli Sport. Fatta la regola (o il regolamento), trovato l'inganno.
Gli atleti puntano a vincere ad ogni costo, sfruttando tutte le armi a loro disposizione, e spesso in questo i regolamenti sono più utili di una buona presa al bavero.
Sicuramente riferito ad un concetto di confronto reale molto del bagaglio tecnico di alto livello dello sport jiu jitsu attuale è assolutamente autoreferenziale, ma il Jiu Jitsu, come ho già detto prima, è una realtà molto più ampia e complessa di quella che vediamo ad una finale dei pesi piuma del Mundial.
Ci sono moltissimi Team dove 50/50 o Lasso hook non sono la cosa più importante, e ci si concentra su molti altri aspetti e con un approccio ed obiettivi differenti.
Il Jiu Jitsu, con il suo immenso bagaglio, continuerà comunque ad affinarsi ed ad evolversi in un'ottica di confronto reale, ed in questo credo che il NOGI e le MMA diano un contributo notevole nel preservare ed evolvere un bagaglio di tecniche meno “sportive”.
In ogni caso se si vuole gareggiare e vincere nel BJJ odierno, certe tecniche vanno studiate e non sottovalutate. E' un dato di fatto, ed una questione di obiettivi.

-Lotta fuori dalle olimpiadi (così pare se verrà confermata la scelta del CIO). In qualche anno che giro per palestre non ho mai incontrato un corso di lotta olimpica. Sarò stato sfortunato, pensavo. Poi cercando un po' mi sono accorto che sono ben concentrati in gruppi sportivi militari e corpi vari. Che non si sia profuso il giusto sforzo per diffonderla e renderla appetibile ai più?

La Lotta paga la sua mancanza di appeal economico, non certo la mancanza di praticanti, anche se in Italia la questione è ben diversa con un settore decisamente in crisi.
Gli sport olimpici (e non) in Italia in genere pagano il prezzo di una gestione fallimentare, a mio avviso imputabile al CONI stesso, oltre che all'abolizione del Ministero dello Sport avvenuta nel Dopoguerra. Quindi sicuramente cattiva gestione e disorganizzazione.
Il binomio tra sport ed educazione è un concetto ormai dimenticato nella società moderna, e ne stiamo pagando le conseguenze allevando generazioni di veri e propri disabili motori.
In questo la Lotta è tra le prime a pagare essendo uno sport che chiede immensi sacrifici e passione, a fronte di un ritorno praticamente nullo in termini di riconoscimento economico e sociale.

-Paolo quali sono i sentimenti che ispirano la tua pratica? Cosa cerchi dalla tua pratica e cosa tenti di evitare?

La ricerca della qualità. Qualità come sinonimo di efficienza ed efficacia: sono sempre alla ricerca di una revisione critica e scientifica del mio metodo di allenamento ed insegnamento e pretendo per me e per i miei studenti standard tecnici più alti possibile.
Inoltre tento di associare alla mia pratica un'etica di marzialità e di socialità più sane possibile, dove l'aspetto mercificatorio che spesso funesta il nostro ambiente venga messo in secondo piano in favore di altri valori ben più alti. Utopia forse, ma il futuro ci darà una risposta.

-In che modo le arti marziali o sdc possono migliorare il praticante?

Lottare con una persona ti insegna a conoscerla profondamente.
Una conoscenza istintiva che valica i confini del pregiudizio e dell'ipocrisia, abbatte e squarcia i veli sociali.
I benefici fisici sono solo lo specchio esteriore della “palestra interiore” a cui veniamo sottoposti ogni giorno durante gli allenamenti, in palestra o durante le gare.
Nella gioia, nel dolore, nella vittoria, nella sconfitta, un lottatore impara attraverso i sacrifici della Lotta ad essere Uomo con la U maiuscola.

-Hai recentemente partecipato alla seconda edizione del Lutador de Elite, raccontaci la tua esperienza

Mi sento un privilegiato per aver avuto l'onore di poter partecipare a ben due edizioni del Lutador de Elite.
Questa edizione bolzanina è senza dubbio quella che ha inciso nel mio cuore un ricordo e delle emozioni indelebili.
E' difficile spiegare a parole quanta dignità abbia restituito ad un lottatore come me la cura e la passione che tu, Nicola, ed Alessandro Federico avete riversato nell'organizzazione permettendo che si concretizzasse un evento come questo.
Indipendentemente dal risultato negativo, sempre e comunque prezioso momento di verifica personale, rimane il ricordo di un paese (San Genesio) dalla bellezza mozzafiato, di un'accoglienza e di un rispetto senza pari nei nostri confronti.
Per usare una metafora, mi sono sentito come un piccolo lottatore di Sumo in un ancor più piccolo e splendido Giappone. Poteva un lottatore chiedere di più?
Di questo devo ringraziare te e Alessandro, tutti gli altri lottatori e sopratutto il mio avversario, senza il quale non avrei dato vita ad una delle lotte più combattute della mia carriera agonistica, che purtroppo ho perso anche a causa di una preparazione atletica forse troppo approssimativa nei confronti di un avversario tecnico, determinato e soprattutto molto allenato.
L'incontro che più mi ha emozionato (dire che mi sono commosso non è un'esagerazione) è stato poi quello tra Alessandro Federico e Simone Franceschini, forse perché indipendentemente dall'alta caratura tecnica di entrambi ho avvertito un qualcosa di epico nello scontro tra quello che considero in assoluto il lottatore italiano più talentuoso (Simone) ed Alessandro, un lottatore indomito dal cuore di leone, veramente un mostro sacro del nostro ambiente ed una delle figure che più sono per me di ispirazione per l'onestà, la dignità, la devozione e la passione che riversa in quello che fa.
Personalmente per fortuna mi sono consolato dalla sconfitta la settimana dopo vincendo l'Europeo di Jiu Jitsu NOGI nella cinture nere Master, proprio nella mia città...Roma!

-Paolo ti ringrazio per l'intervista, come possono contattare i lettori di TTF quali sono i tuoi recapiti?

Ringrazio te Nicola, che ti prodighi per aiutarci a diffondere le nostre discipline.
Chi volesse contattarmi può farlo tramite mail: coregrapplinglab@email.it o cell: 3395253541
Oppure aggiungendomi su Facebook o seguendo il mio Blog dove pubblico notizie e articoli inerenti il mio gruppo, la preparazione atletica e non solo: http://coregrapplinglab.blogspot.com
In ogni caso chi fosse interessato può venire a trovarmi in palestra:
Core Grappling Lab c/o Garage Gym W Eur, viale Egeo 98, Roma.
LUN MER VEN dalle 20e30 alle 22e30 Grappling
MAR GIO dalle 18:00 alle 20:00 Jiu Jitsu
SAB dalle 15:00 alle 17:00 Jiu Jitsu

Un abbraccio e grazie!!!