Universalmente rispettato e stimato Giuliano Pennese si racconta per Try To Fight! con lo stile che tutti gli autentici guerrieri hanno.
L'intervista:
Ciao Giuliano,
presentati agli amici di Try To Fight! che non dovessero conoscerti?
Ciao a tutti mi
chiamo Giuliano Pennese, ho 36 anni sono di Roma e lavoro in ambito
sportivo come Personal Trainer e Preparatore Atletico. Mi occupo di
Strenght and Conditioning, Grappling e BJJ ... e combatto di MMA per
il Team Hung Mun.
Come è
iniziata la tua passione per il combattimento e con quali discipline?
Passione per il
combattimento? Direi che ci si nasce, certe cose si vedono già da
come gioca un bambino, poi è logico la cosa dipende sempre da come
vieni “educato”. In alcuni casi è tale il lavaggio del cervello
impostoci dalla società sulla “non violenza”che alcune persone
arrivano persino a mistificare cosa sia realmente lo sport, sfogando
poi la loro repressa voglia di confronto in veri e propri tranelli
(tifoserie da stadio, gioco d' azzardo, vita quotidiana irosa ed
altro ancora).
Personalmente sono
sempre stato attratto dal confronto e dal combattimento in ogni sua
forma. Direi che con il crescere è diventata una cosa sempre più
forte e necessaria… provai dapprima un po’ di tutto ma ciò che
veramente in me ha dato il primo stampo è stata la lotta Greco
Romana e gli insegnamenti del vecchio Maestro. In seguito i
“pionieri” delle MMA mi han fatto avvicinare al BJJ
importantissimo per quanto riguarda la mia formazione come lottatore…
da li le persone che ho avuto intorno e che ho conosciuto mi hanno
spronato a provare anche altri livelli di confronto e a fare il salto
in un’altra dimensione del combattimento.
Parliamo di un
tema un po' tabù per l'ambiente: la paura. Come fa una persona
"normale" a superare la paura di entrare in una gabbia e
fare un incontro di MMA? Secondo te è una dote innata o è
razionalmente gestibile?
Paura? No
assolutamente, è logico che ci sia della tensione molto forte dovuta
all’incognita di come andrà il confronto, alla fine tu entri li
dentro per combattere ed esci vincente o sconfitto. Ovvio che sei
concentrato. Ma sei sotto “tensione” che di colpo svanisce appena
entri nell’area di scontro, non è paura. Io almeno la vivo così,
mi piacciono quelle sensazioni... mi alleno apposta, mi diverte il
confronto. La paura è un’energia negativa che ti rivolta le
viscere, divora le forze che servono al momento opportuno, latente in
ognuno di noi è la base dell’istinto di conservazione ma non
controllando le tue emozioni lei prende il via, precede il panico e
se in quel momento cadi nei loro vortici sei finito. Significa che
hai decisamente sbagliato luogo e disciplina. A quel punto è meglio
pensare di fare altro, se non ti piace, non ti diverte, domandati...
cosa lo fai a fare?
Altra domanda
circa la fruibilità delle MMA. Come si fa a far provare la logica
del combattimento tipo MMA a più persone possibile? Come si potrebbe
fare uno sparring soft, quali impostazioni e protezioni servono?
Altro punto: esistono competizioni dove un amatore può provare a
combattere senza eccessivi rischi?
Non credo sia una
logica per tutti, o meglio… la preparazione si, come difesa
personale è ottima molto vicina al reale a differenza di tante altre
cose attualmente in voga, ma la competizione vera e propria richiede
veramente tanto e non tutti possono vuoi per un motivo o per un
altro. Sparring Soft? Si fa, senza dubbio si può, ma è sempre
lontano da ciò che si intende normalmente per soft se tra i tuoi
obbiettivi c'è anche quello di non lavorare invano. La fatica, si fa
sentire e se quindi non sei allenato non reggi, contrastare la
pressione di un uomo che vuole dominarti nella fase di lotta richiede
preparazione fisica e tecnica, in più i colpi anche se ben imbottiti
creano dello stress, arrivano sempre e non tutti sono disposti a
riceverne. In breve, da tecnico del Fitness che ha girato un po’ il
mondo posso dire che è una logica vendibilissima all’estero, in
Italia non troppo almeno per ora purtroppo... siamo un popolo “non
preparato” a questo.
Per quanto riguarda
le competizioni lo scenario italiano è in netta crescita su più
livelli e Federazioni. I rischi fisici, eliminati alcuni modi di
colpire ed inserite alcune protezioni si abbassano notevolmente e si
può stare decisamente più tranquilli. Ma per il resto credo che si
debba concordare ancora molte cose perché lo Staff arbitrale
nonostante la molta buona volontà messa in campo è troppo spesso
totalmente allo sbaraglio come gli atleti, e ciò non favorisce chi
compete.
Facci una
breve panoramica delle tue gare, dei tuoi incontri, delle
soddisfazioni, delle delusioni...
Gare ne ho fatte un
bel po’, mi sono tolto tante piccole soddisfazione con vari stili
di lotta, (lotta Olimpica G.R., Submission, BJJ, Grappling, MMA FILA)
A volte si vince a volte si perde, dal 2010 poi ho iniziato a
combattere nelle MMA FILA vincendo più volte le qualificazioni
Nazionali e poter così guadagnare il posto come Titolare e Capitano
nella Nazionale MMA della FIGMMA. Scontrarsi con le selezioni di
altre nazionalità è stato molto importante, ho capito alcune mie
lacune, testato anche più categorie, ho raggiunto buoni risultati
con qualche podio negli Europei 2010/2011 fino a veder sfumare un
primo posto nel Mondiale 2011 per una mia incomprensione del
regolamento, a malincuore lo dico... ma vabbè, capita! Poi son
partiti gli incontri da Pro...
Delusioni? Chi non
ne ha? Ne arrivano sempre nella vita ma non considero le sconfitte
sportive come delusioni. Se ti batti al massimo delle possibilità
fino alla fine ma vince l’altro è dura da mandar giù ma perdere
rientra nei rischi. L’unico caso di delusione “sportiva” che mi
può venire in mente è il match che salta alla fine per i più
svariati motivi, o il match perso per delle magagne arbitrali e tutti
e due i casi purtroppo sono piuttosto recenti.
Secondo te è
più pericolosa una carriera pugilistica o di MMA?
Quella pugilistica
senza dubbio, la ritengo la più dura e usurante di tutte. In un
Match di pugilato sono molti i traumi che arrivano alla parte alta
del corpo e il focus principale è la testa di chi hai di fronte…
in un fine incontro è impressionante vedere il numero dei colpi
tirati e di quelli che arrivano al bersaglio. Nella lotta è pur vero
che ti fai male in tanti altri modi ma la testa è perlopiù salva,
nel misto poi le varie fasi dello scontro distribuiscono lo striking
su più parti del corpo e questo va a diminuire la somma degli
impatti cerebrali. C’è però da dire che guantini, gomiti e tibie
se colpiscono sul capo fanno un danno “esterno” maggiormente
visibile con tagli ed ecchimosi di vario genere, ma ne arrivano molte
di meno di un normale match di Boxe. Comunque tra i tanti
accertamenti medici da fare l’elettroencefalogramma e l’esame
oculistico per chi fa queste discipline sono obbligatori e questo la
dice lunga.
Chi ammiri di
più dei grandi circuiti internazionali di MMA e perché?
Non è il solo che
ammiro sia chiaro, ma al momento al primo posto c’è Brian Stann.
La figura nazionale di Stann, il suo modo di fare nella competizioni,
nella vita lo rendono di molto fuori dagli schemi proposti fino ad
ora dal Valetudo vecchio stile, è lontano anni luce dal disagiato
pitbull attaccabrighe che piace tanto alle masse.
Cosa significa
per te "provare a combattere"? come si fa e chi può farlo?
Provare a
combattere? E’ una frase che rende l’idea… provare a combattere
significa mettersi in gioco,almeno provarci non nascondendosi dietro
i vari tipi di scuse di chi teme il confronto, ci sono più livelli
per farlo e tutti dovrebbero provarci. Forse (ma questa è una mia
interpretazione) il “provare” sta a ricordare che per quanto
durissima e fuori dagli schemi è pur sempre una cosa “sportiva”
con dei codici da rispettare … il combattimento vero e proprio è
un’altra cosa.
Chi ti senti
di ringraziare per il tuo percorso?
Per il mio percorso?
Come prima cosa ci tengo a precisare che nella vita e
professionalmente non mi sento ancora arrivato, anzi! Sono felice del
cammino fatto e ringrazio Dio ogni giorno per tutto ciò che mi ha
messo davanti fino ad oggi. Credo fermamente che Uomo, Atleta e Coach
devono viaggiare di pari passo quindi ringrazio chi mi ha educato,
cresciuto e chi condivide la sua vita con me.. quello che è un uomo
è anche grazie alla sua Famiglia. Per quanto riguarda la parte
sportiva, devo ringraziare l’esempio ricevuto dal M° di lotta
Greco Romana Augusto Papacci, dal quale ho avuto esempio di
“dedizione e coerenza sportiva” anche a discapito dell’interesse
personale. Ringrazio di esser approdato nel BJJ dove in più di 10
anni di percorso ho sviluppato molto come atleta, incontrando tante
persone valide dalle quali ho appreso tantissimo. Ma a volte le
squadre hanno forti cambiamenti e tendono a dividere i percorsi
individuali dell'organico, con molti di loro nonostante gli svariati
fattori esterni contrari sono rimasto in ottimi rapporti. Con altri
ancora ho poi costruito dei più solidi legami personali, crescendo
praticamente insieme, ci siamo conosciuti li a praticare BJJ e
abbiamo proseguito verso i nostri intenti. Decisamente sento di
dover ringraziare il mio amico e Coach Fabio Ciolli, è stato lui a
confermare le mie idee per il passaggio alle MMA. Sento poi di dover
ringraziare tutto il Team Hung Mun ... sentirsi umanamente a casa
dove ti alleni e lavori, con la gente con cui fai “a cazzotti” è
molto importante.
Ti ringrazio per
l'intervista Giuliano, dove può trovarti chi volesse allenarsi con
te?
Grazie a Te Nicola
sei stato gentilissimo! Per potermi trovare ed allenarsi con me?
..Addirittura!? Ne sarei onorato, ragazzi praticamente vivo in
palestra... Mi trovate con il resto del Team nella Centrale dell’
Hung Mun, Via Rivarone n. 116 a Roma...
Grazie a tutti
ragazzi, A presto e Buon Allenamento!