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giovedì 27 dicembre 2012

Uno dei nomi più noti e attivi dei nostri circuiti, Giuliano Pennese, è uno degli esempi da seguire per chi vuole provare a combattere o almeno sapere come ci si può riuscire. Ragazzo con un cuore grande, gentile, rispettoso, atleta impavido. Vederlo all'azione significa vedere una furia agonistica, significa vedere una fighter che getta il cuore oltre l'ostacolo. Sembra non conoscere paura, Giuliano, e proprio per questa sensazione che dà ho formulato per lui la domanda specifica.
Universalmente rispettato e stimato Giuliano Pennese si racconta per Try To Fight! con lo stile che tutti gli autentici guerrieri hanno.

L'intervista:

Ciao Giuliano, presentati agli amici di Try To Fight! che non dovessero conoscerti?
Ciao a tutti mi chiamo Giuliano Pennese, ho 36 anni sono di Roma e lavoro in ambito sportivo come Personal Trainer e Preparatore Atletico. Mi occupo di Strenght and Conditioning, Grappling e BJJ ... e combatto di MMA per il Team Hung Mun.
Come è iniziata la tua passione per il combattimento e con quali discipline?
Passione per il combattimento? Direi che ci si nasce, certe cose si vedono già da come gioca un bambino, poi è logico la cosa dipende sempre da come vieni “educato”. In alcuni casi è tale il lavaggio del cervello impostoci dalla società sulla “non violenza”che alcune persone arrivano persino a mistificare cosa sia realmente lo sport, sfogando poi la loro repressa voglia di confronto in veri e propri tranelli (tifoserie da stadio, gioco d' azzardo, vita quotidiana irosa ed altro ancora).
Personalmente sono sempre stato attratto dal confronto e dal combattimento in ogni sua forma. Direi che con il crescere è diventata una cosa sempre più forte e necessaria… provai dapprima un po’ di tutto ma ciò che veramente in me ha dato il primo stampo è stata la lotta Greco Romana e gli insegnamenti del vecchio Maestro. In seguito i “pionieri” delle MMA mi han fatto avvicinare al BJJ importantissimo per quanto riguarda la mia formazione come lottatore… da li le persone che ho avuto intorno e che ho conosciuto mi hanno spronato a provare anche altri livelli di confronto e a fare il salto in un’altra dimensione del combattimento.
Parliamo di un tema un po' tabù per l'ambiente: la paura. Come fa una persona "normale" a superare la paura di entrare in una gabbia e fare un incontro di MMA? Secondo te è una dote innata o è razionalmente gestibile?
Paura? No assolutamente, è logico che ci sia della tensione molto forte dovuta all’incognita di come andrà il confronto, alla fine tu entri li dentro per combattere ed esci vincente o sconfitto. Ovvio che sei concentrato. Ma sei sotto “tensione” che di colpo svanisce appena entri nell’area di scontro, non è paura. Io almeno la vivo così, mi piacciono quelle sensazioni... mi alleno apposta, mi diverte il confronto. La paura è un’energia negativa che ti rivolta le viscere, divora le forze che servono al momento opportuno, latente in ognuno di noi è la base dell’istinto di conservazione ma non controllando le tue emozioni lei prende il via, precede il panico e se in quel momento cadi nei loro vortici sei finito. Significa che hai decisamente sbagliato luogo e disciplina. A quel punto è meglio pensare di fare altro, se non ti piace, non ti diverte, domandati... cosa lo fai a fare?
Altra domanda circa la fruibilità delle MMA. Come si fa a far provare la logica del combattimento tipo MMA a più persone possibile? Come si potrebbe fare uno sparring soft, quali impostazioni e protezioni servono? Altro punto: esistono competizioni dove un amatore può provare a combattere senza eccessivi rischi?
Non credo sia una logica per tutti, o meglio… la preparazione si, come difesa personale è ottima molto vicina al reale a differenza di tante altre cose attualmente in voga, ma la competizione vera e propria richiede veramente tanto e non tutti possono vuoi per un motivo o per un altro. Sparring Soft? Si fa, senza dubbio si può, ma è sempre lontano da ciò che si intende normalmente per soft se tra i tuoi obbiettivi c'è anche quello di non lavorare invano. La fatica, si fa sentire e se quindi non sei allenato non reggi, contrastare la pressione di un uomo che vuole dominarti nella fase di lotta richiede preparazione fisica e tecnica, in più i colpi anche se ben imbottiti creano dello stress, arrivano sempre e non tutti sono disposti a riceverne. In breve, da tecnico del Fitness che ha girato un po’ il mondo posso dire che è una logica vendibilissima all’estero, in Italia non troppo almeno per ora purtroppo... siamo un popolo “non preparato” a questo.
Per quanto riguarda le competizioni lo scenario italiano è in netta crescita su più livelli e Federazioni. I rischi fisici, eliminati alcuni modi di colpire ed inserite alcune protezioni si abbassano notevolmente e si può stare decisamente più tranquilli. Ma per il resto credo che si debba concordare ancora molte cose perché lo Staff arbitrale nonostante la molta buona volontà messa in campo è troppo spesso totalmente allo sbaraglio come gli atleti, e ciò non favorisce chi compete.
Facci una breve panoramica delle tue gare, dei tuoi incontri, delle soddisfazioni, delle delusioni...
Gare ne ho fatte un bel po’, mi sono tolto tante piccole soddisfazione con vari stili di lotta, (lotta Olimpica G.R., Submission, BJJ, Grappling, MMA FILA) A volte si vince a volte si perde, dal 2010 poi ho iniziato a combattere nelle MMA FILA vincendo più volte le qualificazioni Nazionali e poter così guadagnare il posto come Titolare e Capitano nella Nazionale MMA della FIGMMA. Scontrarsi con le selezioni di altre nazionalità è stato molto importante, ho capito alcune mie lacune, testato anche più categorie, ho raggiunto buoni risultati con qualche podio negli Europei 2010/2011 fino a veder sfumare un primo posto nel Mondiale 2011 per una mia incomprensione del regolamento, a malincuore lo dico... ma vabbè, capita! Poi son partiti gli incontri da Pro...
Delusioni? Chi non ne ha? Ne arrivano sempre nella vita ma non considero le sconfitte sportive come delusioni. Se ti batti al massimo delle possibilità fino alla fine ma vince l’altro è dura da mandar giù ma perdere rientra nei rischi. L’unico caso di delusione “sportiva” che mi può venire in mente è il match che salta alla fine per i più svariati motivi, o il match perso per delle magagne arbitrali e tutti e due i casi purtroppo sono piuttosto recenti.
Secondo te è più pericolosa una carriera pugilistica o di MMA?
Quella pugilistica senza dubbio, la ritengo la più dura e usurante di tutte. In un Match di pugilato sono molti i traumi che arrivano alla parte alta del corpo e il focus principale è la testa di chi hai di fronte… in un fine incontro è impressionante vedere il numero dei colpi tirati e di quelli che arrivano al bersaglio. Nella lotta è pur vero che ti fai male in tanti altri modi ma la testa è perlopiù salva, nel misto poi le varie fasi dello scontro distribuiscono lo striking su più parti del corpo e questo va a diminuire la somma degli impatti cerebrali. C’è però da dire che guantini, gomiti e tibie se colpiscono sul capo fanno un danno “esterno” maggiormente visibile con tagli ed ecchimosi di vario genere, ma ne arrivano molte di meno di un normale match di Boxe. Comunque tra i tanti accertamenti medici da fare l’elettroencefalogramma e l’esame oculistico per chi fa queste discipline sono obbligatori e questo la dice lunga.
Chi ammiri di più dei grandi circuiti internazionali di MMA e perché?
Non è il solo che ammiro sia chiaro, ma al momento al primo posto c’è Brian Stann. La figura nazionale di Stann, il suo modo di fare nella competizioni, nella vita lo rendono di molto fuori dagli schemi proposti fino ad ora dal Valetudo vecchio stile, è lontano anni luce dal disagiato pitbull attaccabrighe che piace tanto alle masse.
Cosa significa per te "provare a combattere"? come si fa e chi può farlo?
Provare a combattere? E’ una frase che rende l’idea… provare a combattere significa mettersi in gioco,almeno provarci non nascondendosi dietro i vari tipi di scuse di chi teme il confronto, ci sono più livelli per farlo e tutti dovrebbero provarci. Forse (ma questa è una mia interpretazione) il “provare” sta a ricordare che per quanto durissima e fuori dagli schemi è pur sempre una cosa “sportiva” con dei codici da rispettare … il combattimento vero e proprio è un’altra cosa.
Chi ti senti di ringraziare per il tuo percorso?
Per il mio percorso? Come prima cosa ci tengo a precisare che nella vita e professionalmente non mi sento ancora arrivato, anzi! Sono felice del cammino fatto e ringrazio Dio ogni giorno per tutto ciò che mi ha messo davanti fino ad oggi. Credo fermamente che Uomo, Atleta e Coach devono viaggiare di pari passo quindi ringrazio chi mi ha educato, cresciuto e chi condivide la sua vita con me.. quello che è un uomo è anche grazie alla sua Famiglia. Per quanto riguarda la parte sportiva, devo ringraziare l’esempio ricevuto dal M° di lotta Greco Romana Augusto Papacci, dal quale ho avuto esempio di “dedizione e coerenza sportiva” anche a discapito dell’interesse personale. Ringrazio di esser approdato nel BJJ dove in più di 10 anni di percorso ho sviluppato molto come atleta, incontrando tante persone valide dalle quali ho appreso tantissimo. Ma a volte le squadre hanno forti cambiamenti e tendono a dividere i percorsi individuali dell'organico, con molti di loro nonostante gli svariati fattori esterni contrari sono rimasto in ottimi rapporti. Con altri ancora ho poi costruito dei più solidi legami personali, crescendo praticamente insieme, ci siamo conosciuti li a praticare BJJ e abbiamo proseguito verso i nostri intenti. Decisamente sento di dover ringraziare il mio amico e Coach Fabio Ciolli, è stato lui a confermare le mie idee per il passaggio alle MMA. Sento poi di dover ringraziare tutto il Team Hung Mun ... sentirsi umanamente a casa dove ti alleni e lavori, con la gente con cui fai “a cazzotti” è molto importante.
Ti ringrazio per l'intervista Giuliano, dove può trovarti chi volesse allenarsi con te?
Grazie a Te Nicola sei stato gentilissimo! Per potermi trovare ed allenarsi con me? ..Addirittura!? Ne sarei onorato, ragazzi praticamente vivo in palestra... Mi trovate con il resto del Team nella Centrale dell’ Hung Mun, Via Rivarone n. 116 a Roma...
Grazie a tutti ragazzi, A presto e Buon Allenamento!