Adesso non ci sono davvero più scuse.
L'evento organizzato dalla Scuola Taoista di Arti Marziali (STAM) è
davvero quanto di più vicino al Try To Fight! Di questo sito. “la
fossa dei leoni”, così si chiama l'evento, permette a tutti di
confrontarsi su due piattaforme “sparring leggero” e “sparring
pesante”. Il primo è praticamente per scambiare di striking, il
secondo è più completo e simile ad alcuni regolamenti per MMA
amatoriali.
Caratteristica unica dell'evento:
aperto a tutti.
Felice di avervi partecipato, riporto
un clima disteso e rilassato, e devo dire anche un clima di vero
confronto interstile perché negli sparring leggeri che ho girato era
palese la differente provenienza stilistica dei vari partner. Questo
offre anche una varietà unica di riflessioni e di spunti tecnici ai
partecipanti.
Onorevole e rispettoso per i
partecipanti la scelta di denominare il combattimento “incontro”.
Per gli amatori che hanno partecipato è stato davvero bello, anche
attraverso questa scelta terminologica, sentirsi presi sul serio.
Giustamente poi, perché non è d'uso per nessun praticante marziale
per puro diletto confrontarsi con persone sconosciute con delle
regole così complete.
Sicuramente si potranno migliorare
alcuni aspetti, sia sul regolamento sia sulle protezioni da usare. Il
casco con plexiglass frontale tende a ferire le mani e ridurre
notevolmente la visibilità, soprattutto nel caso in cui non sia
della propria misura esatta. Ma dalla volontà di confronto
dell'organizzatore, Sifu Jaime Vizconde, sono certo che saranno prese
in considerazione migliorie, anche perché tra i partecipanti e
sostenitori dell'evento possiamo annoverare un praticante
d'esperienza e arbitro di incontri pro di MMA, come Andrea Bruni.
Anche nella versione “pesante”, che
poi era un po' il cuore dell'evento, i confronti sono stati molto
rispettosi. Consapevoli d'essere lì per provare a combattere i
contendenti hanno sempre mantenuto un atteggiamento responsabile e
attento. Anche perché, come specificato dall'organizzatore, nel
confronto non sarebbero esistiti vinti o vincitori... vero spirito di
chi vuol provare a combattere.
Personalmente infatti, altra nota di
gradimento, è stata il rispetto che io e il mio partner abbiamo
operato vicendevolmente, senza cercare scomposte tecniche di
sopraffazione. Questo peraltro è stato il motivo dominante. Provare,
con un vigore e una forza di tutto interesse, e provare le proprie
tecniche e non solamente il proprio ego. Provare i colpi che si pensa
possano essere efficaci, quelli che ci lasciano dubbi, quelli che
abbiamo provato troppo poco. Pena prendere una suonata sul caschetto,
o sul corpo, o subire una proiezione... e poi magari una leva.
Un modo gradevole dunque per
confrontarsi liberamente, in sicurezza e con soddisfazione per
qualsiasi non agonista, ma anche per agonisti di discipline molto
limitate nel regolamento.
Soprattutto per i marzialisti
tradizionali, che troppo spesso si nascondono in ogni maniera e con
ogni scusa, un bel trauma. La loro assenza diviene inevitabilmente
presenza e l'unico modo possibile per essere in questo contesto
sconfitti.