- È eccessivamente assorbito dalle arti marziali (per esempio, il soggetto è continuamente intento a rivivere esperienze trascorse di combattimento, a valutare o pianificare la prossima impresa sportiva, a escogitare i modi per migliorare la propria performance)
- Ha bisogno di sfide sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato
- Ha ripetutamente tentato di ridurre il volume di allenamento, controllare o interrompere l'attività sportiva, ma senza successo
- È irrequieto o irritabile quando tenta di ridurre o deve interrompere la pratica sportivo/marziale.
- Si dedica alla pratica marziale per sfuggire problemi o per alleviare un umore disforico (per esempio, sentimenti di impotenza, colpa, ansia, depressione)
- Dopo aver perso un confronto, spesso torna per competere ancora, ripromettendosi di allenarsi di più.
- Mente ai membri della propria famiglia, o ad altri per occultare l’entità del proprio coinvolgimento nell'attività marziale, o è in imbarazzo per il tempo che vi dedica di fronte a colleghi o amici.
- Ha commesso azioni illegali come l'assunzione di integratori non notificati in Italia, ha falsificato certificati medici di idoneità agonistica, ha assunto farmaci dopanti o integratori in quantità irresponsabili.
- Ha messo a repentaglio o perso una relazione significativa, il lavoro, oppure opportunità scolastiche o di carriera per le arti marziali.
- Fa affidamento sugli altri per reperire il denaro allenarsi
continuamente o prova a non pagare perchè non può permetterselo.
Se vi siete trovati in cinque dei dieci
punti elencati, o vi siete riconosciuti con imbarazzo in alcuni è
probabile che il vostro rapporto con l'arte marziale che praticate
non sia esattamente sano e che sia la coperta (corta) di altri
problemi.
I dieci punti, come del resto questo
articolo, sono il frutto di una mia ricerca su quelle che
scientificamente vengono catalogate come “dipendenze senza
sostanza”. Dipendenze che spesso hanno in realtà la loro causa in
alcune sostanze chimiche ma, al contrario delle altre, non le
assumiamo volontariamente ma le secerne il nostro corpo. Un
complesso di neurotrasmettitori, di catecolamine e ormoni, che
causano a livello prettamente chimico dipendenza.
I dieci atteggiamenti sono stati presi
da una di queste dipendenze che rientrano nella stessa nomenclatura
scientifica, la dipendenza da gioco d'azzardo, semplicemente cambiando parole chiave.
Il problema in questo caso è ancora
più subdolo che per altre dipendenze: qui non abbiamo fumose bische
coi soldi sul tavolo, o incalliti fumatori obesi incollati ad una
slot machine. Non abbiamo un comportamento evidentemente riprovevole
a livello sociale, l'opposto. Abbiamo un comportamento che sembra
l'esaltazione del corpo e della vitalità, l'esaltazione della
volontà e delle proprie qualità psicofisiche.
L'arte marziale è un
ottimo calderone per pseudo etiche, pseudo valori e pseudo amicizie.
L'ambiente marziale peraltro si contorna spesso anche di superficiali
filosofie esistenziali, spesso mal interpretate o addotte a scusante
per la propria condotta di vita che è evidentemente carente su altri
fronti e sbilanciata. Il soggetto quindi si caratterizza anche per
questo, secondo la Dottoressa Monica Monaco che scrive “Altre
persone appartengono al gruppo degli “sportivi compulsivi”, in
cui l’attività fisica è un modo come un altro per sostenere una
precisa routine che conferisce un senso di controllo e di superiorità
morale. “
Dietro addominali scolpiti o
prestazioni sportive notevoli si cela spesso, quindi, uno squilibrio,
un'incapacità di vivere appieno la vita e di accettare la varietà
di stimoli e di difficoltà che essa propone. Una paura, spesso
manifesta, di confrontarsi su altri piani che non siano quelli della
propria disciplina. Una vita giocata ad escludere dalla propria
scacchiera tutte le pedine che non condividono la nostra scelta
totalizzante e, di riflesso, una vita dedicata a contornarsi da chi
ha la stessa psicopatologia, la stessa dipendenza senza sostanza e
gli stessi problemi di ego.
Allenamenti nei giorni più impensabili
dell'anno, derisione da parte degli amici o colleghi, difficoltà o
incapacità di gestire relazioni sentimentali o amicali esterne alle
arti marziali, ideazione ossessiva di tematica sportivo/marziale,
assenza di interessi esterni. Un quadro comune, che molti
rigetteranno con forza, ma che sarà ancora una volta
inequivocabilmente segno di un malessere e di una cattiva gestione di
se stessi.
L'arte marziale può significativamente
migliorare la qualità della vita per i suoi molteplici risvolti in
fatto di forma fisica, socializzazione, autostima, autocontrollo,
risvolti culturali, filosofici e morali.
Nello stesso modo può diventare un
problema laddove questa via sia stata cavalcata non come scelta ma
per ovviare alla mancanza di alternative.