Per la prima volta un intervistato mi "scippa" l'idea che mi ero preparato circa la sua presentazione. Avere Andrea in condivisione su, ad esempio, un social network, significa scoprire un ragazzo colto, sensibile all'arte, all'attualità politica, alle problematiche sociali, appassionato di vari sport. E' un vulcano di spunti e passioni. Nella sua prima riga di questa intervista ce lo racconta lui stesso infatti. Appassionato di passioni e lettore attento dell'evoluzione del mondo che lo circonda, sia che l'evoluzione in esame riguardi il mondo marziale sia l'arte o la politica. Nel visionare gli incontri che lo hanno visto in veste di arbitro, come gli ho detto in privato, sono rimasto notevolmente colpito dal suo piglio attento, umano, responsabile e coraggioso. Un arbitro vero sa prendere anche decisioni difficili e, anche in questo caso, sembra far capolino la sua cultura, la sua sensibilità per la realtà circostante.
Autore e conduttore di un pionieristico programma radiofonico sulle MMA e "last but not least" praticante di arti marziali e sport da combattimento dalla più tenera infanzia.
Potevo chiedere di più?
L'intervista.
Ciao Andrea, presentati agli amici di Try To Fight che non ti dovessero conoscere.
Mi chiamo Andrea Bruni, 35 anni, appassionato di arti marziali, cinema, motociclismo e sport vari che non siano il calcio. Per diletto faccio radio da qualche anno, inizialmente a Radio Rock, ora con una trasmissione solo sulle MMA ogni Sabato mattina su una Radio che tratta solo di sport.
Forse il mio trascorso accademico, il mio essere considerato, a ragione, un pignolo “cacacaz...”, mi hanno dato accesso al mondo degli arbitri, cosa che quando ero giovane e praticavo Tae Kwon Do, ho sempre guardato con sospetto…Ora sono ufficiale di gara per la FIGBJJMMA e ho già un buon numero di presenze da arbitro e giudice in match di MMA pro.
Sei un pioniere radiofonico delle MMA.
Prova a spiegarci le difficoltà, gli oneri, gli onori e l'impegno necessario per la conduzione di una trasmissione del genere.
Non ci sono state grosse difficoltà, ho semplicemente dovuto spiegare il tipo di trasmissione e programma ai direttori della rete, ma soprattutto cosa fossero le MMA. Devo ringraziare Saverio Longo(Presidente della FIGBJJMMA) e Luca D’Amico(suo allievo ed ex dipendente di Radio Manà Sport) se finalmente in Italia c’è una trasmissione con scadenza settimanale che viene trasmessa sia in FM che in streaming, dedicata alle MMA. Comunque non c’è stato scetticismo o altro, anzi, sono stati così disponibili in seguito da permettermi di organizzare delle “notturne” in diretta degli eventi UFC. Tra gli oneri ci sono quelli di cercare di offrire sempre una programmazione interessante, riportando notizie agli appassionati, sia su eventi italiani, che su eventi internazionali e la responsabilità di essere una voce che faccia conoscere il nostro sport anche a chi lo ritiene un qualcosa di violento per violenti. Tra gli onori sicuramente la possibilità di intervistare atleti del panorama internazionale, lo stesso Dana White, ma anche atleti italiani in ascesa, e in attesa di una chiamata da qualche circuito importante…devo dire che mi manca ancora di intervistare Alessio Sakara e questo mi dispiace molto.
Altro tuo impegno è l'arbitraggio. Mi ha molto colpito un tuo intervento per interrompere un incontro dove un atleta aveva subito un poderoso e ben piazzato high kick. Traspare da questo evento e da altri un grosso senso della responsabilità e, devo dire, anche un certo coraggio perché probabilmente non sempre le scelte arbitrali sono condivise dagli atleti, dai sostenitori degli atleti o dal pubblico. Spiegaci insidie e gratificazione dell'arbitraggio.
Succede che le scelte arbitrali, non siano ben gradite né dall’atleta né dall’angolo né dagli spettatori. Dobbiamo però fare delle precisazioni. Match da pro e da amatori. I regolamenti sono diversi, sono pubblici e pubblicati, e spesso né gli atleti né i coach conoscono le regole con cui salgono sulla materassina o entrano nella gabbia. Ed è un problema serio, soprattutto se è un torneo, e i ragazzi sono principianti, parliamo quindi di serie C e D nelle mma amatoriali per esempio. Il regolamento è pubblicato sulla stessa pagina in cui c’è il link per l’iscrizione al torneo, l’orario e la location…ma nessuno lo legge. Spesso alcuni coach fanno domande poco prima di far salire i ragazzi sulla materassina, o contestano la regola una volta dato il punto…perché non conoscono il regolamento stesso o perché non hanno letto gli aggiornamenti.
Idem per i match da pro e semi-pro. Sono dell’idea che se il tuo atleta debba combattere con regole semi-pro, debba essere preparato con quelle limitazioni per dargli degli automatismi tali, che in caso di gnp non vada a scaricare subito sul viso dell’avversario o che non cerchi la ghigliottina dalla monta…cose così…nei match in gabbia, che siano pro o semi cambia poco, l’abitudine alla parete e quindi al non afferrarsi è più complicata da abituare, non tutti hanno la possibilità di allenarsi dentro una gabbia regolamentare, quindi sono più tollerante, aspetto 3 richiami prima di dedurre il punto e avviso al terzo richiamo. Attenzione però, la colpa è anche dell’atleta…è giusto che si fidi del proprio coach, ma alla fine è lui che entra in gabbia o sale sulla materassina a prendere e dare botte. E poi ci sono gli spettatori, molti dei quali amici e non compagni di allenamento, che non hanno quindi idea delle regole con cui stanno combattendo.
Probabilmente dopo tanti match dell’UFC e di altri eventi visti e alcuni osservati e studiati attentamente, non sono riuscito a non notare i vari comportamenti degli arbitri o i metodi di giudizio dei giudici. Cerco quindi in primis di far rispettare il regolamento a tutela degli atleti, soprattutto nei casi in cui ci siano molte più limitazioni, amatori o semi-pro, e poi lo spettacolo e la tecnica.
L’incontro cui tu fai riferimento è stato vagamente contestato in primis dall’atleta, il quale stava combattendo con un regolamento semi-pro, e poi dall’angolo e da altri allenatori di altri team, i quali hanno anche paventato un mio aver regalato la vittoria dato che mi hanno visto scherzare con il suo coach…quello che mi fa più imbestialire è l’aver dato un giudizio senza conoscermi. Ovunque vada, nella maggior parte dei casi, sia allenatori che atleti, che abbiano vinto o perso durante un mio arbitraggio, mi salutano e scherzano con me. Ora, sarei amico e favorirei tutte queste persone? Poi c’è da aggiungere che il mondo della arti marziali e degli sport da combattimento è piccolo, io sono nel giro da 24 anni, è normale che bene o male conosca qualcuno…e che con alcuni di questi si possano essere sviluppate negli anni, conoscenze e anche amicizie.
Il ko a seguito dell’high kick è stato netto, mi hanno contestato un pugno al viso nel breve gnp successivo, ma Amendolagine ha prima spinto e tenuto l’avversario a terra, poi l’ha colpito sul petto una prima volta e forse la seconda sul viso, ma sicuramente in modo non intenzionale, e comunque era un match di semi-pro, sarei dovuto intervenire anche prima del controllo a terra e del gnp. Quindi io mi contesto un leggero ritardo nell’intervento.
Ci sono ovviamente gratificazioni, e sono il sorriso sugli atleti che si abbracciano a prescindere dal risultato, significa che il mio intervento è stato limitato e quel poco non invadente e opportuno. Questa è anche l’immagine che più mi piace nelle MMA, e l’essere stato parte seppur “passiva” di ciò, mi fa molto piacere.
Passiamo alle domande tecniche: cosa consiglieresti ad una persona che vuole provare a costruirsi delle conoscenze e delle abilità funzionali per le MMA, di sperimentare i diversi ambiti del combattimento con i relativi specialisti o di formarsi direttamente in ottica globale, pertanto subito con un allenamento globale e generalizzato?
Domanda la cui risposta è impossibile, o almeno impossibile rispondere in modo politicamente corretto e diplomatico. Provo con un elenco…e cerco anche di spiegare i pro e contro…e le insidie…
1 – cercare una palestra di MMA e provare sarebbe la scelta migliore, ma siamo in Italia e i venditori di fumo sono ovunque, soprattutto nelle arti marziali, e ora soprattutto nelle MMA in cui iniziano ad esserci interessi economici non indifferenti.
Come essere sicuri che la palestra di zona non ci sia un istruttore che venda fumo? Siamo nel 2012, google e youtube permettono di avere accesso a informazioni e video che potrebbero aiutare ad evitare situazioni poco chiare…e quindi verificare se i titoli millantati dall’istruttore o dagli atleti siano o meno validi. Ci sono anche dei gruppi di studio, che meriterebbero più rispetto e attenzioni rispetto a quelli che da stili tradizionali, si improvvisano maestri anche di MMA, mettendo video online in cui praticano uno sparring privo di tecnica e di scopo, in cui tentano proiezioni imparate su youtube direttamente sul parquet…
2 – praticante di una disciplina di specifica che vuole avvicinarsi alle MMA? Abbassare la cresta e iscriversi ad un corso di MMA(vedi punto 1), e qualora non dovesse esserci, andare in una palestra in cui praticano una disciplina diversa dalla sua. È ormai riconosciuto che le MMA moderne sono composte da 3 macro aree di combattimento, striking, wrestling e grappling. Sono delle aree che ormai non sono più thai + libera + bjj, ma sono thai adattato per il regolamento di MMA, libera adattata per…e così via. È folle pensare di allenarsi di thai, poi il giorno dopo di libera, poi il successo di bjj ed entrare dentro una gabbia con skills completamente slegati tra loro. Tornando al problema quindi in caso uno striker volesse avvicinarsi alle MMA, dovrebbe andare in una palestra in cui pratichino discipline lottatorie, preferibilmente il bjj o grappling, perché si può perdere per decisione contro un wrestler, ma è più pericoloso perdere per sottomissione o per ko. Fare presente quindi all’istruttore la volontà, in futuro, di provare un match con regole MMA, e capire se lui sia interessato a far vedere, qualora ne abbia le conoscenze, tecniche, passaggi, shoot, tutto adatto ad un avversario che può colpirti con pugni, gomiti, calci e ginocchia. Idem se si dovesse scegliere una palestra di libera o di greco-romana…Vale anche al contrario…un grappler necessita di imparare ad evitare i colpi in piedi, i tempi in cui Royce Gracie portava a terra a piacimento e sottometteva sempre a piacimento avversari che non sapevano cosa fosse uno sprawl o come difendere il braccio da un armbar, sono fortunatamente passati e lontani.
Ovviamente la chiave centrale è il wrestling, offre la possibilità di decidere dove portare il match. Liddell, wrestler fortissimo, ha usato i suoi skills lottatori per evitare di finire a terra, sprawl and brawl...Fitch e altri per sfruttare il grappling o il proprio jiu jitsu.
Come vedi oggi la dicotomia striker vs grappler? Tra i “main event” mi viene in mente l'incontro tra Werdum e Overeem, di nemmeno un anno fa, dove l'uno faceva di tutto per cercare il suolo mentre l'altro tutto per evitarlo. Premesso che personalmente gradisco gli specialisti, pensi che sia superata o si supererà come dualità?
Hai preso come esempio un “rematch”…in cui Overeem già punito a terra nel loro primo incontro, ha cercato di non ripetere l'errore commesso la prima volta. All'interno di questo “classico” delle MMA ormai si sono inseriti i wrestler, o almeno, il wrestling è ciò che può fare la differenza.
Non sono un amante dei pesi massimi, preferisco le categorie più leggere, uno dei match più belli che ho visto recentemente è stato quello tra Demetrious Johnson e Ian McCall.
Sicuramente un match tra “specialisti” vende molto di più, perché aumentano le possibilità di una vittoria per tko o per sub, ma allo stesso tempo saranno sempre di meno, e ne sono contento. Altro match da vedere e rivedere Ben Henderson vs Frankie Edgar, striker vs wrestler. Recentemente non ci sono più grappler puri, lo stesso Nate Diaz ha una boxe eccezionale, è un cecchino con quelle leve lunghe, ma allo stesso tempo ha un bjj letale.
Ti presento una mia opinione: negli anni e nel mondo, sia in grandi eventi sia in eventi minori, le MMA mi pare che ci abbiano mostrato ottimi atleti provenienti dalle più disparate esperienze marziali. Ovviamente alcune discipline di provenienza risultano più presenti di altre, ma credo sia un dato da attribuire alla vocazione più o meno competitiva e sportiva di alcuni settori, magari tradizionalmente più votati all'agonismo e al confronto e probabilmente anche alla storia delle MMA. Detto questo: pensi che possiamo ancora affermare che alcune arti marziali non siano efficaci o che invece lo siano l'abitudine a non confrontarsi e alcune metodologie di allenamento?
La risposta devia leggermente dalla domanda... tutte le discipline “classiche”, sono piene di tecniche, forme, principi e metodologie in alcuni casi volutamente desuete o che comunque su un ring o su una materassina o in una gabbia non trovano ambito di applicazione anche in un regolamento come quello delle MMA che permetterebbe il confronto tra diversi stili.
Tornando alla domanda, sì, la mancanza di un confronto “serio” è il motivo principale per cui molte discipline marziali basate sul concetto di difesa personale o ancorate a dogmi di vario genere e specie, stanno morendo, e non è la moda delle MMA a farle morire, ma il loro non voler accettare un concetto semplice semplice, l'evoluzione.
Come ho già scritto, alcuni di questi per sopravvivere stanno improvvisandosi istruttori di MMA, proclamando che i propri ragazzi prenderanno parte a tornei o match...la cosa strana, è che grazie anche alle MMA amatoriali della FIGBJJMMA, questi presunti istruttori potrebbero testare loro stessi o far provare ai propri ragazzi cosa sia un match a contatto pieno, con le protezioni e con varie limitazioni.
Devo aggiungere un qualcosa, non concordo con l'esistenza delle serie C e D. Troppo distanti dalle MMA, troppo.
Poi ci sono praticanti di tali stili “classici” che si testano, che integrano e lo fanno con dedizione e serietà, riconoscendo i limiti del proprio stile di provenienza, e quelli meritano rispetto, al contrario dei primi che invece reputano così invincibile il proprio stile, perché secolare, che non capiscono quanto ridicoli siano.
Una nuova domanda per quello che riguarda questo sito: tu hai fatto tante esperienze, tradizionali e non, hai visto tanti ambiti del combattimento e tanti eccelsi atleti. Non ti è mai venuto in mente di creare un tuo approccio al combattimento. Sebbene in Italia sia una cosa sempre ostracizzata, tu personalmente che ne pensi? Ti piacerebbe? Come organizzeresti, al di là che lo faresti o meno, una tua “scuola”?
Ognuno di noi, soprattutto se proveniente da uno stile specialistico, avrà delle preferenze come combattimento, allo stesso tempo, c'è da considerare che non si sale da soli sul tatami o dentro la gabbia e quindi si dovrebbe essere abbastanza versatili, qualora non si abbia avuto modo di preparare e studiare un gameplan. Detto ciò, no, non aprirei mai una mia “scuola” intesa come nuovo stile. Al momento il concetto di scuola/stile è un po' contro quello che professo, cioè l'allenamento nelle varie fasi del combattimento, che sia per un match o per semplice divertimento.
Se proprio dovessi aprire una palestra, credo che applicherei il metodo Hung Mun, cercherei di offrire vari tipi di corsi, attrezzature adeguate per la preparazione atletica, uno staff di istruttori sempre presenti e ragazzi con cui fare sparring. Niente di innovativo, niente di esotico, solo qualcosa di pratico e funzionale.
Gioco della torre, ti dico due discipline mi dici chi butti giù e perché... ovviamente scatenati pure nell'analisi e nei commenti! Iniziamo. Karate o Taekwondo?
Questa è facile facile, butto giù il karate...diciamo che ancora prima del dualismo striker vs grappler c'è stato quello tra noi del tkd e loro del karate...mi riferisco al karate tutto forme e contatto leggerissimo...credo che sia un'aberrazione del concetto stesso di arte marziale...senza botte, che arte marziale è???
Boxe o Kick boxing?
Questa è molto più difficile. La boxe mi piace molto di più da vedere, ma la kick boxing è decisamente più completa...forse butterei giù la kick boxing.
Krav Maga o Wing Chun?
Krav Maga, ma più per una questione di tipo di marketing che altro. Alla fine sono lo stesso tipo di prodotto, stesso tipo di drill e di “entrate”, chiamate e allenate in modo diverso, ma la sostanza è sempre la stessa.
Bjj o Submission (gi o no gi)?
Il panno resta, il grappling giù dalla torre. Forse allenarsi con il panno è come correre con gilet zavorrato, una volta che lo togli e corri vai il doppio! Quindi giù la submission grappling.
Striker o Grappler?
Anche questa è facile... Striker tutta la vita!!!
Ti ringrazio della disponibilità, Andrea. Come e dove possiamo seguirti?
Grazie a te dell'opportunità! Per chi volesse, ogni Sabato mattina dalle 11 alle 12 su Radio Manà Sport 90.9 in FM a Roma e in streaming in tutto il mondo dal sito della radio, oppure su facebook https://www.facebook.com/MMACafeRadio e sul blog (ancora in aggiornamento) www.mmacaferadio.blogspot.com
Intervista ad Andrea Bruni.
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