Breaking News
Loading...
giovedì 22 settembre 2011

Inutile negarselo, nel novero dei grandi problemi delle Arti Marziali c'è quello di applicare realmente ciò che si studia. Troppe volte, in troppi contesti la teoria differisce dalla pratica, teoria che eppure non muta nemmeno di fronte all'evidenza di applicazioni che contraddicono irrefutabilmente i presupposti tecnico-teorici. Per questo siamo da lungo tempo abituati a vedere una differenza abissale tra il Karate da Kihon o Kata e quello sportivo, tra il Judo del Nage No Kata e le tecniche da gara, quasi sempre fatte in forma di "sacrificio". E l'elenco ne avrebbe ancora tante di discipline bipolari, ove la tecnica è impossibile a praticarsi.
Nelle MMA da tempo era chiaro che si pugilasse in maniera molto differente da quella della "Nobile Arte", eppure alcune resistenze nell'ammettere questo e, chissà, forse la voglia di alcuni di pacificare due mondi, MMA vs Boxe, sempre ai ferri corti, faceva dire a qualcuno che la Boxe così come è praticata dai pugili fosse una parte del bagaglio tecnico del Fighter di MMA. In realtà appare sempre più chiaro che la Boxe dei guantoni, dei Backfist e Hammer Fist vietati e via dicendo non è modificata, come alcuni sostengono, per le esigenze delle MMA... semplicemente si usano le mani e il corpo in un modo diverso che non ha più niente a che vedere con la Boxe Inglese.
Nel filmanto sottostante uno splendido glossario di pugni ad uso delle arti marziali miste. Nick Diaz, che non ha bisogno di presentazioni, si allena di boxe (la sua) e spiega i suoi colpi.
Se avesse pugilato, da anonimo, nel modo in cui fa in una palestra nostrana non oso immaginare come lo avrebbero redarguito e come lo avrebbero bollato come incompetente.
Segno che le arti marziali sono ad uso dell'uomo e della sua capacità di personalizzazione e non, come vorrebbero i commercianti e gli stilisti di ogni credo, rigide forme che ingabbiano la natura dell'essere umano che prova a combattere.