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sabato 18 giugno 2011

Continuando sulla scia delle considerazioni fatte nei primi due post con questo titolo, vediamo di trarre una conclusione.
Ehi, colpitori, striker, pugili svegliatevi! Sarebbe ora che le discipline di striking fossero fruibili anche da chi fa il rappresentante o l'assicuratore e non può andare a lavoro abbozzato come un migrante naufrago! Sarebbe ora che che Boxe, Kick Boxing e similari fossero praticabili da tutti a pieno, all 100% e che tutti abbiano la gioia di tirare sti benedetti ganci a forza piena, scoprendo presto che quelli accademici col gomito a 90/100° non funzionano!

Io ci ho provato a salire sul ring. Lo ho fatto nella federazione dello squisito Franco Scorrano. Il video che vi allego, vi giuro, non è tagliato o incompleto. E' semplicemente tutto quello che l'amico che mi ha accompagnato a Milano è riuscito a riprendere perché non sapeva usare il mio cellulare. Se avete pazienza di analizzare il video, il gong che sentite all'inizio, appena si apre, è la fine del round della finale. L'avversario evidentemente fuori tempo massimo mi assesta un diretto destro che centra con precisione chirurgica il mio (lungo) naso. Ho iniziato quasi istantaneamente a sanguinare. Il concitato conciliabolo fra me e il buon Franco verte proprio su questo: io dicevo che ero stato colpito e fuori tempo massimo. La persona che in fine di ripresa inizia a salire le scale è il medico dell'incontro che ha considerato la mia situazione inadatta alla continuazione dell'incontro.
Non mi importa. Il mio avversario era nettamente superiore e io ero come mio solito fuori categoria giacché gareggiavo nei massimi leggeri. Lui era un purista del pugilato, forte ed esperto. Sono felicissimo di come è andata!
Ma anche da questa esperienza traggo queste conclusioni: le discipline di striking devono letteralmente copiare dalla lotta, dal Jiu Jitsu, dal Judo, dal Sambo la fruibilità totale di tutti i praticanti.
Io non so come si può fare. O meglio un'idea ce l'ho: caschetti integrali, regolamenti tipo Kyokushin o KO Karate o, ancora, quello senza colpi al volto ideato dal Maestro di Thai De Cesaris (del quale ho anche recensito un libro).
Tutti i miei amici marziali e non, ma tutti davvero, hanno avuto la gioia di lottare con me con o senza Kimono. Con alcuni di questi ho lottato a terra con foga da gara! E io ero contento e loro pure! Sebbene non fossero marzialisti avevano finalmente provato un'esperienza di grande stress come quella della lotta, dove obiettivamente vengono simulate situazioni davvero spiacevoli.
Io stimo immensamente chi sale sul ring. Credo che costoro abbiano qualità fuori dal comune. Ma sarebbe ora che chi sale sul ring inizi a stimare chi non può salire sul ring perché è una persona "normale", coi suoi limiti e che capisse di essere una persona fuori dal comune, appunto. Se queste discipline (Kick, Thai, Full contact, Sanda) vogliono avere nuova linfa io mi auguro si creino regolamenti che permettano a tutti di provare le tecniche a pieno. A mio giudizio una soluzione è evitare la testa come bersaglio, in un post ancora successivo esaminerò perché questo è auspicabile. Le percussioni alla testa hanno sempre conseguenze pesanti, specie se ripetute. Credo fortemente che non sia importante quante e quali tecniche si possano portare in un combattimento... credo che non interessi se un combattimento è "realistico". La mia visione, che come ho mostrato finora è mutuata delle esperienze lottatorie, è che bastano poche tecniche consentite purché siano tirate come la perfezione corporea prevede. I light non sono la soluzione, nemmeno loro. Spesso sono malgestiti e più gli atleti si stancano e più finoscono per titare a pieno. Ottime iniziative sono quelle come la Boxe competition, ove si spiega che una desciplina di derivazione pugilistica; non c'è peso nel contatto però ci sono anche criteri del tutto differenti di valutazione dell'incontro e il gesto tecnico è decisivo per vincere. Nei light spesso, invece, i parametri per vincere sono gli stessi che per il contatto pieno e ancora una volta le discipline di striking divengono non fruibili a tutti.
Sarebbe ora che chi ama gli sport da combattimento e le arti marziali capisse che gli effimeri vantaggi di fare regolamenti elitari, adatti a chi può permettersi lesioni e allenamenti non possibili a tutti o solamente a persone "speciali" portano le persone a lasciare le discipline di striking per darsi giustamente a lidi dove si può tirare a bestia in tutta sicurezza. 
Alcuni miei video, che trovate nella barra di destra nella sezione etichette sotto la voce training (o qui), vogliono dimostrare proprio questo. Con le dovute protezioni combatto anche pesantemente con persone che altrimenti non avrebbero mai provato a combattere. Questo è Try To Fight!
Una piccolissima, infima percentuale, delle persone che frequentano le palestr di Kick o Boxe hanno provato la loro disciplina/regolamento tirando davvero forte le tecniche... gli sparring "da palestra" sono spesso un contentino, un giochetto scemo che è lontano anni luce dal regolamento che si dice di praticare. Perché fare discipline che non proveremo mai? Meglio allora ridurre i bersagli, aumentare le protezioni e tirare forte. Ovviamente, alla prossima puntata.