Il cavaliere nero è l'incubo di ogni marzialista, anche di quelli che ne negano l'esistenza, anche di quelli forti e virtuosi.
Eravamo in un ristorante, se non ricordo male zona Talenti-Nomentana. Era una tranquilla serata, eravamo due coppie e cenavamo e conversavamo serenamente in un carino locale, del tutto incuranti dei grandi guai del mondo com direbbe l'Alex di Arancia Meccanica. Entrarono nel locale due ragazzi, normali direi, forse con l'aspetto reso appena torvo da qualche tatuaggio di troppo, ma insomma non è certo insolito vedere persone tatuate.
Si sedettero ad un tavolo vicino al nostro ed inizarono a parlare fra di loro. Attendevano serenamente di essere serviti, senza nessuna maniera vistosa. Uno, mi colpì, nonostante non sembrasse un prelato aveva un vistoso tatuaggio raffigurante Gesù Cristo su di un avambraccio. Questo è tutto quello che notai, mi considero un osservatore, ma sinceramente i due non mi stimolavano troppo. Li avevo visti, li avevo catalogati e archiviati attraverso quei preconcetti e pregiudizi, non per forza negativi, che tutti abbiamo. Due ragazzi normali, tutto qui.
Continuai a pasteggiare e a chiacchierare forse sfoggiando qualche mio trito cliché o argomento collaudato. I grandi guai del mondo, forse non erano troppo lontani. Un signore si alzò dal tavolo: direzione toilette. Aveva l'aria un po' scanzonata, forse divertita ma di più, irriverente. Rispondeva benissimo all'immagine di un certo buzzurro romanesco sui quaranta. La camicia sbottonata, oro al collo, ai polsi, barba puntiforme e corta tipo banda bassotti. Mi dovette venire in mente una vecchia barzelletta "do sta er cesso?" chiedeva l'avventore di un bar "come, scusi?" chiedeva uno del personale, "sì ndo sta er cesso??" "E' in fondo a destra, c'è scritto gentlemen, ma lei non ci faccia caso". Sì, avrebbe potuto essere il protagonista di quella barzelletta. Invece di chiedere "do sta er cesso", attore comunque di qualcosa, il signore si ferma al tavolo dei ragazzi, quelli normali. Appoggia le braccia sulle spalle di entrambe e gli dice:"Se volete cacà er cazzo mo dite, ve passo la sveglia regà, occhio. Avete preso la persona sbagliata pe fa i gaggi." I due ragazzi non fiatano, il signore, forse meglio il tizio, se ne va al bagno. I ragazzi sembravano basiti, rimbecilliti. Facevano finta di nulla e nemmeno parlavano tra loro. Devo dire che erano molto giovani, avranno avuto vent'anni. Facevano finta di nulla. Tornato dal bagno rifece accenno dei suoi propositi ai giovani e chiuse con un minaccioso "state accorti eh, occhio regà".
Guardavo per capire cosa succedeva e anche se la situazione potesse degenerare. Il tizio si sedette al suo tavolo e continuò, come se veramente fosse solo andato al bagno, la sua cena. C'era un amico con lui e due signore.
Chiesi alla mia ragazza "ma che gli avevano fatto i due ar cavaliere nero?". Niente sembrava. Forse uno sguardo di troppo, una risata, un'incomprensione. Ma niente, non gli avevano fatto niente davvero. Era proprio lui, il cavaliere nero. Senza nessun motivo ma davvero nessuno si era fatto giustizia di chi lo infastidiva, anche se solo nella sua testa forse obnubilata dalla cocaina.
Il Cavaliere nero prima o poi lo incontriamo tutti. Si dice cambi faccia e dimensioni e che possegga il dono dell'ubiquità. Si mormora non abbia identità ma che taluno, talvolta, ne vesta i panni.
Il cavaliere nero è l'incubo di ogni marzialista.
Per sapere come mi uscì di chiedere che cosa era successo alla persona che subito appellai come cavaliere nero vedete questo filmato. Non so dire perché ma dovevano parlare di uno come lui e mi venne in mente il cortometraggio mutuato a sua volta da uno sketch di Proietti..
Il cavaliere nero
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