Il Taijiquan (o Tai chi chuan) è probabilmente, tra gli stili di Kung Fu, quello di più netta matrice taoista. In occidente è sbarcato soprattutto come ginnastica dolce e nella stessa Cina fu snaturato dal regime comunista. I benefici sulla salute della pratica del Taiji appaiono confermati anche uscendo dalla medicina tradizionale cinese ed entrando in quella occidentale. La lentezza dei movimenti favorisce l'allungamento muscolare e, come nel superslow del body building, aumenta l'intensità totale dell'esercizio anche senza creare grossi sforzi articolari. Alcuni evidenziano anche benefici della pratica di questa arte marziale a livello di ossigenazione dei tessuti e del cervello, la quale incrementa per via dell'attenzione posta sulla respirazione e sulla propriocezione quindi sulla coordinazione.
A livello prettamente di combattimento le applicazione del taiji sono varie e legate indissolubilmente con l'idea di non opposizione e di armonia del movimento. Alcune sono legate al Qinna (o Chin na) ovvero l'arte delle leve e delle prese nel Kung Fu cinese. Il Taijiquan, a livello pratico quindi, sembra dare risposte a situazioni poco complicate, quali una spinta o una presa al polso. Il motivo probabilmente risiede nel fatto che questa arte ha almeno quattro secoli alle spalle. L'anzianità, se così vogliamo dire, dell'idea di confronto sottesa porta inevitabilmente alla risoluzione di alcuni conflitti in maniera a volte inattuale, ma forse non per questo non efficace. Dobbiamo pensare che queste antiche arti marziali non nascono con l'idea di affrontare supercombattenti, super atleti o cage fighters, ma le ordinarie tenzoni dell'uomo comune contrapposto ad un altro uomo comune. Nelle applicazioni del taijiquan, a prescindere da quale stile sia, troviamo in embrione concetti poi ripresi dal Ju Jitsu e dall'aikido, tanto è vero che come proposto nei video c'è chi ha provato ad unirli.
E adesso è giunta l'ora di vedere i video...
Taijiquan, arte marziale e di benessere
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