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mercoledì 9 marzo 2011

A "la mia arte marziale è migliore della tua" ci aspetteremo che seguisse un "gnè gnè gnè, stupidino!". Così avremmo un'informazione anagrafica su chi si sta esprimendo e sapremmo che sono dei simpatici bambini. Dai condizionali usati intuiamo che non è così. Chi scrive sul web o chi ci parla invece, spesso, è un uomo, grande, grosso e vaccinato che eppure non rifugge a queste miserrime discussioni. Devo dire però che c'è un torbido fascino nel dibattito su quale sia o quali siano le arti marziali che funzionano, altrimenti sarei un po' il bue che dice cornuto all'asino a scriverne.
Raffigurazioni dell'antico Ju Jitsu
Vediamo: Tutte le arti marziali hanno pretesa d'efficacia. E qui nasce un primo problema di individuazione nello spazio e nel tempo nonché nella qualità di questa efficacia. Dove? Quando? Per quanto tempo? Che tradotto significa: stiamo parlando di un confronto sul ring? Se sì con quali regole? Stiamo parlando di un'aggressione del bevuto di turno negli angusti spazi di una discoteca? O dell'automobilista che gli sale il Chuck Norris che c'è in lui? Stiamo parlando di efficacia nel Bronx? Ad Harlem? Nel Darfur? Personalmente ho notato, anche amaramente per quello che ne consegue, che spesso nel sud d'Italia si ha la maggiore diffidenza per le arti marziali intese come difesa personale. Il "quando?" è davvero affascinante e ci apre una serie di riflessioni importanti, in forma ancora di interrogativo. Deve essere efficace anche quando sarò più in là con l'età? Anche quando non sarò allenato come un cavallo da corsa? In quali momenti della mia vita? Può cambiare l'idea di efficacia quando sarò padre rispetto a quando ero un baldo giovine? E... "quando?" porta a "per quanto tempo?". Per quanto tempo va allenata l'arte marziale prima di essere efficace? Per quanto tempo mi devo difendere? Per quanto tempo intendo allenarmi?.
Di seguito abbiamo la "qualità" che è correlata con la "quantità": quali danni devo infliggere? Quanto danno devo infliggere? Quali persone devo affrontare? Un pugile professionista? Un postino? Tre persone? Il Gracie Jiu Jitsu stupì anche perché riusciva a sottomettere gli avversario senza arrecare grossi danni. Mi basta? Quanto voglio difendermi? Mi basta uscirne con qualche ammaccatura? Mi basta non prenderle? Mi basta mettere KO?...
Gli interrogativi sono tanti e interessanti. Non sarò io, e se lo farò non lo farò ora, che dirò che non esistono arti marziali migliori delle altre. Sarebbe forse troppo "politically correct". E' facile dire dipende da troppi fattori... ma forse è anche vero, come un po' per tutte le cose che hanno come soggetto l'essere umano. Comunque la si veda spero di aver speso queste parole riuscendo a dimostrare una sola cosa: chiunque vi dica questo è meglio di quello, a meno che non si diletti in raffinate spiegazioni, o è in malafede o ha il quoziente intellettivo di un cucciolo di testicolo.

PS
Mi è stato fatto notare in merito agli scritti chi ho dedicato ad alcuni marzialisti: "ma tu scrivi bene di tutti!". No, assolutamente no. Solo di quelli che stimo.