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giovedì 30 dicembre 2010

In un momento di massa e di ingiustificata convinzione
Una delle cose probabilmente più affascinanti di giocare a farsi una preparazione tipo MMA è sicuramente il saper combinare il tutto e saper trovare una propria dimensione. Impresa ardua. Forse impossibile per un amatore. Proprio quando a terra ti senti sicuro e ricevi qualche complimento, ti ricordi che è un po' troppo tempo che non tiri colpi. Quando tiri i colpi e più o meno ti piace la botta che arriva ti ricordi che è una vita che non lotti in piedi. E via girando. lo stesso per la preparazione atletica. Fatto il fiato, vuoi fare la massa, mentre fai massa vedi il corpo avere altre esigenze, altri range di movimento, magari prendi peso anche sporco. E lì sembra che il fiato non lo si sia mai fatto. Però arriva il però. Come lottatore vai una bomba, schiacci tutti, il fiato sembra di nuovo esserci e ti senti tutto felice. Torni ad allenarti in piedi e ti senti, pesante, lento e impedito dalla massa e il fiato a terra non lo riporti in piedi. Neanche un po'. I calci bassi però ti sembrano forti e quelli alti sono un cruccio invece. Le varie qualità poi sembrano giocare a chiodo scaccia chiodo: hai forza resistente ma non sei esplosivo, sei esplosivo ma non sei sciolto, sei sciolto ma non sei forte come prima. Tragedia per l'amatore, ma comunque affascinante rebus da risolvere. Immagino che per i professionisti sia molto diverso e si punti ad esaltare le proprie qualità, almeno così mi sembra. 
Fedor in un momento di massa e di giustificata fame
Forse anche questa ricerca crea il fascino delle MMA.
Una cosa mi sembra di averla capita. Il momento migliore è quando non hai cazzi per la testa. Così il corpo sembra essere uno strumento imparziale, a nostra disposizione per tutto. Domanda: "Ma perché quella foto tua?" Risposta : "Che cazzo te lo fai a fare il blog se non ti sputtani un po'!?!?". Sinceramente, credo, ribadendo il tutto, che proprio quando hai quella sana voglia di giocare, di sputtanarti, di provare, di confrontarti senza vincere o perdere, arrivino le cose migliori e il corpo metta da sé il turbo. Concetto elementare forse. Ma che pare scordato da molti blasonati insegnanti di vari sport da combattimento che non si sognerebbero mai di togliersi il cronometro dal collo, sdrammatizzare e tirare due tecniche con l'allievo, insegnando così la spensieratezza. O se volete il Mushin. E qui il discorso si complica ed è il caso di rimandarlo.