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domenica 26 dicembre 2010

Alcuni amici che seguono la filosofia Try To Fight mi hanno chiesto di provare uno sparring "ground & pound", questo perché desiderano provare a combattere. Provare le sensazioni dei colpi e dello schiacciamento. Vorremmo fare con protezioni per loro, anche casco integrale, e qualcosa di più ridotto per me. Ora vedremo, ne discuteremo insieme e ci accorderemo sul come fare. Ovviamente pubblicheremo un video di questa prova.
Come sempre prova a combattere significa anche prova a subire le insidie della pubblicazione sul web, prova a subire critiche e a discernere quelle costruttive da quelle tanto per parlare.
Ormai il confronto sembra destinato solo agli agonisti. Pochi si confrontano se non fanno gare. Fare gare sembra la conditio sine qua non per muoversi in libertà. Maestri ancor giovani e prestanti delle più svariate discipline difficilmente si pongono in condizione di scambio libero con un proprio allievo, soprattutto se adulto. Coi bambini magari giocano, ma con gli adulti guai a scambiare due calci. Anche nel Jiu Jitsu brasiliano spesso alle gare nazionali le nere latitano. A volte anche in palestra difficilmente si pongono in confronto con propri pari e l'idea di confrontarsi tra maestri sembra più adatta ad una sfida che ad un sano, ragionevolissimo, pacificissimo contesto di sparring.

Tanto tempo fa andai a provare il Kung Fu Tang Lang nella storica sede del Maestro Zappalà, uno dei patriarchi di questo stile a Roma. Mi sembra la seconda volta che ci andai, l'istruttore disse di fare un po' di sparring (con modalità simili a quelle che si usano di norma nel karate). Io gli dissi che non sapevo davvero come muovermi per avere un minimo di credibilità per fare un combattimento che doveva essere di Kung Fu. Lui con molta filosofia mi disse di lasciar uscire quello che avevo visto e di usare ogni cosa mi venisse in mente che pensassi idonea all'occorrenza. Inziammo. Mi divertii molto ma rimasi comunque un po' scettico. Mi aveva colpito con un calcio in fronte (delicatamente devo dire) e mi aveva atterrato diverse volte. Lì per lì non mi piacque troppo come cosa. Sparring, con me che non sapevo nulla di quello stile, appena venuto. Oggi mi rendo conto che fu una prova di grande onestà dell'istruttore che mi pare si chiamasse Gianni e se mai capitasse su queste pagine sappia che lo ringrazio. Si confrontò con me in fondo ad armi pari, in libertà. Il rischio in fondo era tutto suo. A me di certo non interessava andare bene o male, primeggiare o meno, tanto ero impegnato nel dare una verosimiglianza a quello che facevo. Lui si confrontò, colpendomi ma sempre con maestria. Se penso a quei maestri vigliacchi che ti dicono "dammi un pugno" e poi ti gonfiano di botte, questo Gianni era davvero di un'altra categoria. I vili del "dammi un pugno" sono la regola. Bisognerebbe, ma purtroppo non sarebbe forse correttissimo, dirgli "ok ti do il pugno ma per prenderti veramente, ok? quello che esce esce...".

Il Tang Lang non mi piacque a sufficienza per continuare e andai per la mia strada. Di certo in quell'occasione ebbi il piacere di provare a combattere, senza troppe pretese... come esattamente accade oggi. Se qualcuno me lo avesse detto prima "prova a combattere" avrei sicuramente perso meno tempo e soldi.
Il 2010 è finito, spero nel 2011 di fare diverse competizioni ed in più discipline. Finite le feste via con la dieta e la preparazione. Sinceramente, anche grazie all'autoanalisi che permette il meccanismo del blog-diario, l'idea di perdere o vincere mi sembra sempre più solamente ridicola. Si combatte, ci sono dei regolamenti appositi, penso non si perda mai in fondo, si trova solamente, al massimo, qualcuno più bravo. Perdere è un'altra cosa, un altro stato mentale, qualcuno più bravo ti permette di imparare.