Luca Brugnolini è il giovane talento delle MMA Italiane.
Giovane sì, ma non senza una grande esperienza. Luca ha vinto all'estero, è stato campione del Mondo ed Europeo delle MMA FILA, ha vinto in Italia anche in specialità diverse come il grappling.
E' sicuramente un giovane veterano, difficili ossimori, per presentare chi pur avendo ancora tutto di fronte a sé ha già il palmares dei grandi, i risultati che, in un neonato sport come questo, ne fanno un punto di riferimento.
Ragazzo dalla bocca piccola e dal cuore grande. Uno dei più discreti atleti che ho conosciuto, uno dei più impavidi.
Imbarazzantemente sereno prima, dopo e durante le sue performance, Brugnolini è una gioiosa macchina da guerra.
Luca Brugnolini, a destra, dopo lo Storm VIII. Foto di Alessandro Ciannarella. |
E' sicuramente un giovane veterano, difficili ossimori, per presentare chi pur avendo ancora tutto di fronte a sé ha già il palmares dei grandi, i risultati che, in un neonato sport come questo, ne fanno un punto di riferimento.
Ragazzo dalla bocca piccola e dal cuore grande. Uno dei più discreti atleti che ho conosciuto, uno dei più impavidi.
Imbarazzantemente sereno prima, dopo e durante le sue performance, Brugnolini è una gioiosa macchina da guerra.
L'intervista.
Ciao Luca, presentati agli amici di Try To Fight! che non dovessero conoscerti?
Ciao Luca, presentati agli amici di Try To Fight! che non dovessero conoscerti?
Ciao Nicola,
Mi chiamo Luca Brugnolini, ho 25 anni e
sono un atleta in forze al Team Hung Mun di Roma.
- Sei stato
diverse volte campione italiano di MMA-FIGMMA e sempre nello stesso
contesto sei stato campione europeo e del mondo... a cosa devi questi
ottimi risultati?
Senza dubbio all'ambiente che mi
circonda: in primis squadra, amici e famigliari che mi sono sempre
vicini e mi sostengono. Al di là della tecnica, credo che il
combattimento sia principalmente una questione di testa e riuscire ad
essere sereno prima di un incontro può fare una netta differenza.
Sono convinto che i miei risultati siano dovuti a questo.
- Come riesci a
conciliare il tuo impegno agonistico con la vita di tutti i giorni?
Non è una cosa facile poiché oltre ad
essere un atleta sono un dottorando in economia all’Università
degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Ti assicuro che è veramente
un lavoro a tempo pieno (oltre ad essere una passione!) e che in
alcuni periodi mi porta lontano dalla palestra. Tuttavia, rispetto ad
un lavoro normale, ha il vantaggio di avere orari più flessibili e
di permettermi di lavorare da qualsiasi posto (tra cui lo studio
della palestra!).
- Cosa pensi
manchi alle MMA italiane attualmente?
A mio parere manca un ingrediente
fondamentale: la fiducia. Vedo poca fiducia da parte di tutte le
persone che girano intorno a questo sport, come atleti, coach,
organizzatori, pubblico, media, sponsor ecc.; a parte in rari casi,
mi danno l’impressione di essere rassegnati al fatto che le MMA in
Italia siano uno sport di nicchia. E’ vero che attualmente lo sono,
ma è anche vero che hanno un ottimo tasso di crescita, basti
guardare il numero di eventi annui, la moltitudine di corsi nelle
palestre, i programmi, le riviste, i film e i blog riguardanti le
MMA. Bisognerebbe quindi essere un po’ più ottimisti e dare noi
stessi un po’ più di credito al nostro bellissimo sport.
- Quale dovrà
essere, nello sviluppo futuro, la particolarità delle MMA italiane
(o europee) rispetto a quelle nordamericane.
Se intendi la particolarità delle
organizzazioni italiane rispetto a quelle nordamericane penso che la
nostra deriva naturale sia quella del modello di impresa italiano,
ovvero tante piccole e medie imprese in concorrenza tra loro. Già
adesso abbiamo Storm, Impera, Slam, Milano in The Cage, La Resa dei
Conti ecc.. Il fatto che siano divise ed in concorrenza tra loro, a
mio parere, non è un male, poiché le costringe a tenere il passo
con le altre e ad auto-migliorarsi.
Se invece con la tua domanda intendi la
particolarità delle MMA italiane a livello di regolamento, come può
(o poteva) essere ad esempio per MMA americane ed MMA giapponesi
(UFC/PRIDE per intenderci), la mia risposta è che non vorrei nessuna
particolarità, anzi mi piacerebbe che vi fosse una convergenza
totale verso delle regole unificate.
- Quanto e come è
cambiato il livello dei fighters nel corso degli anni?
E’ inutile dire che il livello si è
alzato tantissimo e che anche i praticanti sono aumentati
esponenzialmente. Credo però che la differenza più evidente tra gli
incontri di oggi e quelli di qualche anno fa stia nel fatto che siano
diminuiti gli atleti provenienti da stili “puri” (K1, Thai, Judo,
Jiu Jitsu ecc.), aumentati quelli provenienti da stili “misti”,
ovvero che si allenano in più discipline, e soprattutto aumentati
quelli che si allenano di MMA. Le MMA sono diventate ormai una
disciplina a sé stante e vanno allenate come tali, altrimenti si
rischia di sviluppare dei vizi dovuti ai regolamenti delle altre
discipline. L’esempio più chiaro che mi viene in mente è un
liberista che si gira di schiena, in una gara di lotta è giustissimo
ma in un incontro di MMA è un errore molto grave.
-Malgrado la tua
giovane età sei tutto sommato anche un pioniere, come sono cambiati
i valori in campo?
Pioniere è troppo, meglio epigono! In
ogni caso credo che fino a qualche anno fa, in un incontro, l’ago
della bilancia pendesse dalla parte di chi aveva un miglior
grappling, mentre adesso questo ruolo comincia ad assumerlo il
wrestling.
-Luca, ti
ringrazio per l'intervista. Chi volesse contattarti dove può
trovarti, quali sono i tuoi recapiti?
Grazie a te Nicola e grazie a tutti i
lettori. Ne approfitto anche per ringraziare il mio sponsor "Warrior
Fight Shop" e “Calypso Immobiliare”.
Per chi volesse, potete trovarmi alla
palestra Judo Club Flaminio dove insegno o direttamente alla sede
centrale del Hung Mun dove mi alleno.
Un saluto a tutti!