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giovedì 17 marzo 2011

Tutti i marzialisti in fondo sono concordi. Chi pratichi le discipline del combattere è chiamato anche ad una condotta di vita particolare. Il marzialista collerico, sbruffone, arrogante o peggio violento, prepotente, viene subito visto come un misero, una persona che non ha capito l'essenza di ciò che si pratica. Anche quelli che non accettano nessuna responsabilità, anche quelli che vogliono solo praticare senza grilli per la testa, lo ammettono. Anche i super sportivi, gli ultra agonisti, i competitori, anche quelli persi nelle classifiche, nei ranking e nelle categorie. Tutti lo sanno, tutti, difatti nessuno lo nega. Essere un marzialista di qualsiasi livello è una reponsabilità. Una persona non può contemporaneamente praticare qualcosa che reputa efficace nel combattimento e non sentire di dovere un certo rispetto a questo e per questo. Se le arti marziali hanno ragione di esistere è per la loro efficacia. Chi le pratica deve essere retto, non può dimostrare di usare questa arma contro la pace degli altri. Al contrario, deve sempre dimostrare che è un'arma di pace, a propria difesa, che non prevede offesa e che prevede, addirittura, il soccorso altrui. Tutti coloro che ho incontrato in questo mondo, in questo ambiente non negherebbero mai che una disciplina marziale formi l'individuo. Allora mi chiedo: alla fine è vero? Cosa si è formato quando tutti, e tutti davvero, senza esclusione di nessuno, siamo sempre pronti a porre la marzialità come minacciosa se capita, come sfida, come misura della nostra grandezza. Così come siamo sempre pronti a sminuire le fatiche degli altri con cattiverie sull'essere umano che solo il marzialista pronuncia. Si accusa di non essere uomo, di non avere le palle, si accusa di non essere in grado di combattere, di essere una pippa, di essere senza fiato, senza muscoli, senza forza, senza...
Se davvero il marziale è legato ad un piano etico, perché questo accade? Perché in tanti, troppi, maestri, insegnanti, tecnici, non riescono, dopo che li hai pagati, per l'ora, per il mese, per l'associazione, per l'annuale, dopo che gli hai reso onore con la gentilezza, con il rispetto, con i fatti e le parole, non riescono al primo sentore di dissapore a non mandarti una frecciata mediocre, di contenuti bassissimi, non riescono a sentirsi in colpa perché hanno fallito la loro missione, ovvero la divulgazione, ma anzi accusano te di non essere in grado di stare con loro?
Siamo tutti sempre pronti a dire che le arti marziali ci rendono migliori. Salvo poi cercare questa applicazione nella vita.