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domenica 16 gennaio 2011

Per diversi motivi che avrò modi di spiegare dettagliatamente magari un'altra volta, ho sempre ritenuto le lezioni private superiori a quelle collettive in palestra. Altra cosa è l'indubbia validità dello stage per piccolo gruppo, ma questo va da sé. Normalmente anche gli stage per tantissime persone mi sembrano ottimi per le foto con il personaggio che presiede lo stage, magari titolato e prestigioso, ma poco formativi didatticamente. Abominevoli sono invece nella maggior parte dei casi i corsi in palestra, corsi di arti marziali s'intende.
Andavo in una palestra per fare pesi, altra mia passione, e normalmente nei giorni in cui ci andavo vedevo, di fianco, lezioni di Thai Boxe. Interessato come sempre, a tutto l'universo marziale, mi fermavo a guardarli. Tanta ginnastica (non diciamo preparazione atletica, poi vedremo perché), tanto stretching e poi... tanta ginnastica, tanto stretching. Stop. Guanti da dieci once usati come colpitori o pao e tecniche a vuoto che altro non sono che un esercizio ginnico. La preparazione fisica non era rintracciabile in quanto i fruitori del corso non dovevano prepararsi assolutamente a niente. Non combattevano, non si confrontavano, non gareggiavano. Ginnastica, come termine, va più che bene per costoro.
Un mio amico dopo aver frequentato una palestra di boxe molto valida di Roma Nord, cambiando di casa, decise di provarne una, dal nome epico e selvaggio, verso il centro di Roma. Notò dopo poco che nel corso non facevano i guanti, zero sparring. Al suo chiedere del perché di questa scelta, singolare, direi, per uno sport da combattimento, le risposte furono incerte sul prima per poi fermarsi sul “chi vuole rimane dopo la lezione semmai”... Mi raccontò di aver sentito gli iscritti a questo corso parlare negli spogliatoi di quanto sarebbero stati pericolosi loro, boxeur, contro un povero malcapitato di strada. Pensavano e dicevano di essere delle belve. Peccato che il sacco non ha braccia e non picchia, di norma è piuttosto pacifico, e le combinazioni sono solamente kata, forme, taolu se non le metti alla prova. Il mio amico, dopo essersi fatto abbuffare di ginnastica per qualche mesata fuggì e preferì farsi un lungo viaggio per tornare alla sua vecchia palestra.
Un po' di tempo fa andai a provare un corso di Karate Wado Ryu di un noto maestro. Come al solito tanta ginnastica, tanti combattimenti prestabiliti, drills, chiamateli come volete, tante forme, tanti Kihon e anche stavolta... nessun combattimento. Ottimi atleti devo dire, qualcuno faceva la spaccata. Nella ginnastica artistica avrebbe potuto dire la sua.
Avrò avuto sedici anni quando per uno strano scherzo del destino capitai in una palestra dove tra G.A.G, posturale, yoga e via dicendo facevano anche boxe. Un mio amico mi disse di iscriversi insieme. Ci iscrivemmo e non venne mai. L'istruttore, come unica qualifica nota, un parà della folgore. Era un esaltato, voce marziale, uomo vero, uomo duro. Così duro che ci spiegava come tirare diretti qualora qualcuno ci venisse di lato, dopo un incidente d'auto, a chiedere spiegazioni. Cosa fare? Diretto destro girato sul lato sinistro. Nello spiegarci questo accompagnava il colpo con un grottesco boooooooooohhhh... diceva vedi lui viene no, ebooooooohhhhh. Ci obbligò a provare questo diretto fuori dalla grazia di qualunque logica della nobile arte in un corso, appunto, di boxe. Provammo e riprovammo. Non vedevo l'ora di fare boooooooooooohhhhh anche io. Poi, più grande, seppi del Codice Penale e che non si può fare booooohh solo perché qualcuno ci è venuto di lato dopo un incidente di auto. Il CID è più comodo e fa meno rumore. Una volta mi fece fare i guanti con un ragazzino di tredici anni. Solo jab disse il parà. Ero più alto, più grande di età, sedici anni, e colpivo in continuazione il ragazzino sul viso. Per quanto mi sforzassi di fare piano qualcosa iniziava a non andare bene sul suo naso, che scricchiolava come una sedia di midollino. Crescendo capii che è assolutamente più facile farsi male con regole limitate tipo “prendiamoci a pugni a martello solo di destro” che con regole più permissive. Un militare istruttore di boxe, qualche body builder a lezione, qualche malcapitato ragazzino come me, un paio di tristoni da palestra. Un corso di recuperò sociale alla fine.
A meno che il corso non sia fatto da un'insegnante noto, in una struttura nota, diffidate sempre dei corsi di qualsiasi tipo di disciplina attinente ai calci, ai pugni e alla lotta nelle palestre generaliste. Ma, come racconta la storia del mio amico pugile, anche dietro nomi gloriosi e palestre celebri si nascondo corsi di ginnastica. Se volete fare ginnastica fatela. Lo so è un termine un po' fuori moda, ginnastica. Però fidatevi fa bene. Lo dicono tutti, lo direbbe anche quello della Folgore “battaglione pugilato”. Fatela ma non mettetevi guantini, fascette, cappucci sulla testa o abiti orientali per fare qualcosa che si fa comodamente in tuta. Se non fanno altro che abbuffarvi di ginnastica, non dite di fate Kick Boxing, magari qualcuno ci crede e si mette paura, ma quando poi dite che il turno dopo c'è “aerobica e chiappe da brivido” passate per dei poveri coglioni. Sapere qualche tecnica può essere gratificante di certo. E' un requisito più che sufficiente per iscriversi al forum di arti marziali, lì come voi ne troverete tantissimi. Sapere qualche tecnica e saperla fare stilisticamente bene è bello davvero. Ho visto ragazzi fare sacco con un'eleganza pazzesca. Ok., è una forma, un kata, un taolu libero improvvisato. Siete degli stilisti, degli attori del vostro sport da combattimento. Ma se è davvero uno sport da combattimento qualche volta due guantini leggeri bisogna farli, altrimenti fatevi furbi e non regalate i soldi alle palestre, ma dite solamente che fate, per dire, Full Contact, tanto questo è il vostro scopo finale. Sentirvi gratificati nel mondo delle apparenze.