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giovedì 9 dicembre 2010

Try To Fight molto banalmente significa "Prova a combattere". E' un'esortazione, un augurio e un motto, uno stile di vita. Prova a combattere non significa solamente combattere per vincere una coppa di latta. A tal proposito vorrei pubblicare una parte di uno scritto che ho molto apprezzato:

Non ci sono scuse né proteste. Non è l'arbitro né la giuria il responsabile della tua sconfitta. Non è il peso né il quadrato sconnesso. O vinci o perdi: sei lì solo per combattere. Se dici che il colore assegnato ti porta sfortuna allora significa che quando vinci è solo per fortuna. Se dici che ti hanno rubato l'incontro, allora sei solo un tifoso da stadio. Se sei disposto a scorrettezze o a scene da mercato per una coppa di plastica, allora sei solo un pezzente. Non c'è spazio per la brama della vittoria se sei impegnato nella tua crescita. Il match è più importante dell'esito del match stesso. [...] Chi ha vinto in realtà? In un campionato ad eliminazione diretta, qualora il miglior combattente si scontri subito con il "numero due" in termini di preparazione, quest'ultimo verrà eliminato pur essendo, nella forma, destinato ad un secondo posto: tutti i risultati saranno di conseguenza falsati. Quanto conta perciò la classifica? Nulla: è solamente carta straccia. La vittoria è una conseguenza, non è mai il fine. [...]                                 (www.wulin.it)

Girando per la rete, vedendo le competizioni marziali, quante scene disgustose. Come nella celebre citazione di Blade Runner ho visto cose che voi (che molti) umani non possono nemmeno immaginare.
Ho visto atleti di discipline a contatto leggero esultare per un ko. Ho visto spettatori esortare con la volgarità dei peggiori campi di calcio di Terza Categoria. Ho visto semplici animi violenti sentirsi campioni. Ho visto lottatori, cinture bianche, prendere il Jiu Jitsu come una lotta tra cani, muovendosi come per non subire uno stupro. Ho visto persone le quali avevano una sola qualità, il fiato, e per questo vincere. Ho visto marzialisti, di quelli spirituali, maestri, di quelli che ti vogliono far credere l'arte marziale "è qualcosa di più", mandare i propri atleti a combattere per vincere la suddetta coppa di latta con ogni mezzo possibile.

Confrontarsi, mettersi in discussione è tutto. E quello che ho scritto non sia percepito come un giudizio di scredito per gli agonisti. Anzi... le gare marziali sono un'occasione per crescere, per saper perdere e per saper vincere. C'è chi ha paura di perdere e chi ha paura di vincere. Ho visto meravigliosi marzialisti prendere dallo sport il meglio. Solamente non bisogna pensare che sia "tutto lì", c'è altro.

Prova a combattere lo dico a me stesso, ai miei amici, a coloro che vorranno seguirmi.
Prova a combattere, a superare le paure, usando le protezioni necessarie, prova a confrontarti. Poi prova a togliere le protezioni, a ridurle. Prova diversi regolamenti, prova a combattere con regole Kyokushin, prova a combattere con regolamento semi-contact, prova di Jiu Jitsu, prova coi bastoni, prova pian piano con regole tipo MMA, prova...
Non ha nessuna importanza dove e quando. Se c'è la coppa o no. Fallo e basta.
Metteremo le nostre prove di combattimento nel web, ve ne parleremo, ve le faremo vedere.

Non ha importanza quante gare hai fatto ma quello che hai fatto.


 





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