Probabilmente per le persone che vivono su mondi normali la frase che dà il titolo a questo post non ha senso. Per noi invece, che bazzichiamo i satelliti del marzialismo, ce l'ha ed è un significato di umana povertà.
Da cronista dell'umanità del marzialismo, sfatiamo anche questo tabù e proviamo a sezionarlo e capirne gli oscuri meandri.
Come sappiamo, lo abbiamo visto in diversi post, il maestro marziale è spesso un mediocre figuro che si ammanta di un alone di fascino dato delle sempre suadenti arti marziali. Il Mediocre, conscio del suo essere un miserrimo medioman,
si veste del marzialismo, abito pregiatissimo, pretendendo con ogni mezzo di acquisire auterevolezza, stima e argomentazioni che spesso gli mancano nella vita. Ora, quando si scarseggia anche nel potere di vestirsi del semplice fascino del marzialista ogni mezzo diviene valido per tenere con se gli allievi. Uno dei più meschini ai quali ricorrono solamente i più grandi maestri è quelo di trovare vie per svilire, con la chiacchiera, con la presa in giro o con la sopraffazione fisica i propri stessi allievi.
Il maestro allora capisce che il suo valore è inversamente proporzionale quello che conferisce agli allievi. Si diletta in battute e frecciate e quando può sistema anche con le cattive qualcuno. Per mantenere lo status quo con maestria da scienziato politico ricorre anche alla nota metodologia del divide et impera creando mutevoli gruppetti di accoliti che gli fungono da base di consenso, prova diretta del suo fascino immateriale nonché gruppo d'elite che fa ansimare per l'appartenenza gli scherniti. Lo schernito si trova dunque a bramare per entrare nelle corti auree del maestro.
Ah, quanti persone ho visto maltrattare dai maestri che gonfiano il loro ego sfruttando la loro posizione!
Ahi! di quanti ne ho sentito parlare!
Il maestro dal commento velenoso, facile al dileggio, facile a facezie che però, guarda caso, mai lo riguardano, spesso tradisce i suoi stessi sudditi, gli accoliti, quelli dell'elite. Costoro, che un tempo ridevano di gusto delle ciance sapide d'ironia del porporato con la cintura nera (o equipollenti) lanciate verso gli altri allievi, di colpo si ritrovano beffati e sbeffeggiati. Di norma li prende la stizza, l'acredine senza capire che loro stessi hanno per primi fomentato quei fumi!
E' umano, tanto umano. E' misero, miserrimo.
Aspettiamo la prossima: Se il maestro parla male di un altro maestro.
Per ora vi consiglio questo: quando un maestro mette zizzania tra i suoi stessi allievi o ne parla male con un accanimento puerile, fate come me, fate qualche ricerca e scegliete gente professionale.
PS
Come un saggio mi ha suggerito e come io reinterpreto, mi ripeto:
"Mentre tu (Nicola) te vai a prende le pizze da Michele e provi loro se grattano la panza". Venitece co me a pià du pizze da Michele... magari passa la voglia di sminuire l'operato altrui o amaramente scoprite che...
Se il maestro parla male di te
Info Post