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lunedì 12 novembre 2012

Adesso non ci sono davvero più scuse. L'evento organizzato dalla Scuola Taoista di Arti Marziali (STAM) è davvero quanto di più vicino al Try To Fight! Di questo sito. “la fossa dei leoni”, così si chiama l'evento, permette a tutti di confrontarsi su due piattaforme “sparring leggero” e “sparring pesante”. Il primo è praticamente per scambiare di striking, il secondo è più completo e simile ad alcuni regolamenti per MMA amatoriali.
Caratteristica unica dell'evento: aperto a tutti.
Felice di avervi partecipato, riporto un clima disteso e rilassato, e devo dire anche un clima di vero confronto interstile perché negli sparring leggeri che ho girato era palese la differente provenienza stilistica dei vari partner. Questo offre anche una varietà unica di riflessioni e di spunti tecnici ai partecipanti.
Onorevole e rispettoso per i partecipanti la scelta di denominare il combattimento “incontro”. Per gli amatori che hanno partecipato è stato davvero bello, anche attraverso questa scelta terminologica, sentirsi presi sul serio. Giustamente poi, perché non è d'uso per nessun praticante marziale per puro diletto confrontarsi con persone sconosciute con delle regole così complete.
Sicuramente si potranno migliorare alcuni aspetti, sia sul regolamento sia sulle protezioni da usare. Il casco con plexiglass frontale tende a ferire le mani e ridurre notevolmente la visibilità, soprattutto nel caso in cui non sia della propria misura esatta. Ma dalla volontà di confronto dell'organizzatore, Sifu Jaime Vizconde, sono certo che saranno prese in considerazione migliorie, anche perché tra i partecipanti e sostenitori dell'evento possiamo annoverare un praticante d'esperienza e arbitro di incontri pro di MMA, come Andrea Bruni.
Anche nella versione “pesante”, che poi era un po' il cuore dell'evento, i confronti sono stati molto rispettosi. Consapevoli d'essere lì per provare a combattere i contendenti hanno sempre mantenuto un atteggiamento responsabile e attento. Anche perché, come specificato dall'organizzatore, nel confronto non sarebbero esistiti vinti o vincitori... vero spirito di chi vuol provare a combattere.
Personalmente infatti, altra nota di gradimento, è stata il rispetto che io e il mio partner abbiamo operato vicendevolmente, senza cercare scomposte tecniche di sopraffazione. Questo peraltro è stato il motivo dominante. Provare, con un vigore e una forza di tutto interesse, e provare le proprie tecniche e non solamente il proprio ego. Provare i colpi che si pensa possano essere efficaci, quelli che ci lasciano dubbi, quelli che abbiamo provato troppo poco. Pena prendere una suonata sul caschetto, o sul corpo, o subire una proiezione... e poi magari una leva.
Un modo gradevole dunque per confrontarsi liberamente, in sicurezza e con soddisfazione per qualsiasi non agonista, ma anche per agonisti di discipline molto limitate nel regolamento.
Soprattutto per i marzialisti tradizionali, che troppo spesso si nascondono in ogni maniera e con ogni scusa, un bel trauma. La loro assenza diviene inevitabilmente presenza e l'unico modo possibile per essere in questo contesto sconfitti.