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giovedì 7 aprile 2011

Una delle tendenze più infauste dell'essere umano è relativa all'omologazione. Per non perdere le proprie certezze spesso ci si affida a modelli precostituiti che pensiamo di sicuro successo. Le arti marziali ovviamente non sono immuni da questa tendenza. E' noto che ci fu un tempo nel Karate, tanto per portare un esempio, in cui tutti si chinarono di fronte alla bellezza estetica e la velocità del Point Karate delle competizioni. Accadde così che orde di praticanti anche se non avevano la minima intenzione di cavalcare i tatami di gara, appresero un Karate edulcorato, privato di tutti quelle tecniche antiche e non, che comunque sarebbero state di sicura utilità sia come cultura marziale, sai per l'idea del combattimento reale. Molti Karateka hanno ignorato per anni, ad esempio, che un calcio circolare può anche essere basso, proprio per quell'omologazione diffusa alle dinamiche competitive. Anche laddove non esistono competizione la medesima situazione può riproporsi. Nel Jeet Kune Do concepts ad esempio tutti hanno preso a modello il programma di Dan Inosanto, dando così un'eccessiva enfasi al combattimento armato e alle arti marziali filippine in genere. Bastone, doppio bastone, bastone e coltello, bastone e kris (spada), doppio coltello, cric della macchina e corriere dello sport arrotolato, bottiglia rotta e parolacce; accoppiamenti d'ogni tipo per una disciplina che doveva cavalcare l'idea del combattimento reale di strada e non essere una scuola d'armi.
Immancabilmente lo stesso accade nel Jiu Jitsu. I praticanti, mi pare, si pongono poco il problema di trovare tecniche ad uso e consumo del proprio irripetibile corpo quanto invece di scimmiottare alla meno peggio modelli vincenti. La guardia chiusa si vede meno nelle competizioni... via allora la guardia chiusa. Gli idoli del Jiu Jitsu saltano come grilli e cavallette... tutti a saltare come canguri allora, senza capire che quei salti nascondono una preparazione atletica impossibile a ripetersi e spesso anche farmaci dopanti. Si sparge voce che alcune tecniche siano migliori delle altre... e via, si lascia tutto per esperire questi nuovi comandamenti.
Ok, provare è il sale del marzialismo. Ma c'è di più in questo caso: un certo appiattimento e una certa mancanza di alternative. Mi piacerebbe vedere i praticanti personalizzare il loro Jiu Jitsu, consci che questo è, a detta di molti esperti, l'unica chiave possibile per praticare sempre con nuovi stimoli. Insieme ai praticanti mi piacerebbe che l'offerta didattica fosse più variegata. Mi piacerebbe sapere che una tale scuola sia orientata e fortissima nelle parti di difesa personale. Sarei lieto di andare a studiare presso un'accademia che ha il fiore all'occhiello delle proiezioni e proiezioni non scopiazzate dal Judo ma funzionali per portare a terra. Mi piacerebbe sapere che c'è un team specializzato nelle competizioni, sia come preparazione tecnica e fisica sia come assistenza diretta in gara. Sarebbe fantastico sapere che cavalcando il tatami di un dato insegnante si sapesse a priori che nella sua scuola si predilige un Jiu Jitsu lento, sinuoso, fatto di pressioni così come sarebbe bellissimo che ci fossero altri che prediligono un Jiu Jitsu per amatori puri.
Se non mi inganno mi sembra che l'offerta didattica italica sia spesso ispirata da altri, anche quando non se ne hanno i presupposti.
Sul sito di Demian Maia possiano leggere che il suo Jiu Jitsu è legato all'eccellenza in gara e così quello della sua scuola. Sul sito della Gracie Academy, come già ho fatto notare, si spiega che il loro è un Jiu Jitsu di difesa personale. Un rappresentante di Joe Moreira mi spiegò che il Jiu Jitsu proposto è sviluppato sia per l'idea del "vale tudo" sia per chi vorrà eventualmente competere. Alcune accademie americane propongono un Jiu Jitsu tradizionale accanto a quello di evoluzione brasiliana. Altre si caratterizzano per una chiara derivazione dalla lotta libera e per la pratica costante del no-gi (senza Kimono).
Credo fortemente che se il Jiu Jitsu vorrà superare gli inevitabili alti e bassi che la storia, il tempo, propone dovrà ampliare l'offerta didattica, perché se c'è una cosa vera dell'antico marketing targato Gracie è che il Jiu Jitsu è per tutti, e può essere praticato per fini diversi.