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domenica 8 aprile 2012

Quando ti vedi in palestra una cintura bianca di Jiu Jitsu l'ultima cosa che ti viene in mente è che sotto quella cintura bianca ci sia una cintura nera di Kung Fu e un Sifu. No, non è decisamente tra le prime cose che ti saltano alla mente. Quando scopri che è un Sifu poi, scopri anche che non si sente "uno che si è rimesso la bianca" o dice frasi tipo "voglio vedere quanti al posto mio avrebbero avuto il coraggio di mettersi una bianca". E' un insegnante e non lo fa notare, non lo dice, non ha bisogno di far pesare a nessuno, come molti fanno, il fatto di essersi rimesso la cintura dell'ultimo arrivato.
Tutti noi che amiamo provare più di una disciplina, sappiamo come sia umanamente difficile accettare di essere l'ultimo considerato, colui che per definizione non sa nulla e magari trovarci compagni che un po' ci scherniscono, anche bonariamente, per questo. Fabio questa umana difficoltà non l'ha mai fatta vedere. Sta lì per imparare e per fare il suo percorso, conscio dell'unicità del viaggio che ogni marzialista compie. Puntuale, preciso, rispettoso, allievo degli allievi, umile. Ottimo alunno dunque, ma come Sifu di Kung Fu Tang Lang? Non mi rimaneva che vederlo all'opera in una delle peggiori situazioni possibili per qualsiasi insegnante: la gara.
Riassumere il tutto dicendo che i suoi allievi hanno vinto in tutte le specialità in cui si sono cimentati sarebbe riduttivo e fin troppo materiale. Quando sono arrivato al palazzetto dello sport, la prima persona che ho visto è stata proprio lui. L' ho colto mentre stava facendo un briefing con i propri allievi, mentre si occupava di motivarli e spiegava le ragioni per cui erano lì, in una domenica di bel tempo e in cui sembrava obiettivamente preferibile fare una gita fuori porta che menarsi le membra col Kung Fu.
Motivare è un'arte difficile, di cui Fabio possiede le chiavi. Motivare per lui è scendere sul tatami con i suoi allievi. Tifa, sbraita, urla e lo fa al punto che si compromette totalmente: se il suo allievo dovesse perdere è evidente che la sconfitta sarebbe anche sua. Facile allenare qualcuno per poi rimanere tutto sommato algido all'angolo. E' un modo per far rimanere vittoria o sconfitta un problema dell'allievo. Se ti sgoli, se partecipi come l'ultimo dei tifosi, chi combatte per te sa che comunque vada non si è messo in discussione da solo ma col suo istruttore stesso.
Sifu Sbarbaro è un appassionato di arti marziali a tutto tondo, un uomo legato a doppio filo con le tradizioni, gli usi e i costumi del passato marziale senza per questo essere anacronistico nel pensiero.
A voi l'intervista, scritta di getto e senza filtri.

Ciao Fabio presentati agli amici di Try To Fight!
Un ringraziamento innanzitutto a te Nicola per l’opportunità offertami di far parte per un giorno della tua rubrica.
Cominciamo comunque... chi è Fabio Sbarbaro? Un eterno innamorato delle Arti Marziali alla ricerca continua del miglioramento tecnico e spirituale che vanno chiaramente di pari passo ..Iniziai per un breve nel Judo a 12 anni per poi passare al Kung fu Tang Lang del Sifu Edoardo Zappala’(storico Sifu della Capitale, ndr) .Un amore a prima vista; venivo dai film di Bruce Lee e Vandamme e Steven Seagal che nel '90 completavano l’opera di convincimento di tanti adolescenti come me.
Avevamo dei Miti sani non quelli di uomini e donne o del grande fratello..

Quali sono le caratteristiche tecniche del tang lang?
Del Tang Lang credo ne possano parlare in tanti, ne esistono diversi stili: Nord (varie tipologie) e Sud chiaramente.
Posso pero’ parlare di quello che ho imparato io ovvero uno stile anacronistico, non catalogabile, dove il Sifu Zappala’ non metteva molto in risalto le forme (appena tre) ma la parte dedicata alle applicazioni in combattimento ,al condizionamento degl’arti superiori e inferiori. Sifu Zappalà era un uomo di poche parole ma molti fatti spesso schivo alle luci della ribalta e alle tavolate ma unico, nel bene e nel male.

Quali sono le strategie di combattimento usate, e quali le distanze di combattimento preferenziali?
Il Tang Lang opera su tutte le distanze ma chiaramente predomina la corta e fulminea distanza tipica della mantide religiosa

Quali sono le differenze tra lo stile della mantide del Nord e del Sud?
In breve direi che a Nord predomina il duro e a Sud il morbido o per lo meno è quello che si vede da principianti…
Certo a Nord la mantide la riconosci subito a Sud devi avere occhio esperto per farlo in quanto quest’ultima ricorda movimenti del Pakmei e del Wing Chun e le mani non sono sempre ad uncino anzi vi è un uso frequento del pugno della Fenice.

Il tuo allenamento include le forme? Se sì perché e quali?
Sostanzialmente 3 forme , la prima riassume le 5 posizioni di Shaolin ,nella seconda si comincia a intravedere la mantide..nella terza anche i pugni vengono sostituiti dai colpi con i polsi.(usati spesso quest’ultimi per tecniche di rottura)

Come regoli lo sparring tra i tuoi allievi, quali regole usate per confrontarvi in allenamento?
Lo sparring viene svolto a mano nuda con colpi controllati e al viso per sviluppare controllo sensibilità e rispetto tra gli allievi.
Poi vi è il combattimento sportivo con protezioni per assicurare in primis l’incolumita’ del praticante ma allo stesso tempo far sviluppare nuove sensazioni e scoprire i propri limiti attraverso le competizioni .


Come è cambiata la tua pratica nel corso degli anni?
Bella domanda Nicola ,potrei dirti che il nostro viaggio introspettivo negl’anni ci fa continuamente riempire e svuotare la tazza e i nostri dubbi e la responsabilta’ enome di insegnante “coscienzioso” ti porta a scelte radicali e a volte non condivise da chi ti crede eterno allievo .
Ma un sistema ha i suoi limiti e le MMA ce lo ricordano tutti i giorni(aihmé).
L’incontro con il Brazilian Ju jitsu mi ha aperto nuovi orizzonti alimentando in me ancor di piu’ la mia sete di conoscenza.
Mi affascina il Kali e molti altri sistemi ritengo fondamentali per il completamento negl’anni passando per gli stili interni.

Cosa pensi dei Sifu che non si confrontano?
Di loro non parlo e non mi interessa, sono dispiaciuto per i loro allievi che non hanno la possibilita’ di confrontarsi in competizioni e scambi tra palestre. Crescono con convinzioni di onnipotenza dello Stile e del Maestro.
I miei lo sanno e lo ripeto a loro continuamente..non sono nessuno ,sono semplicemente uno che ne sa piu di voi..sfruttatemi finchè potete .Bruce Lee diceva sono il mezzo e non la Via.
Molti di noi per anni hanno creduto nell’invincibilta’ del Maestro e cosa se ne fanno poi?
Duro lavoro ragazzi lo dice la parola Kung Fu ..superatemi è facile ..basta allenarsi.

Il tuo lavoro ha a che fare con la sicurezza, hai mai riconosciuto il Kung fu Tang Lang tra le cose che ti sono state utili?
Non vorrei millantare esperienze. Tutti gli stili e nessuno sono adatti per la strada. L’atteggiamento te lo da solo il tuo Sifu, a buon intenditor..

Chi desideri ringraziare per il tuo percorso?
Risposta secca ? Me stesso ..il mio percorso appunto.
Grazie Nicola

Grazie a te Fabio!

Sito Web di Sifu Sbarbaro: http://www.fskungfutanglang.com/