Il cross training sembrava davvero il futuro e la fine delle barriere tra le varie discipline, per i più speranzosi, come me, sembrava anche la fine delle sterilissime eppure sempiterne diatribe su quale arte fosse migliore.
Aveva innumerevoli lati positivi, era finalmente non un arte marziale a voler primeggiare, ma un concetto, un modo di vedere le cose. Grazie all'esperienza di più discipline avremmo colmato la nostra ignoranza in settori del combattimento reale sconosciuti, qualora ci fossimo interessati di difesa personale. Avremmo finalmente allenato totalmente il corpo, senza avere quelle naturali deficienze motorie e muscolari di molti specialisti e, cosa più bella di tutte, avremmo potuto farlo non più con la noiosa ginnastica generalista ma con altre arti del combattimento. Si sarebbe unificata la comunità marziale, rinverdita dallo scambio di informazioni e di materiale umano e avrebbe così superato le sempre presenti difficoltà ad accettare il prossimo. Ci avrebbe reso umili e sarebbe stato un purgante per la psiche e l'Io tronfio perché avremmo socraticamente saputo di non sapere e non avremmo più potuto nasconderci nel nostro giardino dai fiori tutti uguali. Sarebbe stato, il cross training, anche libertà di scelta, perché nell'abbondante offerta marziale avremmo potuto scegliere non solo quali abilità apprendere ma anche da chi e con quale percorso, quindi, per esempio, una volta capita la nostra ignoranza nel combattimento al suolo avremmo potuto scegliere quale delle diverse discipline che contemplano questo aspetto scegliere.

Il cross trainer se non è un vero asso o un professionista è sempre visto con sospetto.
L'autentica ricchezza dell'uomo è il sapere. Questa è la storia del sapere iniziatico della massoneria, gelosa e custode attenta dell'arte muratoria. Questa è la storia di Adamo ed Eva per i quali era permesso cibarsi di tutti i frutti tranne che di quelli dell'albero della conoscenza del bene e del male. E' la storia di Ulisse che viene punito con il naufragio per aver ascoltato il canto delle Sirene, foriero di una conoscenza divina. E' la storia dell'uomo che uscito dal regno eucariota degli animali è divenuto essere teso verso la conoscenza. Dante fa dire ad Ulisse "fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute e canoscenza" poiché egli doveva rincuorare i rematori che dovevano superare le colonne d'Ercole. In prosa prega così i suoi compagni: "non negate ai nostri sensi quello che rimane da vedere, dietro al sole, nel mondo disabitato; considerate la vostra origine: non siete nati per vivere come bruti (come animali), ma per praticare la virtù e apprendere la scienza"
La Hybris è il peccato di tracotanza, di saccenza. E' un peccato imperdonabile, gli dei non potranno dimenticare che si è tentato di accedere al loro sapere.
"Nella trama della tragedia, la hýbris è un evento accaduto nel passato che influenza in modo negativo gli eventi del presente. È una "colpa" dovuta a un’azione che vìola leggi divine immutabili, ed è la causa per cui, anche a distanza di molti anni, i personaggi o la loro discendenza sono portati a commettere crimini o subire azioni malvagie [...] quindi si riferisce alla punizione giustamente inflitta dagli dèi a chi si macchia di tracotanza."
Forse per questo il cross training è presto sparito come concetto teso a nobilitare la nostra pratica. Gli dei sono gelosi del loro sapere, e gli uomini, codardi perché tentati di arrischiarsi nel sapere e nel non sapere, condannarono a morte Socrate, reo, per diverse vie, dello stesso peccato, il peccato di tracotanza.
Sminuendo il cross training gli dei rimarrano col loro sapere e gli uomini, i mortali, non si arrischieranno in umilianti figure confrontandosi laddove non conoscono. E per molti questo è quello che più importa perché, scriveva Tomasi Da Lampedusa, "se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi"
Le arti marziali sono un business, e questo affare è legato alla conoscenza.