domenica 24 novembre 2013

Kali a mani nude.

Le arti marziali filippine hanno origini storiche incerte e degli alberi genealogici difficilmente districabili.
Non è facile capire come fossero prima dell'espansione verso l'occidente, anzi addirittura, secondo alcuni, sono state realmente sviluppate nei giorni nostri prendendo spunto da forme di combattimento indigene tutt'altro che diffuse e forse prossime all'estinzione.
Se così è, o credo che sia, per il piano puramente etimologico, possiamo invece dire che oggi le Filipino Martial Arts, sono un insieme preciso di tecniche, linee guida, concetti. Facilmente riconoscibili, inquadrate lungo i binari del footwork triangolare, del massiccio uso di distruzioni e controlli degli arti dell'attaccante, di un uso totale del corpo come arma dunque pugni, pugni a martello, mano aperta, gomiti, avambracci, spalle e testa per colpire, ritmo serrato e "half rhythm", la triplice fase block-check-counter, sono oggi un consolidato metodo di lavoro.
Un ottimo esempio delle applicazioni accademiche e non delle FMA nel video del Maestro Claudio Alfarano, uno dei migliori ricercatori delle arti marziali del Sud- Est asiatico.