giovedì 27 dicembre 2012

Intervista a Giuliano Pennese

Uno dei nomi più noti e attivi dei nostri circuiti, Giuliano Pennese, è uno degli esempi da seguire per chi vuole provare a combattere o almeno sapere come ci si può riuscire. Ragazzo con un cuore grande, gentile, rispettoso, atleta impavido. Vederlo all'azione significa vedere una furia agonistica, significa vedere una fighter che getta il cuore oltre l'ostacolo. Sembra non conoscere paura, Giuliano, e proprio per questa sensazione che dà ho formulato per lui la domanda specifica.
Universalmente rispettato e stimato Giuliano Pennese si racconta per Try To Fight! con lo stile che tutti gli autentici guerrieri hanno.

L'intervista:

Ciao Giuliano, presentati agli amici di Try To Fight! che non dovessero conoscerti?
Ciao a tutti mi chiamo Giuliano Pennese, ho 36 anni sono di Roma e lavoro in ambito sportivo come Personal Trainer e Preparatore Atletico. Mi occupo di Strenght and Conditioning, Grappling e BJJ ... e combatto di MMA per il Team Hung Mun.
Come è iniziata la tua passione per il combattimento e con quali discipline?
Passione per il combattimento? Direi che ci si nasce, certe cose si vedono già da come gioca un bambino, poi è logico la cosa dipende sempre da come vieni “educato”. In alcuni casi è tale il lavaggio del cervello impostoci dalla società sulla “non violenza”che alcune persone arrivano persino a mistificare cosa sia realmente lo sport, sfogando poi la loro repressa voglia di confronto in veri e propri tranelli (tifoserie da stadio, gioco d' azzardo, vita quotidiana irosa ed altro ancora).
Personalmente sono sempre stato attratto dal confronto e dal combattimento in ogni sua forma. Direi che con il crescere è diventata una cosa sempre più forte e necessaria… provai dapprima un po’ di tutto ma ciò che veramente in me ha dato il primo stampo è stata la lotta Greco Romana e gli insegnamenti del vecchio Maestro. In seguito i “pionieri” delle MMA mi han fatto avvicinare al BJJ importantissimo per quanto riguarda la mia formazione come lottatore… da li le persone che ho avuto intorno e che ho conosciuto mi hanno spronato a provare anche altri livelli di confronto e a fare il salto in un’altra dimensione del combattimento.
Parliamo di un tema un po' tabù per l'ambiente: la paura. Come fa una persona "normale" a superare la paura di entrare in una gabbia e fare un incontro di MMA? Secondo te è una dote innata o è razionalmente gestibile?
Paura? No assolutamente, è logico che ci sia della tensione molto forte dovuta all’incognita di come andrà il confronto, alla fine tu entri li dentro per combattere ed esci vincente o sconfitto. Ovvio che sei concentrato. Ma sei sotto “tensione” che di colpo svanisce appena entri nell’area di scontro, non è paura. Io almeno la vivo così, mi piacciono quelle sensazioni... mi alleno apposta, mi diverte il confronto. La paura è un’energia negativa che ti rivolta le viscere, divora le forze che servono al momento opportuno, latente in ognuno di noi è la base dell’istinto di conservazione ma non controllando le tue emozioni lei prende il via, precede il panico e se in quel momento cadi nei loro vortici sei finito. Significa che hai decisamente sbagliato luogo e disciplina. A quel punto è meglio pensare di fare altro, se non ti piace, non ti diverte, domandati... cosa lo fai a fare?
Altra domanda circa la fruibilità delle MMA. Come si fa a far provare la logica del combattimento tipo MMA a più persone possibile? Come si potrebbe fare uno sparring soft, quali impostazioni e protezioni servono? Altro punto: esistono competizioni dove un amatore può provare a combattere senza eccessivi rischi?
Non credo sia una logica per tutti, o meglio… la preparazione si, come difesa personale è ottima molto vicina al reale a differenza di tante altre cose attualmente in voga, ma la competizione vera e propria richiede veramente tanto e non tutti possono vuoi per un motivo o per un altro. Sparring Soft? Si fa, senza dubbio si può, ma è sempre lontano da ciò che si intende normalmente per soft se tra i tuoi obbiettivi c'è anche quello di non lavorare invano. La fatica, si fa sentire e se quindi non sei allenato non reggi, contrastare la pressione di un uomo che vuole dominarti nella fase di lotta richiede preparazione fisica e tecnica, in più i colpi anche se ben imbottiti creano dello stress, arrivano sempre e non tutti sono disposti a riceverne. In breve, da tecnico del Fitness che ha girato un po’ il mondo posso dire che è una logica vendibilissima all’estero, in Italia non troppo almeno per ora purtroppo... siamo un popolo “non preparato” a questo.
Per quanto riguarda le competizioni lo scenario italiano è in netta crescita su più livelli e Federazioni. I rischi fisici, eliminati alcuni modi di colpire ed inserite alcune protezioni si abbassano notevolmente e si può stare decisamente più tranquilli. Ma per il resto credo che si debba concordare ancora molte cose perché lo Staff arbitrale nonostante la molta buona volontà messa in campo è troppo spesso totalmente allo sbaraglio come gli atleti, e ciò non favorisce chi compete.
Facci una breve panoramica delle tue gare, dei tuoi incontri, delle soddisfazioni, delle delusioni...
Gare ne ho fatte un bel po’, mi sono tolto tante piccole soddisfazione con vari stili di lotta, (lotta Olimpica G.R., Submission, BJJ, Grappling, MMA FILA) A volte si vince a volte si perde, dal 2010 poi ho iniziato a combattere nelle MMA FILA vincendo più volte le qualificazioni Nazionali e poter così guadagnare il posto come Titolare e Capitano nella Nazionale MMA della FIGMMA. Scontrarsi con le selezioni di altre nazionalità è stato molto importante, ho capito alcune mie lacune, testato anche più categorie, ho raggiunto buoni risultati con qualche podio negli Europei 2010/2011 fino a veder sfumare un primo posto nel Mondiale 2011 per una mia incomprensione del regolamento, a malincuore lo dico... ma vabbè, capita! Poi son partiti gli incontri da Pro...
Delusioni? Chi non ne ha? Ne arrivano sempre nella vita ma non considero le sconfitte sportive come delusioni. Se ti batti al massimo delle possibilità fino alla fine ma vince l’altro è dura da mandar giù ma perdere rientra nei rischi. L’unico caso di delusione “sportiva” che mi può venire in mente è il match che salta alla fine per i più svariati motivi, o il match perso per delle magagne arbitrali e tutti e due i casi purtroppo sono piuttosto recenti.
Secondo te è più pericolosa una carriera pugilistica o di MMA?
Quella pugilistica senza dubbio, la ritengo la più dura e usurante di tutte. In un Match di pugilato sono molti i traumi che arrivano alla parte alta del corpo e il focus principale è la testa di chi hai di fronte… in un fine incontro è impressionante vedere il numero dei colpi tirati e di quelli che arrivano al bersaglio. Nella lotta è pur vero che ti fai male in tanti altri modi ma la testa è perlopiù salva, nel misto poi le varie fasi dello scontro distribuiscono lo striking su più parti del corpo e questo va a diminuire la somma degli impatti cerebrali. C’è però da dire che guantini, gomiti e tibie se colpiscono sul capo fanno un danno “esterno” maggiormente visibile con tagli ed ecchimosi di vario genere, ma ne arrivano molte di meno di un normale match di Boxe. Comunque tra i tanti accertamenti medici da fare l’elettroencefalogramma e l’esame oculistico per chi fa queste discipline sono obbligatori e questo la dice lunga.
Chi ammiri di più dei grandi circuiti internazionali di MMA e perché?
Non è il solo che ammiro sia chiaro, ma al momento al primo posto c’è Brian Stann. La figura nazionale di Stann, il suo modo di fare nella competizioni, nella vita lo rendono di molto fuori dagli schemi proposti fino ad ora dal Valetudo vecchio stile, è lontano anni luce dal disagiato pitbull attaccabrighe che piace tanto alle masse.
Cosa significa per te "provare a combattere"? come si fa e chi può farlo?
Provare a combattere? E’ una frase che rende l’idea… provare a combattere significa mettersi in gioco,almeno provarci non nascondendosi dietro i vari tipi di scuse di chi teme il confronto, ci sono più livelli per farlo e tutti dovrebbero provarci. Forse (ma questa è una mia interpretazione) il “provare” sta a ricordare che per quanto durissima e fuori dagli schemi è pur sempre una cosa “sportiva” con dei codici da rispettare … il combattimento vero e proprio è un’altra cosa.
Chi ti senti di ringraziare per il tuo percorso?
Per il mio percorso? Come prima cosa ci tengo a precisare che nella vita e professionalmente non mi sento ancora arrivato, anzi! Sono felice del cammino fatto e ringrazio Dio ogni giorno per tutto ciò che mi ha messo davanti fino ad oggi. Credo fermamente che Uomo, Atleta e Coach devono viaggiare di pari passo quindi ringrazio chi mi ha educato, cresciuto e chi condivide la sua vita con me.. quello che è un uomo è anche grazie alla sua Famiglia. Per quanto riguarda la parte sportiva, devo ringraziare l’esempio ricevuto dal M° di lotta Greco Romana Augusto Papacci, dal quale ho avuto esempio di “dedizione e coerenza sportiva” anche a discapito dell’interesse personale. Ringrazio di esser approdato nel BJJ dove in più di 10 anni di percorso ho sviluppato molto come atleta, incontrando tante persone valide dalle quali ho appreso tantissimo. Ma a volte le squadre hanno forti cambiamenti e tendono a dividere i percorsi individuali dell'organico, con molti di loro nonostante gli svariati fattori esterni contrari sono rimasto in ottimi rapporti. Con altri ancora ho poi costruito dei più solidi legami personali, crescendo praticamente insieme, ci siamo conosciuti li a praticare BJJ e abbiamo proseguito verso i nostri intenti. Decisamente sento di dover ringraziare il mio amico e Coach Fabio Ciolli, è stato lui a confermare le mie idee per il passaggio alle MMA. Sento poi di dover ringraziare tutto il Team Hung Mun ... sentirsi umanamente a casa dove ti alleni e lavori, con la gente con cui fai “a cazzotti” è molto importante.
Ti ringrazio per l'intervista Giuliano, dove può trovarti chi volesse allenarsi con te?
Grazie a Te Nicola sei stato gentilissimo! Per potermi trovare ed allenarsi con me? ..Addirittura!? Ne sarei onorato, ragazzi praticamente vivo in palestra... Mi trovate con il resto del Team nella Centrale dell’ Hung Mun, Via Rivarone n. 116 a Roma...
Grazie a tutti ragazzi, A presto e Buon Allenamento!


domenica 23 dicembre 2012

Brugnolini VS Druika. L'incredibile esito di un incontro.

Come spettatore mi stavo davvero godendo l'evento "KnocKOut in the Cage", ottimi incontri, ottima organizzazione, belle presentazioni. Peccato per il match Druika vs Brugnolini che ha parzialmente oscurato quanto di buono fatto. Un match controverso sia perché il falloso Druika doveva essere squalificato, sia perché anche senza sanzioni, non mi è stato chiaro come sia uscita fuori la vittoria per decisione di quest'ultimo. Ovviamente non solo io non ho capito quanto avvenuto, il pubblico tutto si è unito in un coro di fischi. La vittoria di Luca Brugnolini sembrava evidente.
Luca Brugnolini
Per avere chiarimenti ho posto alcune domande a Fabio Ciolli, Coach di Luca Brugnolini.

-Ciao Fabio, mi sarebbe piaciuto contattarti per farti complimenti per la vittoria di Pennese e di Brugnolini. Invece la seconda, pur essendo palese agli occhi di tutto il pubblico, è stata assegnata al suo avversario Druika. Cosa è successo... ho visto Druika attaccarsi alla rete come un pesce pescato e Brugnolini provare a chiudere l'incontro con armlock e triangoli... sì, insomma, che diavolo è successo?
La prima precisazione che vorrei fare, perchè ho la pretesa di cercare di essere una persona giusta, è che di fatto l'evento knock Out in the Cage è stato uno dei migliori eventi a cui ho assistito e partecipato, assimilabile a quelli internazionali.
Questo lo dico perchè lo ritengo giusto sottolinearlo, in un clima da caccia alle streghe è molto facile sparare nel mucchio ma non è il mio stile, cerco di fare sempre un'analisi lucida delle circostanze, il Promoter (Davide Ferretti) e tutti i ragazzi dello staff sono stati estremamente genitli, prima, durante e dopo l'evento e hanno messo a disposizione la loro professionalità sempre e comunque.
Dico questo perchè lo stesso Ferretti impegnato in due ruoli estremamente difficili come quello di organizzatore e coach (alcuni dei suoi ragazzi combattevano) mi ha comunque dedicato attenzione ed è stato a sentire le mie rimostranze, pur essendo di fatto lui completamente avulso alla faccenda.

Dirò di più anche la pool arbitrale è stata disponibile al dialogo, ho potuto parlare in maniera del tutto schietta e diretta senza che i toni si alzassero addirittura con l'arbitro direttamente coinvolto nel match, in quell'occasione ho ribadito più volte la netta sensazione che loro fossero in buona fede nonostante restassi (lo sono tuttora) convinto dell'errore.

Dirò di più ho avuto modo di parlare con il coach di Druika e con Druika stesso dopo il match in maniera del tutto civile, non sapevano il regolamento, era il primo match (ha molti match di K-1 al suo attivo), si scusavano per le scorrettezze, non sapevano che fossero falli.

Questo è il mio stile e lo stile del mio team ci tengo a precisarlo, non mi piace azionare la macchina del fango e colpire indiscriminatamente nel mucchio, il nostro motto è "Non Gladiatori ma Cavalieri", ci piace il confronto, ci piace combattere in gabbia come fuori a parole ma ci teniamo ben lontani dalle risse fossero pure quelle verbali o virtuali.

Tornando alle tue domande, sì eravamo tutti convinti della vittoria di Brugnolini, le rimostranze di tutto il pubblico, i fischi, gli addetti ai lavori dei media e di altri team che poi mi sono venuti a chiedere spiegazioni descrivono la situazione più di mille parole.

Druika ha commesso moltissimi falli gravi, voglio sperare più per ignoranza che per mala fede, gomitate non previste in quella serata, colpi forti in GnP dietro la nuca, dita negli occhia terra, turpiloqui durante l'azione di lotta, su ogni proiezione afferrava la gabbia, nell'ultima nonostante Brugnolini lo avesse staccato da terra è rimasto attaccato alla parete per parecchi secondi fregandosene dell'azione dell'arbitro che cercava a forza di staccarlo, Brugnolini si è trovato addirittura ostacolato dall'arbitro che cercava di staccare il suo avversario dalla parete ed è finito a terra sotto.
Di fronte all'incredulità degli astanti non è stato neanche richiamato e non sono stati fatti ripartire in piedi, Luca s'è fatto praticamente 5 minuti a terra in Guardia senza un motivo.
L'unica azione fallosa sanzionata, ma era veramente troppo eclatante per non farlo, è stata una ginocchiata in testa da terra in perfetto Pride Style, solo questo è stato sanzionato con 1 Punto di penalizzazione.

Nonostante questo Brugnolini non ha fatto una piega ed è rimasto concentrato sul suo match portando di fatto in opera la strategia studiata in allenamento, ha proiettato Druika sistematicamente non permettendogli di scambiare minimamente in piedi, ha passato la guardia, ha montato ed ha attaccato 6 finalizzazioni praticamente entrate che non è riuscito a portare a termine, c'è da dire che nella preparazione al match ho più volte detto al coach di Druika di non mettergli olio o crema thai addosso, pratica a detta loro normale.
sono stato addirittura ringraziato perchè se avessero esagerato magari rischiavano la squalifica, scena piuttosto surreale...


Fabio Ciolli
- Quali spiegazioni hai avuto dagli arbitri e dall'organizzazione?
Ho parlato con la pool arbitrale e devo dire in maniera piuttosto civile, dopo una prima fase di tensione in cui il pubblico inveiva contro di loro sono andato dai tifosi a calmarli, non mi piacciono le scenate da campetto di periferia ed è cominciato il dialogo in particolar modo con il Capo Arbitri e con l'arbitro centrale direttamente coinvolto, sì perchè per me (ma anche come ripeto per tutti quelli che hanno visto il match) l'errore s'è sviluppato su due fronti

-l'arbitro non ha sanzionato come era in suo potere, c'erano gli estremi della squalifica ma non dare neanche i punti di richiamo è sembrato a tutti perlomeno strano
-la giuria ha male interpretato le unified rules ed i suoi criteria di valutazione, in un match dove il grappling è stato dominante ai sensi di regolamento questo ha un peso specifico molto più alto, Brugnolini ha proiettato, preso la side, preso la monta ed attaccato innumerevoli finalizzazioni

All'organizzazione invece non ho chiesto nulla, il Promoter secondo me dovrebbe rimanere al di fuori di queste faccende, non ne ha alcuna responsabilità.


la giuria ha male interpretato le unified rules ed i suoi criteria di valutazione, in un match dove il grappling è stato dominante ai sensi di regolamento questo ha un peso specifico molto più alto, Brugnolini ha proiettato, preso la side, preso la monta ed attaccato innumerevoli finalizzazioni

Mi hanno fatto vedere i cartellini erano tutti 10-9 per Druika tranne il Round del punto di richiamo che diventava 9-9, tu eri lì e da addetto ai lavori puoi capire come questi cartellini siano sbagliati


- Cosa c'era in palio per quell'incontro. Cosa comportava vincere?
La vittoria comportava il passaggio alla fase successiva delle selezioni per Oktagon, l'evento di Carlo Di Blasi più prestigioso in Italia per quanto riguarda il K-1 che ora si è aperto anche alle MMA.
Ripeto il Knok Out in the cage è stato un evento prestigioso organizzato molto bene che ha come traguardo un evento ancor più prestigioso, il rammarico deriva proprio da questo, match making di livello, atleti di livello, organizzazione che ha funzionato alla grande unico neo una evidente svista arbitrale...sarebbe pure ingiusto cancellare tutto quanto per un'unico errore!

- Qual è l'iter per dare la giusta vittoria a Brugnolini?
Nel briefing è stato detto che sarebbero state utilizzate le Regole Internazionali (Unified Rules fatta eccezione per i gomiti che purtroppo si sono comunque visti) con questo tipo di regolamento è previsto il ricorso, gli arbitri e giudici possono rivedere il filmato e di conseguenza possono rivedere il risultato, questo è proprio previsto dal regolamento.
Posso dire che l'arbitro protagonista dell'episodio mi è sembrato molto accomodante nel rivedere il video, posso altresì dire che Davide Ferretti organizzatore della serata si è reso molto disponibile nei confronti di un riesame della faccenda, nonostante come dicevo prima a lui non sia imputabile nulla, lo stesso Carlo Di Blasi patron di Oktagon è rimasto aperto al dialogo.

Ripeto sarebbe una estrema prova di maturità rivedere un verdetto palesemente falsato per dare la giusta immagine a questo sport si rischia di far storcere il naso agli addetti ai lavori che vedrebbero non rispettati i criteri di lealtà sportiva che permeano gli Sport da Combattimento e di dare ai detrattori materiale per stroncare un movimento in Italia ancora giovane dando un'immagine distorta da Fight Club, da Human Cock Fights di qualcosa che invece è uno sport duro ma che tutela sempre e comunque l'atleta.

E poi oh pure nei Film alla fine vince il buono, mica fanno vincere il cattivo!

A parte gli scherzi grazie mille Nicola per l'opportunità che mi hai dato per esprimere le mie opinioni.
Un saluto a te e a tutti i tuoi lettori.


Grazie a Fabio Ciolli, che ha chiarito le mie perplessità (non solo mie in verità) con grande garbo e signorilità.

venerdì 7 dicembre 2012

VII Trofeo Combat Kalasag

Sono molto orgoglioso di presentare il VII Trofeo Combat Kalasag, organizzato dalla Scuola di Kali Kalasag presieduta dal Maestro Vito Lettieri e aperto a tutti i praticanti di Escrima, Kali, Arnis, JKD, Street Fighting e, soprattutto, a tutti coloro che, indipendentemente dallo stile praticato, abbiano piacere nel cimentarsi nelle specialità proposte.
Oltre alle canoniche specialità "bastone singolo" e "bastone, calci e pugni" sarà presente per la prima volta sulla scena nazionale e probabilmente anche internazionale un regolamento specifico per la Panantukan, la Boxe filippina.
Il regolamento in questione è stato sviluppato interamente da me sotto la supervisione del Maestro Lettieri e per la prima volta gli appassionati avranno modo di vedere una specialità sportiva che coinvolge solo la parte superiore del corpo differente dalla Boxe occidentale. Saranno permessi colpi a martello, di taglio, di palmo, di dorso, gomitate, colpi di avambraccio e di spalla, saranno altresì permessi avvolgimenti e controlli degli arti e controlli della testa (clinch).
Il primo regolamento del genere mai elaborato, il primo regolamento sportivo che rompe il monopolio della Boxe occidentale per ciò che riguarda lo striking di braccia.
Il Trofeo sarà la riprova della dinamicità del Kali, che rimane una delle poche discipline tradizionali dove sia d'uso il confronto e dove non si millanta di tecniche segrete e mortali col solo fine di non confrontarsi. Sebbene nata come arte marziale finalizzata allo scontro reale, il Kali offre importanti ed innovativi spunti sportivi e trova nella ricerca dell'efficacia reale il suo lato marziale, non regolamentabile e nello sport un importante banco di prova.
Il torneo sarà aperto a tutti gli amatori di queste discipline, organizzato con il preciso scopo di permettere a tutti di confrontatsi in totale sicurezza e in un clima disteso e festoso.
A voi la locandina, ove sono disponibili recapiti per informazioni ulteriori.


sabato 1 dicembre 2012

Intervista a Julia Klammsteiner

Giovane eppur già della vecchia guardia. Julia Klammsteiner è stata una delle prime donne in Italia ad aver scelto il Jiu Jitsu ed ad aver preso parte ai circuiti agonistici sin dalla prima ora.
Julia mena tantissimo; non lo scrivo per una forma di piaggeria verso l'intervistata ma per esperienza diretta. Quando ho avuto l'opportunità di fare sparring con lei, non posso negarlo, mi sono un po' imbarazzato. Non sono abituato a lottare con le donne, ovviamente non per scelta ma per condizione ambientale.  Vedendo
Julia, soave, ridente e solare non presagivo ciò a cui stavo andando incontro. Una lottatrice che sa esprimere una pressione fortissima, che sa movimentarsi snervantemente e che per passarmi la mezza guardia mi ha posto una pressione con la testa sulla mascella che mi ha reso dolorante per qualche giorno. Davvero una potenza della natura. Guai a sottovalutarla, guai ad associarle l'immagine di giovanissima e carina ragazza sul tatami altrimenti ti godi i postumi del suo incontro per qualche giorno.
Detto questo, lasciamo che sia Julia a parlarci di lei:

-Ciao Julia, presentati agli amici di TTF che non dovessero conoscerti. Chi sei, cosa fai, tue esperienze marziali, esordi....
Ciao a tutti.
Mi chiamo Julia Klammsteiner e sono allieva di Alessandro Federico e da due anni circa sono istruttrice di un corso di Jiu Jitsu Brasiliano per sole donne. Per quanto riguarda la mia esperienza marziale ho cominciato a 10 anni con un corso di Karate sempre con il mio maestro Alessandro Federico e ho praticato questa disciplina che per circa 5 anni. Successivamente grazie a lui ho iniziato il mio percorso nel Gracie Jiu Jitsu. Per il resto sono studentessa di economia e management.

-Quali sono le motivazioni che hai notato in te e nelle tue colleghe?
Innanzitutto penso che la maggior motivazione per una donna nel praticare arti marziali sia il desiderio di sapere difendersi. Per me le motivazioni all’inizio erano diverse, ero una bambina quando ho cominciato a praticarle. Allora, per me era importante fare uno sport divertendomi. Oggi però il Jiu Jitsu per me si é trasformato in una grande passione.
La maggior parte delle mie allieve è approdata al Jiu Jitsu perché cercavano una disciplina che in breve tempo potesse fornire un buon bagaglio di tecniche adatte a difendersi. Ma anche loro oggi apprezzano il fatto che Jiu Jitsu è una disciplina molto completa, nel senso che non imparano solo tecniche per difendersi, ma imparano anche a conoscere i propri limiti, si tengono in forma perché io le sprono veramente molto con la ginnastica naturale. Alla fine, le ragazze del mio corso, vuoi per le tecniche che hanno imparato, vuoi per la forma fisica che hanno acquisito, diventano più sicure di sé stesse.

-Credo che per una donna sia più difficile praticare. Tutto sommato questo è un ambiente maschile, a volte anche un po' maschilista e “machista”, e credo che una donna faccia molta fatica ad ottenere la giusta stima per il suo operato. Peraltro molti maschietti sono anche imbarazzati quando si confrontano con una donna. Quali sono, secondo te, le difficoltà delle donne che combattono?
Credo che la donna parimenti all'uomo debba guadagnarsi la "giusta stima" attraverso gli stessi sacrifici. Il percorso è difficile e irto e il prezzo da pagare sono sudore, fatica, e rinunce. Secondo me, e credo che anche tanti altri la pensino come me, quello che conta è che quello che sai fare sul tatami. E' proprio questa l'unica via per ottenere la giusta stima, a prescindere se parliamo di un uomo o di una donna. Capita spesso, specialmente all'inizio, che gli uomini tendano a combattere con una donna “con i guanti bianchi” (io non lo farò mai più con te, ndr), siccome hanno paura di farle del male. Talvolta percepisco che le ragazze che subiscono questo trattamento di favore, addirittura si offendano, perché sottovalutate. Io per esempio, nella nostra scuola vengo rispettata ed i miei compagni combattono con me come se fossi un uomo, specialmente quando siamo a ridosso delle gare, proprio perché tutti vogliono partecipare attivamente ad una preparazione efficace per me.

-Hai praticato Karate, disciplina incentrata sullo striking. Un saggio una volta mi disse che le discipline di striking sono più adatte agli emotivi, mentre le discipline lottatorie alle persone più fredde e razionali. Lo trovo molto vero. Sulla base di queste considerazioni parlaci della differenza dei due tipi di confronto.
Ripeto che la mia passione é il Jiu Jiitsu, il Karatè lo ho praticato da bambina. Non mi piace fare paragoni fra le discipline. Certo sono passata al Jiu Jitsu non solo perché è stata una proposta del mio Maestro, ma anche e soprattutto perché sono immediatamente stata rapita da questa disciplina e non ho mai rimpianto di avere abbandonato i Karatè.

-Come è avvenuto il tuo primo approccio col Jiu Jitsu e quando hai maturato la volontà di competere?
Julia e Alessandro Federico
Il mio primo approccio col Jiu Jitsu é stato nel 2005 circa, quando il Maestro Alessandro Federico ha iniziato un corso presso la palestra di San Genesio. In realtà non sapevo che cosa fosse, ho semplicemente provato a lottare. Alessandro mi ha poi accompagnato alla mia prima gara ed ho subito provato piacere a confrontarmi con altre atlete.

-Quali sono state le tue massime soddisfazioni nelle competizioni?
Ogni competizione mi ha lasciato un ricordo indelebile, anche perché ogni gara porta con se un lungo periodo di preparazione costernato da allenamenti, diete e privazioni varie. Ricordo con piacere quindi anche quelle nelle quali non ho ottenuto quello che speravo sul piano delle medaglie. Fra le soddisfazioni maggiori però devo senz'altro mettere la medaglia di bronzo ai mondiali di Grappling a Cracovia nel 2010.

-A cosa deve rinunciare un agonista e come e quanto si allena?
Nei periodi pre gara bisogna stare molto attenti al peso, questo vale almeno per me. Mi pesa molto dover rinunciare ai dolci ed alle cene con gli amici, però a conti fatti uno stile di vita sano e un certo grado di disciplina fanno bene alla salute. Cerco di allenarmi sempre il piú possibile, a prescindere. Studio e lavoro, quindi posso dedicare allo sport solo una quota limitata del mio tempo libero. É chiaro che un agonista, per essere tale con successo deve allenarsi almeno due volte al giorno, un allenamento di condizionamento ed un allenamento tecnico, altrimenti sará difficile ottenere qualcosa. Partecipare ad una gara da impreparati é da incoscienti anche perché espone al rischio di infortuni.

-Chi ti senti di ringraziate per il tuo percorso?
Essenzialmente vorrei ringraziare Alessandro Federico che oltre ad avermi insegnato tutto quanto si è anche allentato con me durante il suo tempo libero soprattutto nei periodi pre gara; se tutto ciò non bastasse oltre ad avermi supportato, mi ha anche sopportato. Vorrei ringraziare anche i miei compagni, perchè senza di loro non riesco ad allenarmi. In più ringrazio Simon Nogler e Robert Perger che si allenano spesso con me e che mi danno sempre consigli tecnici.

-Chi volesse allenarsi con te dove può trovarti, quali sono i tuoi recapiti o i tuoi corsi?
Chi volesse allernasi con me mi trova a Bolzano. Tengo due volte alla settimana cioè martedi e giovedì un corso di Jiu Jitsu per sole donne. Sarei contenta se qualche donna venisse a trovarci.