mercoledì 10 agosto 2011

Try To Fight! va in ferie

L'attività di Try To Fight! riprenderà il 15 settembre.

Buone vacanze a tutti i marzialisti!

lunedì 1 agosto 2011

Intervista ad Alessandro Federico

 Quando mi arriva un'intervista, devo dire la verità, la mia prima preoccupazione è impaginarla, risolvere alcune problematiche di formattazione e via dicendo. Stavolta l'occhio mi è svolazzato su una domanda e su una risposta e quest'ultima mi è piaciuta talmente tanto che ho lasciato da parte l'impaginazione e mi sono tuffato con avidità nella lettura. Alessandro Federico è il tipo di persona che invidio (positivamente). Ha le idee chiare, è netto, ha le sue formule e questa sicurezza è anche data da un'esperienza marziale di ogni tipo davvero. Fa il mestiere che aspiravo a fare, ha la marzialità che disidero per me, ha le sicurezze, dei punti fermi, che io non ho e, in fine, è un atleta marziale di livello superiore, stimato e rispettato e anche per questo lo invidio. Al di là che si concordi o meno con le certezze di una persona, è comunque ragguardevole il fatto che questi sappia argomentarle e spiegarle senza troppo ghirigori anche in una situazione pubblica.
Alex Federico ci parla della sua marzialità a tutto campo: Dagli esordi nelle arti marziali, agli sport da combattimento, all'agonsimo, alle esperienze pionieristiche col Jiu Jitsu dei Gracie, all'insegnamento fino all'arbitraggio. Inutile commentare il valore di tutte queste esperienze.
E' un po' di tempo che mi salta per la testa di organizzare un torneo a inviti con la crème de la crème del Jiu Jitsu, un torneo con atleti di indiscusso valore e vario background, niente cinture, niente punti e altre cose ancora. Se tutto andrà bene si svolgerà in autunno e presto vi darò lumi su questo. Quando ho manifestato questo mio desiderio a illustri colleghi (magari!) marziali tutti non hanno avuto dubbi: se serve un arbitro chiama Alex Federico.
L'intervista entra nel vivo del Jiu Jitsu e delle questioni che avvolgono l'ambiente specifico ma anche il marzialismo in genere. Alcuni passaggi mi sono piaciuti al punto che saranno spunto di futuri articoli.
Non rimane che leggerla.


 Caro Alessandro ci parli un po' di lei e del suo percorso marziale, dagli inizi a oggi.
 Buongiorno a tutti, ho cominciato a 11 anni con un corso di Judo presso la palestra Jigoro Kano di Milano, cambiando qualche anno dopo per il Karate, con il maestro Aldo Bianchi (Yudanshakai Milano), una persona che per me è stata molto importante. Ho praticato contemporaneamente la boxe presso la palestra Ursus, maestro Orsatti, dove ho sempre pagato l’abbonamento con le “mance”natalizie e frequentato di nascosto, in quanto in famiglia non era gradito il pugilato. Anche per questo non ho disputato match.
Il Karate l’ho poi proseguito presso la palestra Fujiiyama di Milano, con i maestri Takeshi Naito e Carlo Fugazza. Era sicuramente un karate diverso da quello odierno e comunque mi ha dato una base educativa, atletica, ma soprattutto spirituale.
Diciottenne, sono successivamente partito da Milano, arruolato nell’Arma, il che seppur frutto di innumerevoli esperienze, anche in tema di confronti fisici reali, e con gente pericolosa, dal punto di vista della pratica sportiva mi ha tolto la lucidità, la regolarità e soprattutto una sede fissa dove allenarmi, in quanto ho girato spesso sedi di lavoro differenti. Nei dieci anni successivi, cioè sino alla soglia dei 30, ho comunque praticato tutto ciò che ritenessi utile a tenermi in forma ed efficace, per una difesa personale sempre pronta in caso di bisogno sia mio che soprattutto di altri, dalla Kick Boxing al Kyokushinkai, disputando anche dei match.
Proprio una decina d’anni fa, nell’ambiente del Judo che praticavo con passione a Bolzano (Judo Club Laives) ebbi occasione di conoscere il BJJ-Gracie Jiu Jitsu, prima per sentito dire, poi per video degli UFC, e via via, prima stage di ogni maestro che capitasse in Italia, poi in seguito mi decisi e mi avviai per quel di Barcellona, da Robin Gracie.
Da qui, una strada senza ritorno: sempre avanti e senza rimorso. Unico rammarico? Non aver scoperto il BJJ prima.

La vedo spesso impegnato in veste di arbitro sia in incontri di MMA sia di Jiu Jitsu. Come cambia la responsabilità e il ruolo dell'arbitro dalle MMA al Jiu Jitsu?
Paradossalmente è molto più facile arbitrare un incontro di MMA che di grappling o bjj, anche se, logicamente, in un incontro di MMA l’incolumità degli atleti corre più rischi e devi esercitare un po’ d’autorità ed energia in più.